sabato 17 marzo 2012

“Una storia tra due città” di Charles Dickens


Charles Dickens (1812 – 1870) scrisse soltanto due romanzi storici “Barnaby Rudge” (1841) e “A Tale of Two Cities” pubblicato a puntate nel 1859.
Ambientato tra Parigi e Londra nel burrascoso periodo che va dagli anni immediatamente precedenti alla rivoluzione francese ed il regno del Terrore, “Una storia tra due città” narra le vicende private di un gruppo di persone attraverso un susseguirsi di colpi di scena.
Sebbene l’ambientazione differisca notevolmente dall’Inghilterra vittoriana tipica dei romanzi di Dickens, questo romanzo contiene tutti i temi classici dell’opera dickensiana: la povertà, la nobiltà d'animo, il riscatto e il sacrificio.
L’incipit del romanzo chiarisce immediatamente il collegamento tra il passato che sta per essere raccontato ed il presente che viene vissuto:

Erano i giorni migliori, erano i giorni peggiori, era un’epoca di saggezza, era un’epoca di follia, era tempo di fede, era tempo di incredulità, era una stagione di luce, era una stagione buia, era la primavera della speranza, era l’inverno della disperazione, ogni futuro era di fronte a noi, e futuro non avevamo, diretti verso il paradiso, eravamo incamminati nella direzione opposta. A farla breve, era quello un tempo così simile al nostro che alcune fra le voci più autorevoli, quelle che più strillavano, insistevano a giudicarlo, nel bene e nel male, solamente per superlativi.

Dickens lancia attraverso il tempo passato, un monito al tempo presente in cui è ancora viva la minaccia della ripetizione dell’antico. Si deve, infatti, tener conto che nel 1859 (anno di pubblicazione del romanzo) è ancora ben vivo il ricordo dei tumulti e delle agitazioni dovute all’approvazione della Corn Law e quello dei moti rivoluzionari a seguito del movimento cartista, che con la sua richiesta di una radicale riforma elettorale, rievocava i fantasmi del Terrore francese.
Per Dickens la rivoluzione è una malattia, è febbre e delirio di autodistruzione il cui contagio si propaga a velocità spaventosa.
La società è continuamente minacciata a causa degli squilibri della distribuzione della ricchezza e la folla sottoposta a continui soprusi diventa facilmente crudele e incontrollabile:

a quel tempo la folla era un mostro molto temuto e che non si fermava davanti a nulla

Tra le molteplici vicende umane che si intrecciano in queste pagine spiccano quelle di Lucie Manette, donna virtuosa, che ispira amore e lealtà negli altri personaggi e quelle di suo padre, un medico ingiustamente incarcerato.
Il romanzo è soprattutto la storia del Dottor Alexandre Manette: la storia inizia, infatti, con il suo rilascio dalla Bastiglia e alla fine sarà proprio la lettura della sua lettera che, per un destino beffardo, decreterà la condanna a morte del genero Darnay, obbligando così Sydney Carton a sacrificare la propria vita.
Alexandre Manette, dottore di belle speranze in gioventù, è uno dei personaggi più complessi del racconto: da prigioniero che medita vendetta - attraverso un difficile percorso che alterna follia e lotta contro i propri fantasmi – riesce alla fine, per amore della figlia e della nipote, a mettere da parte l’odio e la rabbia e diventare egli stesso simbolo di perdono.
La tematica del “dualismo” si avverte in diversi personaggi: Lucie filo d’oro della vità di famiglia è contrapposta a Madame Defarge che lavora a maglia il filo dell’odio. Lucie, avrebbe le stesse ragioni di rancore di Madame Defarge, la cui famiglia è stata sterminata dall’arroganza e dalla prepotenza aristocratica, ma Lucie incarna la quintessenza dell’ideale femminile piccolo-borgese (dolcezza, amore e compassione). Madame Defarge, sanguinaria e vendicativa, è l’incarnazione di una femminilità sfigurata, è l’incarnazione della rivoluzione stessa e della perversione.
Il marito di Lucie, Charles Darnay (giustizia e senso del dovere), aristocratico francese espatriato in Inghilterra, indiscriminatamente accusato durante il Terrore, è il doppio di Sydney Carton, personaggio dalla vita dissoluta e dedito all’alcol. Carton riscatterà la sua apatica esistenza sacrificando la sua vita per amore di Lucie e della sua famiglia, diventando così un “eroe”.
Tema ricorrente è dunque anche quello della rinascita, della resurrezione: il Dottor Manette, Sydeny Carton e Darnay/Evrémonde sono tutti personaggi che sono stati “richiamati alla vita” anche se in modi diversi.
Lo stesso Jerry Cruncher, figura minore nell’economia del racconto, diviene forte simbolo di redenzione quando, pentendosi, rinuncerà al furto di cadaveri al quale era dedito riconciliandosi con la religione.
Considerato da Dickens stesso uno dei suoi romanzi più riusciti,  “A Tale of Two Cities” è un testo che appassiona fin dalla prima pagina per il suo mescolare verità storica e finzione.


Bibliografia
Dickens Charles, Una storia tra due città, Ed. Mondadori (2012 Cles -TN)
Mario Domenichelli, Introduzione in Dickens Charles, Una storia tra due città, Ed. Mondadori (2012 Cles -TN)




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