lunedì 23 luglio 2012

“La Vergine azzurra” di Tracy Chevalier


Primo romanzo scritto da Tracy Chevalier, è stato pubblicato in Italia per la prima volta dopo il grande successo ottenuto dall’autrice con “La ragazza con l’orecchino di perla”.
Le vicende narrate in questo libro, come in tutta la produzione letteraria della Chevalier, sono inserite in un preciso momento storico descritto dettagliatamente che ci permette di conoscere non solo l’epoca di riferimento ma anche i particolari che caratterizzano i luoghi in cui la storia è ambientata.
A differenza degli altri però, in questo libro, il racconto si svolge in due epoche differenti, il passato (XVI secolo) e il presente: abbiamo così due storie parallele che si svolgono su due piani temporali diversi e che mantengono la loro indipendenza nei vari capitoli, svelandoci pagina dopo pagina indizi (il cognome Tournier/Turner, la professione levatrice/ostetrica) e punti di contatto (il colore dei capelli, la psoriasi, l’attrazione provata per un “altro” uomo), fino a convergere e sovrapporsi nel finale.
Il racconto inizia nel XVI secolo in un villaggio della Francia, Isabelle Du Moulin è una giovane dai capelli rossi che, proprio per questa sua caratteristica fisica, viene soprannominata “la Rossa”, nome dato anche alla statuetta della Vergine posta nell’edicola sul portale della chiesa del paese.
Un giorno arriva in paese un predicatore calvinista, Monsier Marcel, che con i suoi sermoni infiamma a tal punto gli animi degli abitanti del villaggio che questi, accecati dal fanatismo religioso, abbracciano totalmente e senza riserve la Riforma. Isabelle che già prima era vista con sospetto dai suoi compaesani per il colore dei capelli e per la professione della madre, una sage-femme, spesso sospettata di essere una strega, è costretta anch’essa alla conversione al calvinismo. Calvino sosteneva che i fedeli dovessero rivolgersi direttamente a Dio, non riconoscendo più il valore delle preghiere rivolte ai Santi e alla Madonna. Isabelle, per essere accettata dalla nuova comunità religiosa, è costretta a compiere un gesto estremo: distruggere con un rastrello la statuetta della Vergine Maria. Nonostante tutto però la ragazza non riuscirà mai ad dimenticare la dottrina della sua infanzia e segretamente continuerà a professare il cattolicesimo e ad essere devota al culto della Madonna. Isabelle, rimasta incinta di Etienne Tournier, un giovane fanatico, violento e succube della madre, diventerà sua moglie legando così la propria vita ed il proprio destino alla famiglia Tournier. Quando anni dopo, nella famosa notte di San Bartolomeo, i cattolici attaccheranno il villaggio per dare la caccia ai nobili ugonotti ed ai loro servi più fedeli, Isabelle con il marito, i tre figli (il crudele e coraggioso Petit Jean, il taciturno Jacob e la prediletta Marìè) insieme alla perfida suocera, sarà costretta a fuggire in Svizzera.
L’altra vicenda, quella che si svolge nel presente, vede protagonista Ella Turner, una giovane ostetrica americana, giunta in Francia dove ha deciso di trasferirsi con il marito Rick, un giovane architetto, che ha appena accettato un lavoro presso uno studio di Tolosa.
Ella nonostante le sue origini francesi, ha difficoltà ad ambientarsi nel nuovo paese non riuscendo a farsi accettare dai suoi nuovi concittadini, le stesse difficoltà che secoli prima aveva avuto Isabelle, la Rossa. Visto il molto tempo libero a disposizione, decide di prendere lezioni di francese e dedicarsi alla ricerca dei suoi antenati. Inizierà così un periodo di consultazione di biblioteche e archivi che la condurrà fino in Svizzera per fare la conoscenza di alcuni cugini di cui fino a pochi mesi prima ignorava l’esistenza. Tra le varie persone incontrate una su tutte sconvolgerà la sua vita, Jean Paul, un bibliotecario che la porterà ben presto a mettere in discussione non solo il suo metodo di indagine e le sue aspettative, ma anche il suo matrimonio.
Il punto di contatto tra la vicenda che si svolge nella metà del Cinquecento e quella del XX secolo è il sogno di Ella. Quando infatti quest’ultima, di comune accordo con il marito, decide di avere un bambino, improvvisamente inizia ad essere perseguitata da uno strano ed inquietante sogno che di volta in volta diviene più nitido fino a farle apparire una veste azzurra, di un azzurro luminoso e cupo allo stesso tempo. Durante le sue ricerche ritroverà la tonalità di quel colore nel manto di una Madonna raffigurata in un quadro del Seicento dipinto da Nicolas Tournier.
Nicolas Tournier è in effetti un pittore francese, realmente esistito, che nel periodo dal 1619 al 1626 visse a Roma, dove subì l’influenza delle opere del Caravaggio.
Il sogno è il vero  filo conduttore della vicenda che aiuta a svelare il legame che unisce le due donne: Isabella ed Ella.
Confesso che all’inizio questo romanzo mi è sembrato piuttosto lento e noioso, stentava a decollare e, in maniera inaspettata, la mia attenzione è stata risvegliata solo nel momento in cui ho iniziato a leggere il primo dei capitoli ambientati nell’epoca contemporanea.
Dopo un primo momento di comprensibile smarrimento, sono riuscita ad entrare nella storia ed alla fine devo ammettere che ho trovato questo libro una lettura piacevole.
Molti romanzi sono ambientati in diverse fasi storiche, sia che le vicende si svolgano tra passato e presente o più semplicemente si sviluppino nel corso dei secoli, non è quindi la struttura del romanzo in sé che mi ha stupita quanto piuttosto il fatto che Tracy Chevalier, la scrittrice di libri quali “L’innocenza” e “Strane creature” ne abbia fatto uso.
Questo libro non ha forse lo spessore degli altri romanzi, a volte può risultare anche un po’ banale e ingenuo, ma nell’insieme è un romanzo dalla scrittura scorrevole e dalla trama originale e piuttosto inquietante, insomma un bel mix di storia e mistero.

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sabato 7 luglio 2012

“Via col vento” di Margaret Mitchell (1900 – 1949)


Universalmente riconosciuto come uno dei capolavori del cinema, spesso ci si dimentica che “Via col vento” è prima di tutto un romanzo o meglio un classico della letteratura moderna americana. “Gone with the wind” (titolo che riprende un verso di una poesia datata 1891 di Ernest Dowson (1867-1900)  intitolata “Cynara”) fu pubblicato nel 1936 ed ebbe subito uno strepitoso successo di pubblico, regalando alla sua autrice Margaret Mitchell il premio Pulitzer nel 1937 e  la candidatura al premio Nobel per la letteratura nel 1938. A seguito del sorprendente numero di copie vendute, un caso senza precedenti 176.000 copie in meno di un mese, iniziarono quasi immediatamente le trattative col produttore cinematografico David O. Selznick per poter portare la storia sul grande schermo. Il film, prodotto dalla Metro Goldwyn Mayer, uscì nelle sale cinematografiche statunitensi nel 1939.

“Via col vento” è ambientato nel Sud degli Stati Uniti nel periodo della Guerra Civile. La storia ha inizio nell’aprile del 1861 a Tara, la piantagione di proprietà della famiglia O’Hara, dove la sedicenne Rossella O’Hara sta allegramente flirtando con i giovani Tarleton che le rivelano che il giorno successivo alle Dodici Querce, in occasione del pic-nic e del ballo, verrà annunciato il fidanzamento di Ashley Wilkes con la cugina Melania Hamilton. Il giorno dopo Rossella, segretamente innamorata di Ashley decide di dichiararsi ma viene rifiutata da quest’ultimo. Delusa e indispettita Rossella si accorge che Retth Butler ha assistito alla dichiarazione; umiliata e offesa la ragazza ha il primo di una lunga serie di scontri verbali con l’uomo di Charleston appena conosciuto. Nel frattempo scoppia la guerra e, poiché Ashley deve arruolarsi, il matrimonio viene anticipato; Rosella per ripicca decide di sposare il fratello di Melania, Carlo Hamilton. Il matrimonio ha una durata brevissima, Carlo parte quasi immediatamente per la guerra e muore poco dopo a causa di una malattia, lasciando la moglie vedova e madre del piccolo Wade. Rossella si trasferisce ad Atlanta dalla cognata a casa della zia di quest’ultima, zia Pittypat ma mal sopporta il suo stato di vedovanza e non manca di dare scandalo danzando in pubblico con il capitano Butler ad una festa di beneficienza. La guerra arriva ad Atlanta proprio quando Melania deve dare alla luce il figlio di Ashley, Beau. Mentre i Nordisti mettono a ferro e fuoco la città, Retth corre in soccorso delle due donne e, dopo aver rubato un vecchio ronzino e un carro, le conduce fuori da Atlanta. Da qui le donne proseguiranno in compagnia dei figli e della bambinaia, la sciocca ed impreparata Prissy, verso Tara. La situazione è disperata: la piantagione è in rovina, la madre di Rossella, Mrs Elena è morta ed il padre Mr. Geraldo è impazzito per il dolore. Rossella prende in mano le redini della situazione, rendendosi da subito conto di essere l’unica in grado di sopportare il pesante fardello. Nel 1865, finita la guerra, Ashley torna a casa e raggiunge Melania ed il figlio a Tara. Nel tentativo di superare le difficoltà economiche, Rossella si reca da Retth, ma questi in carcere con l’accusa di aver rubato i soldi dei Confederati, non può concederle il prestito. Pressata dall’urgenza di dover pagare le tasse, per non perdere Tara, Rossella decide di contrarre un matrimonio di interesse e sposa Frank Kennedy, fidanzato con una delle sue sorelle, proprietario di un emporio ed in procinto di allargare il suo giro di affari con l’acquisto di una segheria. Da questo secondo matrimonio nascerà una bambina di nome Ella. Rossella, approfondisce giorno dopo giorno la conoscenza con Retth, e alla fine il capitano Butler decide di prestarle il denaro per l’acquisto della segheria permettendo così alla donna di sottrarre l’affare al marito. Dopo la morte di Geraldo O’Hara, Ashley accetta la compartecipazione della segheria offertagli da Rossella e si trasferisce così ad Atlanta con la famiglia. Frank Kennedy rimane ucciso durante un’azione armata, nella quale lo stesso Mr Wilkes rimane ferito, contro degli sbandati che hanno assalito Rosella mentre si recava al lavoro. Questa, rimasta nuovamente vedova, accetta di sposare Retth. Il matrimonio all’inizio sembra funzionare, Retth vizia Rossella e soddisfa ogni suo capriccio (feste, gioielli, la costruzione di nuova casa arredata fastosamente ecc.) ma la lei non ha mai dimenticato Ashley e nel suo cuore continua a sperare di poter coronare un giorno il suo sogno d’amore. Retth riversa quindi il suo affetto sulla bambina nata dall’unione con Rosella, Diletta. Quando però la bambina muore, a seguito di una caduta da cavallo, il matrimonio naufraga definitivamente. A questa tragedia fa seguito quasi immediatamente una nuova disgrazia, la morte di Melania. L’amore tra Ashley e Rossella sembra a questo punto non avere più ostacoli, ma proprio in questo momento la donna si rende conto che il suo amore per Ashley non esiste più o meglio era solo un’infatuazione infantile ormai completamente superata, l’unico che lei abbia amato ed ama è suo marito.

“Non è mai esistito veramente, se non nella mia fantasia” pensò con tristezza. “Ho amato qualche cosa costruita da me, qualche cosa che è morta con Melania. Ho fatto un bel fantoccio e me ne sono innamorata. E quando Ashley venne a cavallo, così bello, così diverso, gli misi gli abiti del fantoccio e glieli feci portare, gli andassero bene o no. E non ho mai voluto vederlo come era in realtà. Ho continuato ad amare il fantoccio… ma non lui.”
 
Consapevole ormai dei suoi veri sentimenti, corre a casa per dichiarare il suo amore a Retth, ma ormai è troppo tardi. Il capitano Butler stanco di lottare, la lascia. Rossella non si dà per vinta ed il libro, come il film, si conclude con la celebre frase:

“Penserò a tutto questo domani, a Tara. Sarò più forte, allora. Domani penserò al modo di riconquistarlo. Dopo tutto, domani è un altro giorno”.

A grandi linee ecco la trama di questo lunghissimo romanzo (872 pagine nell’edizione Oscar Mondadori) che, nonostante la mole, risulta scorrevole e avvincente, mai scontato o noioso. La trasposizione cinematografica, pur con una durata di 3 ore e 40 minuti, presenta inevitabilmente il taglio di alcune parti del racconto, perdendo così la completezza e la ricchezza di particolari che sono presenti nel libro. Il film ha dato particolare risalto alla storia d’amore tra Rossella e il capitano Butler, tanto che molte scene sono incentrate su questi due personaggi magistralmente interpretati da Vivien Leigh e Clark Gable.
Ci si è spesso interrogati nel corso degli anni se “Via col vento” sia da ritenersi un romanzo d’amore oppure un romanzo storico. Il libro effettivamente può essere letto sia come una storia d’amore sia come un resoconto storico della Guerra di Secessione e della successiva ricostruzione. Margaret Mitchell, dichiarò di aver pensato spesso allo sfondo storico di “Via col vento” senza però l’intenzione di inserirlo in un romanzo. Quando il libro fu accettato dall’editore il più grande timore dell’autrice fu proprio quello di aver commesso qualche errore di carattere storico; il suo lavoro però risultò così dettagliato e minuzioso da essere apprezzato persino da Henry Steele Commager, noto storico della Columbia University. Benché spesso l’interesse del pubblico e quello della critica sia stato attratto nel corso degli anni soprattutto dall’intreccio della vicenda sentimentale, Margaret Mitchell riteneva il suo libro il romanzo del Sud, dove Rossella O’Hara doveva essere la personificazione di Atlanta, il simbolo della caduta e della capacità di rialzarsi della città stessa. Il filo conduttore del romanzo è il mito del vecchio Sud e dell’innocenza perduta oltre ad un messaggio di speranza con cui affrontare i problemi della ricostruzione. Messaggio che fu ben accolto dal pubblico contemporaneo che aveva ancora un vivo il ricordo delle vicende storiche narrate nel romanzo e che, negli anni Trenta, era proprio all’inizio della ricostruzione del paese reduce dalla Grande Depressione.
Non tutta la critica fu ovviamente benevola nei confronti del romanzo non mancarono detrattori che accusarono la Mitchell di aver appoggiato valori di un mondo scomparso, di aver dato alla storia un alone mitico e troppo romantico; non mancarono inoltre critici che la accusarono di appoggiare troppo apertamente la causa sudista.
Margaret Mitchell non solo è riuscita a creare un affresco storico dettagliato e fedele alla realtà dell’epoca in cui si volgono le vicende ma ha avuto anche la grande capacità di renderlo vivo attraverso la descrizione dei suoi numerosi personaggi. Tutti, che siano protagonisti oppure semplici figure di passaggio, sono descritti con estrema precisione, e pur trattandosi di personaggi di pura finzione letteraria sembrano persone “vive” e reali.
Oltre a Rossella, la vera protagonista del romanzo, gli altri personaggi principali sono Ashley Wilkes, Melania Hamilton e Retth Butler; ognuno di essi rappresenta un modo diverso di affrontare il cambiamento, in un nuovo mondo dove o si hanno delle capacità di adattamento o inevitabilmente si soccombe.
Rossella è all’inizio del romanzo una ragazzina egoista e capricciosa, “troppo giovane e viziata per aver mai saputo che cosa fosse una sconfitta”. Vive circondata dall’affetto della sua inseparabile Mammy e da quello dei suoi genitori: la dolce e gentile Mrs Elena, della nobile famiglia dei Robillard, e Mr Gerardo O’Hara, un irlandese giunto in Georgia senza un soldo e che ha costruito con le proprie mani il suo impero, un uomo all’apparenza burbero e collerico, ma in realtà un’ottima persona. Rossella è circondata, grazie al suo carattere frivolo e civettuolo, da una moltitudine di giovani pretendenti, ma proprio per queste sue caratteristiche non è in grado di avere amicizie femminili ed ha un pessimo rapporto persino con le sorelle.
Retth Butler è un personaggio che può essere considerato il pendant maschile di Rossella, il capitano è una simpatica canaglia, una persona che non si trattiene dal dire quello che pensa qualunque siano le conseguenze, una persona che non si fa scrupoli per il proprio tornaconto. Entrambi si curano poco o nulla delle convenzioni sociali e delle buone maniere, ma mentre Rossella è mossa solo da egoismo, ogni sua azione anche meritevole viene da lei compiuta sempre in previsione di ottenere qualcosa che desidera, Retth dimostrerà in più di un’occasione di possedere gentilezza e bontà d’animo.

“Dite delle cose scandalose!”
“Scandalose e vere. Purché si abbia coraggio… e denaro, si può fare a meno della reputazione.”

Entrambi però, pur restando nei loro cuori fedeli al Sud, non si fanno scrupolo di sfruttare a loro beneficio la situazione venutasi a creare nel paese e, senza alcun senso di colpa, non disdegnano di far affari e frequentare i loro “conquistatori” pur non condividendone modi ed opinioni. Alla fine però Retth risulterà più debole di Rossella che dimostrerà fino all’ultimo una forza di carattere straordinaria. Nella loro storia d’amore il capitano Butler soccomberà davanti alla capricciosa e indomita Rossella, al punto di darsi per vinto e abbandonarla nonostante ne sia stato suo malgrado innamorato. Anche davanti alla morte dell’adorata figlia, Diletta, mentre Rossella sconvolta dal dolore riesce comunque ad elaborare il lutto, Retth cade in una profonda depressione che lo porta quasi alla follia. Rispetto al film, il libro mette in maggiore evidenza i punti deboli del carattere del capitano Butler indagando molto più a fondo i suoi sentimenti e mettendo in evidenza i suoi errori di gioventù ed i rapporti con la sua famiglia; il romanzo riesce quindi a darci un quadro più completo della sua complessa personalità.
Retth Butler è un personaggio bellissimo, dolce, forte, contradditorio ed amabile, non si può non innamorarsi di lui fin dalla sua prima apparizione; nessuno in cuor suo può capire perché Rossella sia così ottusa da non rendersi conto subito che Retth vale mille volte di più del “decadente” Ashley… Rossella invece o la si ama o la si odia, non esistono mezze misure nei sentimenti che si possono provare verso di lei, resterà fino alla fine una bambina frivola e viziata, spesso irritante, ma darà prova di una forza di volontà, di una pronta intelligenza, di una scaltrezza che non la si può comunque che ammirare al di là di essere d’accordo o meno con i suoi metodi. Rossella ama solo se stessa e Tara, ma anche l’amore per Tara è in fin dei conti un amore egoistico, perché da buona irlandese, figlia di Mr Geraldo O’Hara, da quella terra riesce a trarre non solo sostentamento ma anche la forza per affrontare le avversità e i momenti bui della vita:

“La terra è la sola cosa al mondo che valga qualche cosa” urlò Geraldo, e le sue braccia corte e grosse facevano grandi gesti di indignazione “perché è la sola cosa al mondo che rimane e, non dimenticarlo! La sola per cui valga la pena di lavorare, di lottare…di morire”.

L’altra coppia, quella formata da Ashley e Melania, è la coppia rivolta al passato. Melania è una donna apparentemente debole, ma che proprio grazie alla sua debolezza riesce ad essere fonte di forza per tutti coloro che ruotano intorno a lei: il marito, Rossella e lo stesso Retth che ha per lei un rispetto incondizionato. Melania ama Rossella come una sorella, non concepisce il tradimento e la cattiveria perché sono lontani dal suo cuore, non può vedere il male perché per lei il male non esiste. Pur nella sua debolezza dimostra più di una volta la forza di una tigre quando si tratta di difendere le persone che ama. Melania continua a vivere nel passato pur rendendosi conto che le cose sono cambiate, ma riesce a farlo con il sorriso, nel cambiamento preferisce accontentarsi del poco che le rimane pur di non soccombere e dimenticare se stessa, le proprie idee e la propria identità. Nel libro Melania è un personaggio positivo e, anche se a volte la sua infinita bontà risulta un po’ imbarazzante e al limite della credibilità, è una persona vera con sentimenti veri, paure e preoccupazioni come ogni altro. Nel film invece il suo è un personaggio stucchevole e ne viene data l’immagine che ne ha Rossella cioè quella di un’inutile bambola di porcellana, senza tener conto della vera personalità di Melania né dell’opinione che le persone che la circondano hanno di lei.
Ashley Wilkes, nel libro come nel film, è l’opposto di Rossella. Lei è una donna piena di vita, vivace, allegra ma priva di cultura; lui è invece un uomo colto, che ha viaggiato nel vecchio continente, i cui principali interessi sono l’arte, la letteratura, la poesia, ma è anche una persona che vive in un mondo tutto suo, è un sognatore, un uomo che passa le sue giornate a riflettere, che ama pensare, ma non agire.

 “egli viveva in un mondo interiore molto più bello della Georgia, e tornava malvolentieri alla realtà”.

Ashley è l’emblema di chi non è riuscito ad affrontare il cambiamento, lui che aveva sempre vissuto in una realtà tutta sua, non riesce a trovare né la volontà né la forza di adattarsi al nuovo mondo. Vive aggrappandosi al passato e, come un parassita, trae sostentamento e forza da sua moglie Melania e da Rossella che lo accudiscono come se fosse un bambino.

“Ashley è un bravissimo uomo!” lo difese Rossella con fervore.
“Non ho mai detto il contrario; ma è bisognoso di aiuto come una tartaruga coricata sul dorso. Se la famiglia Wilkes riesce a superare questo periodo difficile, è perché c’è Melania che vince le difficoltà; non Ashley”.

Ormai disilluso comprende di essere stato sconfitto dalla vita, è quando muore la moglie resta solo un uomo terrorizzato, smarrito e debole.
Ho visto il film innumerevoli volte e ogni volta è stata un’emozione, per questo motivo per molto tempo sono stata restia a leggere il libro, temevo che potesse essere una delusione. Ora posso dire che mi spiace non aver letto prima il romanzo. Per quanto possa essere intrigante ed interessante, il film non eguaglierà mai la completezza e la ricchezza del libro. Come ho già sottolineato precedentemente alcune parti nel film sono state tagliate, perdendo così non solo il racconto della maggior parte degli avvenimenti storici dell’epoca, come il racconto di alcune celebri battaglie o i riferimenti al Ku Klux Klan, e la possibilità di conoscere molti personaggi secondari interessanti che non figurano sul grande schermo come ad esempio Mrs Tarleton, Cade Cavet, Franco Picard, i figli di Rossella Wade ed Ella avuti rispettivamente dal Carlo Hamilton e da Frank Kennedy, e molti altri come lo zio Pietro, Dilcey, Will Benteen… ma soprattutto nel film non abbiamo nessun riferimento alle interessantissime pagine che raccontato la storia di Mr O’Hara e della bella e nobile Elena Robillard. Inoltre ci sono alcuni punti del film che hanno decisamente semplificato la storia, come la morte di Geraldo O' Hara avvenuta sì per una caduta da cavallo, ma in circostanze ben diverse da quelle raccontate sul grande schermo…
Basta, mi fermo qui, ho già anticipato troppe cose! Se avete amato il film dovete leggere assolutamente il libro!
Un’ultima cosa: il romanzo merita davvero di essere letto, ma dovrete avere tanta pazienza per la traduzione (mi riferisco all’edizione Classici Moderni Oscar Mondadori), incontrerete infatti moltissime frasi dove le scelte dei tempi e dei modi verbali sembrano essere estratte a caso da un bussolotto…qualche esempio?

Se sorridere, civettare ed essere sventate poteva attrarlo, civetterebbe con piacere e sarebbe più sventata di Caterina Calvert. E se erano necessarie misure più ardite, ebbene! Le prenderebbe.

oppure

Sapeva che, se cominciasse, piangerebbe come quella volta nella criniera di cavallo, durante la tremenda notte della caduta di Atlanta (…)