mercoledì 21 agosto 2013

“La lettera scarlatta” di Nathaniel Hawthorne

LA LETTERA SCARLATTA
di Nathaniel Hawthorne
EINAUDI
Nathaniel Hawthorne è ritenuto con Edgar Allan Poe, Herman Melville e Mark Twain uno dei più importanti scrittori dell’Ottocento statunitense.
Nato a Salem nel 1804, cittadina famosa per il processo alle streghe, raggiunse la celebrità proprio con “La lettera scarlatta”, il suo romanzo più conosciuto.
Il primo antenato di Hawthorne ad emigrare dall’Inghilterra nel 1630 fu il padre di John Hathorne, il cui nome è giunto sino a noi perché fu uno dei giudici del processo alle streghe di Salem.
Proprio per prendere le distanze dal suo antenato e dai delitti da lui commessi, lo scrittore decise di cambiare il suo cognome da Hathorne in Hawthorne.
Non stupisce quindi la sua scelta di scrivere un romanzo ambientato nel New England del Seicento in cui poter analizzare le restrizioni e i valori della società puritana dell’epoca.

L’introduzione che fa da cornice alla storia narrata nel libro è il racconto di come un impiegato della dogana di Salem, un alter-ego dello stesso Hawthorne che realmente dal 1846 al 1848 ricoprì l’incarico di supervisore della dogana di Salem, trovi dei documenti relativi alla vicenda insieme ad un pezzetto di stoffa decorata da una lettera “A” ricamata in rosso.

Il racconto, ambientato a Boston, inizia con Hester Prynne che tenendo in braccio una neonata, la figlia dello scandalo, viene scortata attraverso la folla e condotta sul palco della gogna. Qui la donna viene esposta al pubblico ludibrio per aver commesso adulterio e condannata per il resto dei suoi giorni ad esibire cucita sul petto la lettera “A” di adultera.
Nonostante le numerose e pressanti richieste, Hester Prynne si rifiuta categoricamente di rivelare chi sia il padre della piccola Pearl.
Il marito di Hester, che nessuno conosce, è appena tornato dopo essere stato tenuto prigioniero dagli indiani per un lungo periodo. Incontra la moglie e davanti al suo rifiuto di voler pronunciare il nome dell’amante, le impone di non di non rivelare a nessuno la sua vera identità e assume il nome di Roger Chillingworth.
Il marito decide quindi di stabilirsi a Boston e di dedicarsi alla professione medica sfruttando le sue conoscenze  e quanto appreso dagli indiani durante la sua prigionia in questa materia.
Tra la folla, oltre al dottor Chillingworth un altro protagonista della storia assiste al triste spettacolo, il reverendo Arthur Dimmesdale, un predicatore eccellente nonché un pastore amato da tutta la comunità.
Sin dalle prime pagine risulta chiaro però che proprio lui è in verità il colpevole, il padre di Pearl.

“La lettera scarlatta” è un romanzo dove il confine tra vizio e virtù è davvero sottile e difficilmente definibile; è una storia di colpa e redenzione, di sete di vendetta e di ricerca della verità.

Ogni personaggio deve convivere con la propria colpa, affrontare il proprio destino e fare i conti con la propria coscienza.

Hester ha deciso di proteggere l’uomo di cui è innamorata non rivelandone il nome. E’ cosciente della colpa commessa e accetta pertanto di espiare la sua pena, vivendo isolata ai margini della società. Ha un unico conforto: la compagnia della figlia Pearl, “la bambina folletto” che sembra nata proprio per ricordare alla madre il suo peccato e mantenere vivo in lei quel senso di colpa che, complice la lettera scarlatta ricamata sul suo petto, non l’abbandona mai.

Arthur Dimmesdale accetta in un primo tempo il sacrificio fatto da Hester per proteggerlo, ma resta ben presto schiacciato dal peso del senso di colpa non solo per aver lasciato sola la donna amata ma soprattutto per non essere più in grado di sostenere l’inganno perpetrato nei confronti dei suoi parrocchiani che lo venerano come un santo.

Roger Chillingworth è l’unico che nelle prime pagine potrebbe sembrare senza colpe, ma è solo un’illusione. La sua colpa ha avuto inizio nel momento in cui, già avanti con gli anni, ha sposato una donna giovane e piena di vita per lasciarla ben presto sola, dedicando il suo prezioso tempo libero esclusivamente allo studio. Infine proprio lui diventa il colpevole per eccellenza quando, ossessionato dalla sete di rivincita, decide di vendicarsi del reverendo portandolo sull’orlo della follia.

“La lettera scarlatta” è anche il titolo di un film del 1995, un adattamento cinematografico proprio del libro di Hawthorne, per la regia di Roland Joffè, con protagonisti Demi Moore nei panni di Hester, Gary Oldman in quelli del reverendo Dimmesdale e Robert Duvall in quelli del dottor Chillingworth.
Un bellissimo film che però presenta molte differenze con il romanzo non solo per la diversa impostazione del racconto ma anche per le modifiche apportate al testo originale e per un finale completamente diverso.


4 commenti:

  1. Ho questo libro sullo scaffale da anni, ma ne ho letto solo una riduzione inglese ai tempi del liceo: devo assolutamente recuperare (mannaggia alla mia mania di accumulare libri anche quando ho scorte in abbondanza), la tua recensione mi ispira molto! :)

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    1. Ti confesso un segreto...sono anni che l'ho in libreria anch'io e mi sono decisa a leggerlo solo quest'estate :)

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    1. Ti consiglio anche "L'isola dei due mondi" di Geraldine Brooks sempre sul genere anche se ovviamente non un classico della letteratura come "La lettera scarlatta"

      http://lenovefigliedizeus.blogspot.it/2013/10/lisola-dei-due-mondi-di-geraldinebrooks.html

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