domenica 15 settembre 2013

“I privilegiati” di Jonathan Dee

I PRIVILEGIATI
di Jonathan Dee
BEAT
Edizione originale NERI POZZA
Adam e Cynthia sono belli, giovani e rampanti; lui sempre attivo, detesta i tempi morti ed è un maniaco della forma fisica, lei vanitosa e sicura di sé è una di quelle persone che non crolla se le cose non vanno alla perfezione.

Decidono di sposarsi prima di tutti i loro amici, non vogliono aspettare, hanno ben chiari i loro obiettivi e sanno di essere fatti l’uno per l’altra.

(…) essere il rifugio sicuro l’uno dell’altra, è questo che ti fa capire di aver trovato ciò di cui tutti lamentano l’assenza.

Il romanzo inizia proprio dal racconto del loro matrimonio. Due ragazzi appena ventiduenni che scalpitano per lasciarsi alle spalle il loro vissuto e soprattutto le loro famiglie fatte di persone “normali”.
Adam e Cynthia quasi si vergognano delle loro “umili” origini, vogliono gettarsi al più presto nella mischia, fare soldi e avere successo.

Ogni scelta, ogni azione nella loro vita è proiettata verso il futuro perché ogni attimo nel momento in cui lo si vive è già passato. E’ necessario guardare sempre avanti, mai voltarsi indietro negli affetti come nel lavoro perché il rischio di essere risucchiati dai ricordi è troppo grande.

Subito dopo il loro matrimonio si trasferiscono a New York, Adam lavora nel mondo dell’alta finanza, sotto l’ala protettiva di un capo che lo adora e per il quale invece lui prova solo disgusto, sfrutta il momento e compie speculazioni illecite in borsa, approfittando di informazioni riservate, per arrotondare le entrate familiari; Cynthia resta a casa ad occuparsi dei figli, April e Jonas, ovviamente due bambini bellissimi e viziati.

La storia si svolge in un arco di tempo di circa 20 anni, alla fine del romanzo i ragazzi hanno più o meno l’età dei genitori all’epoca del loro matrimonio.
Il libro è in sostanza la storia di una famiglia, una famiglia di privilegiati, come li definisce il titolo stesso.

Quello di Dee è un romanzo originale nel suo genere, infatti, anche se la trama è piuttosto ovvia, il modo in cui lo scrittore racconta la storia non lo è affatto.
Romanzi di questo genere tendono a diventare solitamente un susseguirsi di tradimenti e di lamentele e recriminazioni da parte di gente ricca e insoddisfatta.
I protagonisti de “I privilegiati” invece sono persone “vere”. Reale è la crisi di Cynthia colta dall’ansia di essere diventata una di quelle mogli ricche che hanno come unico scopo nella vita accudire i figli e andare in palestra, costretta ad osservare giorno dopo giorno l’inarrestabile decadimento del proprio corpo. Così come appartiene al mondo reale il desiderio di Adam di proteggere la propria famiglia da ogni eventuale incertezza economica a costo di sacrificare a questo scopo ogni scrupolo etico.

Non esisteva niente di sbagliato, se non quello che lo era negli occhi di lei.

Jonathan Dee non esprime alcun giudizio morale nei confronti dei suoi personaggi, lo scrittore si limita a raccontarci la loro storia, una storia comune a molti “nuovi ricchi”.
Dee pone l’accento sul fatto che i protagonisti del suo romanzo non vogliano accumulare ricchezza per il solo piacere di farlo, ma per mettersi al riparo da eventuali rovesci di fortuna. La povertà fa paura.

(…) la questione non era il bisogno, era il desiderio di sentirsi al sicuro a questo mondo.

Quello che potevi aver fatto il giorno prima non significava nulla: l’istante in cui smettevi di valutare ciò che avevi costruito aveva inizio la rovina.

Il ritmo del romanzo è incalzante, coinvolgete, carico di suspense; alcune pagine sembrano appartenere quasi ad un romanzo thriller per come lo scrittore riesce a tenere il lettore con il fiato sospeso.
Il finale è un finale aperto, potrebbe essere la rovina o la salvezza per tutti i personaggi o forse solo alcuni di loro potrebbero riscattarsi.
Ogni protagonista del romanzo ha intrapreso un proprio percorso di autoanalisi psicologica e resta da scoprire dove questo li condurrà.
Al lettore rimane comunque la speranza di salvezza e redenzione per tutti quanti.


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