lunedì 28 luglio 2014

“Il fantasma dell’Opera” di Gaston Leroux (1868 – 1927)

IL FANTASMA DELL’OPERA
di Gaston Leroux
NEWTON COMPTON EDITORI
Pubblicato nel 1911 “Il fantasma dell’Opera” è forse il romanzo più conosciuto di Leroux, opera che contribuì inoltre a consacrare definitivamente la fama dello scrittore.

Ad oggi sono molte le trasposizioni cinematografiche del libro la cui fortuna ha visto anche adattamenti teatrali, trasformazioni in musical e perfino adattamenti per il balletto.

La trama del romanzo è nota a tutti.

Erik, conosciuto da molti come il fantasma dell’Opera e da alcuni come il signore delle botole, vive nei sotterranei del teatro.
Il suo aspetto mostruoso non gli permette di potersi presentare in pubblico se non indossando una maschera che nasconda le sue orribili fattezze.
                                                                                               
E’ prodigiosamente magro e il suo frac volteggia sopra una impalcatura scheletrica. I suoi occhi sono così profondi che le pupille, immobili, non si distinguono bene. Insomma, si vedono soltanto due grandi buchi neri come dei crani morti. La sua pelle, tesa sull’ossatura come la pelle di un tamburo, non è bianca, ma sgradevolmente giallastra; il naso è così minuscolo da essere invisibile di profilo, e l’assenza di quel naso è cosa orribile a vedersi. Tre o quattro lunghe ciocche castane sulla fronte e dietro le orecchie fungono da capigliatura.

Erik è però un personaggio dalle mille risorse: è un abile costruttore, a lui viene attribuita infatti in parte la costruzione del teatro con i suoi numerosi cunicoli, passaggi segreti e botole; è un capace ventriloquo, tanto da essere definito il migliore del mondo, e per finire è dotato di eccezionali doti canore.

Proprio grazie alla sua magnifica voce, Erik presentandosi come l’angelo della musica riesce ad ammaliare Christine Daaé, una giovane ed ingenua cantante, orfana di padre.
Il padre della ragazza, un valente violinista di origini svedesi, aveva raccontato a Christine, quando questa era solo una bambina, la storia dell’angelo della musica e, proprio a causa del ricordo legato al genitore, lei ingenuamente cade nel tranello di Erik.

Christine un giorno rivede a teatro un amico di infanzia, Raoul ovvero il visconte di Chagny; questi si innamora perdutamente della ragazza da lei ricambiato.
La loro storia d’amore però sarà una storia di tormenti e paura poiché il fantasma dell’Opera non ha nessuna intenzione di cedere al rivale la donna che anch’egli ama perdutamente e userà ogni mezzo a sua disposizione per sposare Christine e sbarazzarsi di Raoul.

Leroux conduce sapientemente la narrazione tenendo sempre alta l’attenzione del lettore utilizzando le strutture del romanzo epistolare e diaristico.
Riesce inoltre a rendere sempre partecipe il lettore della storia porgendo a questi il racconto da diversi punti di vista attraverso le testimonianze, i racconti, le memorie di vari personaggi.

Le ultime pagine che riguardano l’epilogo del racconto e svelano chi sia in effetti Erik, sono affidate alla testimonianza di colui che a teatro è conosciuto come il Persiano ma che Erik chiama il daroga.
Il daroga (capo della polizia) aveva salvato la vita ad Erik anni addietro in Persia quando questi era stato condannato a morte dal sultano perché non potesse mai svelare i misteri del palazzo che gli aveva costruito e non ne potesse costruire di simili per altri committenti.

Il Persiano si sente quindi responsabile dei delitti commessi da Erik e tenta in tutti i modi di porgli un freno.

Raoul e Christine sono due tra i personaggi principali, eppure non mi hanno particolarmente entusiasmata: troppo ingenua e svenevole lei, troppo imberbe e mellifluo lui, insomma ben lontani da personaggi dai caratteri forti e ben delineati come Mina Murray e Jonathan Harker vessati da Dracula nell’omonimo romanzo di Bram Stoker.

Erik è invece un personaggio ben riuscito, non solo per la descrizione del suo aspetto fisico, delle sue qualità diaboliche e per la sua astuzia, ma sopratutto per quel senso di pietà che sa infondere nel lettore al termine della narrazione quando vengono svelati i particolari della sua infanzia e quando egli stesso apre il cuore al Persiano raccontandogli del bacio dato e ricevuto da Christine.

Il fantasma dell’Opera è un mostro, un essere crudele che come Frankenstein, celebre personaggio nato dalla penna di Mary Shelley, rivendica la sua appartenenza al mondo degli uomini con gli unici mezzi che ha a sua disposizione.
Lui essere deforme dalla voce d’angelo anela esclusivamente ad essere amato come qualunque altro essere umano.

Amami e vedrai! Avevo soltanto bisogno di essere amato per diventare buono!

“Il fantasma dell’opera” è un romanzo teatrale e gotico dove le descrizioni dei luoghi sono dettagliatissime e perfette.
Ogni cosa è raccontata da Leroux con una tale dovizia di particolari che il lettore non fa alcuna fatica a ricreare nella sua mente ogni angolo del teatro e della casa sul lago.

E’ una storia terribile e misteriosa dove si potrebbe dire che i veri protagonisti siano i sentimenti: la passione, la vendetta, l’amore, la gelosia, la compassione…

E’ un romanzo che raccoglie in se diverse tipologie di scrittura che appartengono a diversi stili letterari come il poliziesco, la commedia, l’avventura e l’horror. 
Forse si deve anche a questa contaminazione di generi se “Il fantasma dell’opera” riesce ancora oggi, a più di un secolo dalla sua prima pubblicazione, ad affascinare il lettore moderno e a coinvolgerlo dalla prima all’ultima pagina.



2 commenti:

  1. Devo ancora leggerlo, ma sinceramente non mi attira più di tanto....

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    1. Non mi attirava molto e ammetto che non lo metterei tra i miei libri preferiti, ma non è un brutto romanzo anzi...
      Comunque è un classico e come tale credo che debba essere letto, per questo motivo alla fine ho ceduto :-)

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