domenica 24 agosto 2014

“L’illusione della separatezza” di Simon Van Booy

L’ILLUSIONE DELLA SEPARATEZZA
di Simon Van Booy
NERI POZZA
“L’illusione della separatezza” è un romanzo difficile da riassumere in quanto pur trattandosi di un libro di poco più di duecento pagine, queste sono di una tale intensità che diventa quasi impossibile provare a condensarne il significato senza correre il rischio di rovinare la bellezza dell’insieme.

Siamo qui per risvegliarci dall’illusione della separatezzasono queste parole del monaco zen Thich Nhat Hanh che hanno ispirato Van Booy nella scelta del titolo e non solo.

Il filo conduttore del romanzo è il concetto che ogni evento e ogni scelta nella nostra vita siano strettamente legati gli uni agli altri.
Nulla accade per caso, ad ogni azione corrisponde una reazione e

che ne siamo consapevoli o meno, ovunque andiamo lasciamo una parte di noi.

Nel libro ogni capitolo è dedicato ad un personaggio che a sua volta può essere il protagonista anche di più di un capitolo.
Ciò che è davvero significativo è che le vite di ciascuno dei protagonisti, senza che essi ne siano a conoscenza, sono legate le une alle altre.

Nel 1944 John Bray cade durante una missione. Il suo aereo, un B-24 Liberator viene abbattuto dalla contraerea tedesca nella Francia occupata dai nazisti.
Egli è l’unico superstite e dopo aver ricevuto soccorso dai maquis, i membri della Resistenza nelle zone rurali, vaga per il territorio francese nella speranza di riuscire a ritornare in patria, nella lontana Long Island, dalla sua amata Harriet.
Durante quel suo vagabondare, ferito e malconcio, incontra un soldato tedesco, un ragazzo più spaventato ed affamato di lui.
John gli punta contro la pistola, ma alla fine preferisce non sparare e lasciarlo vivere; dopo aver condiviso quel poco cibo che possiedono ognuno prosegue per la propria strada.
Sarà questa decisione del soldato americano nei confronti di quello tedesco a costituire l’evento che cambierà la vita di molte persone.

Così leggiamo della storia di Hugo l’uomo senza volto, a seguito di un colpo di arma da fuoco; quella di Anne-Lise, la ragazza che durante il secondo conflitto mondiale a soli 17 anni combatte per le strade tra le fila della Resistenza francese; di Martin, l’uomo gentile che accudisce gli anziani della casa di riposo Starlight a Los Angeles; di Danny, il ragazzino dislessico che impara a leggere grazie all’aiuto di un vicino di casa e che, dopo essersi fatto strada nel mondo del cinema come regista, non dimentica chi gli è stato accanto quando era solo un bambino che la madre era costretta ad affidare alle cure dei vicini per poter andare a lavorare e sbarcare il lunario; di Amelia, la ragazza cieca dotata di una forza straordinaria che le permette di vivere la sua vita senza lasciarsi abbattere dalla sua malattia, riuscendo così a trovare la sua strada nel mondo; di Sebastien che, dopo più di vent’anni dall’incidente, si ritrova a giocare vicino alla carcassa del B-24 di John e ritrova la foto di Harriet che il soldato portava sempre con sé.

“L’illusione della separatezza” è un romanzo struggente, emozionante ed elegante; è vera poesia in prosa.
E’ un libro da leggere, sottolineare e rileggere per non dimenticarne frasi e passaggi di infinita bellezza.
Ciascuno di noi, come i protagonisti del romanzo, è parte della storia. 
Leggendo queste pagine infatti comprendiamo che tutti noi, nessuno escluso, facciamo parte di un unico universo dove sogni, paure, solitudini, delusioni sono propri di ogni essere umano:

Credo che le persone sarebbero più felici se ammettessero più spesso i fatti. In un certo senso siamo tutti prigionieri di un ricordo, o di una paura, o di una delusione, siamo tutti definiti da qualcosa che non possiamo cambiare.

Non è davvero possibile raccontare il romanzo di Simon Van Booy perché, per poterne apprezzare pienamente la bellezza e comprenderne a fondo il significato, è estremamente necessario che sia il lettore stesso a leggere le sue pagine, facendosi trasportare dalle infinite emozioni che solo le parole del romanzo sapranno suscitare in lui.




2 commenti:

  1. Elisa, quanti libri hai letto in vacanza?

    Tra l'altro, stai sfornando post proprio come fossero panini. Complimenti per l'impegno.

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    1. Grazie! Direi una decina...purtroppo il brutto tempo mi ha aiutata molto :)

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