sabato 4 ottobre 2014

“Agnes” di Peter Stamm

AGNES
di Peter Stamm
BEAT
(Edizione originale Neri Pozza)
Agnes è morta. L’ha uccisa un racconto. Di lei non mi è rimasto nulla, se non questo racconto.

Questo l’incipit del romanzo, indubbiamente un inizio particolare ed intrigante.

Il protagonista del libro, io narrante della storia, scrive libri divulgativi.
Ha pubblicato volumi sui più svariati argomenti dai sigari alle biciclette. Al momento è impegnato a scrivere un libro sulle vetture ferroviarie di lusso.

Lui è svizzero di madrelingua tedesca e si trova a Chicago per condurre le ricerche per la sua prossima pubblicazione.
Un giorno in biblioteca conosce una ragazza molto più giovane di lui, ma nonostante l’evidente differenza d’età, la giovane potrebbe essere infatti sua figlia, ne rimane immediatamente colpito.

Agnes ha venticinque anni ed è laureata in fisica, al momento è impegnata a scrivere la sua tesi e lavora part-time come assistente all’Istituto di Matematica di Chicago; suona il violoncello e fa parte di un quartetto d’archi tutto femminile.
E’ una ragazza particolare, soffre di claustrofobia, detesta gli ascensori e gli appartamenti ai piani alti, inoltre:

in lei era insita una strana gravità, le sue opinioni erano inflessibili

Il loro incontro è un incontro normalissimo, durante una pausa in biblioteca, scambiano quattro parole e si incontrano nuovamente nei giorni successivi, iniziano a frequentarsi dapprima solo come amici ma poi tra loro nasce una storia vera e propria.

Tutto sembra procedere per il meglio fino a quando Agnes chiede al suo compagno di scrivere un racconto su di lei così da poter capire attraverso quelle pagine che cosa lui pensi veramente di lei e della loro situazione sentimentale.

Da qui la narrazione si sdoppia: abbiamo il racconto dell’autore, il romanzo vero e proprio, e quello scritto dal protagonista del romanzo stesso ovvero “il racconto di Agnes”.

La situazione precipita quando Agnes, leggendo la sua storia, sembra considerarla una via da seguire e la fa diventare una sorta di copione da interpretare e rendere reale…

La trama del romanzo è di una semplicità disarmante, la storia è una storia come tante: due persone si incontrano per caso, si conosco, si piacciono, si innamorano ma, come spesso accade, la vita le allontana.

Giorno dopo giorno nasce qualche incomprensione, una parola non detta o una parola di troppo e la storia d’amore inevitabilmente naufraga.

Sarà per l’idea particolare del racconto nel racconto o per la scrittura limpida e asciutta che rende la lettura piacevolissima, ma il romanzo di Stamm è decisamente un libro intenso e sorprendente; la storia che ci racconta scivola via come sabbia tra le dita.

La vita quotidiana logora il rapporto dei protagonisti come la classica goccia che giorno dopo giorno scava la roccia.

La fragilità e l’insicurezza di Agnes sono sentimenti che appartengono a tutti così come reali e comuni sono le paure di lui, la sua voglia di vivere un’intensa storia d’amore ed allo stesso l’ansia per l’impegno che questo comporterebbe:

Se adesso vado da Agnes, pensai, è per sempre. E’ difficile da spiegare; sebbene l’amassi e fossi stato felice con lei, solo senza di lei avevo la sensazione di essere libero. E per me la libertà era sempre stata più importante della felicità. Forse era questo che le mie compagne avevano chiamato egoismo.

Peter Stamm ha la capacità di saper raccontare la vita, la vita vera, quella di tutti i giorni e di saper sviscerare i sentimenti con una semplicità e una linearità senza eguali.

Con “Agnes”, Stamm riesce a coinvolgere il lettore parlandogli delle sue stesse emozioni, della continua e disperata ricerca della felicità, dell’ansia di vivere, dell’angoscia e del desiderio che si provano dinnanzi all’idea di legarsi ad un’altra persona, della voglia di libertà e della sensazione di estraneazione dal resto del mondo che spesso si prova.

Un romanzo, quello di Stamm, semplice solo ad una lettura superficiale, ma che in verità indaga profondamente la mente ed il cuore dell’uomo.






2 commenti:

  1. Questo è un romanzo che mi incuriosisce parecchio. Non so perché, ma mi fa tornare in mente L'uomo che voleva essere se stesso, anche se immagino che abbiano poco o niente in comune. Forse è che da questo post Agnes pare essere una storia così singolare e anche il libro di Ambrose mi era parso insolito.

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    1. Purtroppo non ho letto il libro di Ambrose e quindi non posso dirti nulla in merito.
      Io ho trovato affinità con Mr Gwyn di Baricco anche se a dire il vero non saprei quali. Forse il modo di scrivere? il racconto sospeso? il finale incerto? ma...
      comunque bentornata :)

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