domenica 22 febbraio 2015

“La dama e l’unicorno” di Tracy Chevalier

LA DAMA E L’UNICORNO
di Tracy Chevalier
BEAT
(edizione originale Neri Pozza)
Parigi 1490, Jean Le Viste ha deciso di commissionare a Nicolas des Innocentes la decorazione del salone della sua casa in Saint-Germain-des-Près.

Jean Le Viste è un uomo influente e ricco, non avvezzo agli scherzi, caparbio e prudente, un uomo che non ammette di essere contraddetto, che pretende che tutti facciano come dice e che lo facciano immediatamente.

Nicolas des Innocentes è un pittore che vanta una certa reputazione a corte come miniaturista, è solito dipingere piccoli ritratti che le dame regalano ai loro ammiratori.
Per arrotondare le proprie entrate però non disdegna di dipingere anche stemmi e decorare gli sportelli delle carrozze.

Jean Le Viste questa volta ha deciso di commissionargli qualcosa di diverso, il pittore dovrà creare i disegni per la Grande Salle, un ambiente lungo più di dieci passi e largo cinque, che saranno poi trasformati in arazzi di dimensioni tali che gli artigiani impiegheranno anni per tesserli.

Nicolas des Innocentes nonostante il timore per quanto richiestogli, non può certo permettersi di rifiutare una commessa così importante.

Jean Le Viste vuole che gli arazzi rappresentino la battaglia di Nancy, ma dopo aver incontrato Claude, la figlia maggiore del committente e sopratutto in seguito agli ordini tassativi ricevuti dalla moglie di Jean Le Viste, Geneviève de Nanterre, Nicolas accetta di cambiare il soggetto, convincendo lo stesso committente della bontà della nuova proposta.

A mon seul désir

Gli arazzi rappresenteranno la storia di una dama e del suo desiderio di sedurre un unicorno.

L’opera vede la sua realizzazione nella bottega artigiana del lissier George de la Chapelle a Bruxelles, bottega nella quale facciamo conoscenza degli altri protagonisti della storia: la moglie di George, Christine du Sablon, i loro figli George Le Jeune e Aliénor, il cartonista Philippe de Tour oltre a diversi personaggi minori che completano l’affresco creato dalla sapiente penna dell’autrice.

La vista
Ogni personaggio, capitolo dopo un capitolo, racconta in prima persona la propria parte di storia, una storia che si dipana tra Parigi e Bruxelles negli anni che vanno dal 1490 al 1492 e nella quale si intrecciano le vite dei vari protagonisti, tra l’ossessione di Nicolas per Claude e la vita nella bottega di George.

Qualche accenno all’opera descritta nel romanzo è però necessaria. Per prima cosa va detto che non si sa chi sia l’autore né chi realizzò materialmente gli arazzi del ciclo “La dama e l’unicorno”.
Il gusto
Non si conosce neppure il nome del membro della famiglia Le Viste che commissionò l’opera, ma per le tecniche di tessitura e per la tipologia degli abiti rappresentati, si propende per datare gli arazzi alla fine del XV secolo, pertanto diventa abbastanza plausibile riconoscere nel committente il nome di Jean Le Viste.
Inoltre la tecnica del millefleurs (o millefiori) indicherebbe il Nord Europa e più precisamente le botteghe di Bruxelles come il più probabile dei luoghi per la loro realizzazione.

Il tatto
Gli arazzi non rimasero di proprietà dei Le Viste per molti anni, infatti, alla morte di Claude la proprietà passò agli eredi del suo secondo marito.
Nel 1660 facevano bella mostra appesi alle pareti di un castello a Boussac, dove furono scoperti nel 1841 da Prosper Mérimé piuttosto mal ridotti.
Nel 1882 furono acquistati dal governo francese per essere esposti nel Museo di Cluny a Parigi dove sono ancor oggi esposti perfettamente restaurati.



Il ciclo di arazzi, realizzati in lana e seta, è composto da sei pannelli al centro di ognuno dei quali sono rappresentati la dama e l’unicorno.

L'olfatto
Cinque pannelli sono dedicati ai cinque sensi (il gusto, l’udito, la vista, l’olfatto e il tatto); il sesto pannello invece più grande degli altri e differente per stile, riporta in altro la scritta A mon seul désir e risulta di più difficile interpretazione.

Tracy Chevalier in questo romanzo, come in tutti i suoi libri, riesce a trasportare il lettore in un’epoca lontana grazie alla creazione di personaggi perfettamente descritti e, attraverso una scrittura piacevole e scorrevole, riesce ad affascinarlo con la storia dell’arte tessile degli arazzi.

L'udito
Il lettore non può che rimanere rapito e ammaliato davanti alla dettagliata e minuziosa descrizione di come nasceva questo tipo di opera d’arte; un manufatto dalla funzione a metà tra quella decorativa e quella più utile seppur prosaica di rendere l’ambiente più caldo e accogliente nelle fredde giornate invernali. 

Tracy Chevalier in “La dama e l’unicorno” ci racconta la storia, ovviamente di fantasia, di una delle opere più misteriose della storia dell’arte e lo fa con la bravura e con la grande competenza storica che la contraddistinguono, intessendo una trama che ci parla di amori impossibili, di seduzione, di lavoro, di fatica e di arte.

Se amate lo stile di Tracy Chevalier e i suoi romanzi, se avete apprezzato in modo particolare “La ragazza con l’orecchino di perla”, non potrete non rimanere conquistati dal fascino della storia narrata ne “La dama e l’unicorno”.



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6 commenti:

  1. Elisa, faccio outing: non ho mai letto alcunché di Tracy Chevalier. Anni fa, ormai, comprai Remarkable Creatures, che mi ispirava tantissimo, ma non l'ho ancora preso in mano... che vergogna! In un negozio di beneficenza comprai anche un altro suo romanzo, ma... beh, non ti ho appena confessato che non ho mai letto un suo libro?

    Devi sapere che ho sentito qualcuno che criticava il fatto che La dama e l'unicorno evitasse di inserirsi consapevolmente nella storia dell'epoca, rinunciando a menzionare la scoperta dell'America. Tu che ne pensi?

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    1. Sarò sincera, leggendo il libro sono rimasta affascinata dal modo in cui venivano fatti gli arazzi. La scoperta dell'America non mi è proprio venuta in mente. Comunque la storia del libro termina nella settuagesima del 1492, se ho ben capito quindi la terza domenica prima dell'inizio della quaresima, mentre la scoperta dell'America avviene qualche mese dopo, il 12 ottobre 1492.

      Tracy Chevalier inventa le storie e i personaggi prendendo spunto da fatti e opere d'arte reali, ma i suoi romanzi sono pur sempre finzioni letterarie.
      A me piace molto, anche se ci sono libri che mi sono piaciuti ovviamente più di altri.

      La dama e l'unicorno mi ha intrigato molto, anche di più de La ragazza con l'orecchino di perla e pensa che adoro Vermeer mentre non ho nessuna passione per gli arazzi, anzi...

      Il mio preferito però resta Remarkable Creatures (versione italiana "Strane creature").
      Ti informo però che tra gli amanti della Chevalier è quello che ha riscosso meno successo perchè un po' diverso dal suo genere.
      Ma credo che a te piacerebbe...fammi sapere quando troverai il tempo di leggerlo ^^

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  2. Mai letto nulla della Chevalier, ma il ciclo di arazzi l'ho visto! Molto, molto bello. Sono esposti in una sala in modo da permetterne di apprezzare i dettagli.

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    1. Ti invidio un pochino ^^
      Spero di riuscire a vederli anch'io un giorno...
      Bella anche l'idea di esporli in unica sala così da poterne apprezzare l'insieme...

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  3. Ne sono uscita... nel senso che ho terminato il mio polpettone, me lo sono lasciata alle spalle e sono approdata a nuove letture.

    Aspetto il tuo ritorno... in gran corteo, con la Fiamma Aurea.

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    1. Come ti invidio!
      mi sa che per quanto mi riguarda dovrai aspettare un poco...il libro è bello, sono io che ultimamente ho calato il ritmo -_-

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