domenica 24 maggio 2015

“I dolori del giovane Werther” di J.W. Goethe (1749 – 1832)

I DOLORI DEL GIOVANE WERTHER
di Johann Wolfgang von Goethe

“I dolori del giovane Werther“ romanzo epistolare pubblicato nel 1774, procurò fin da subito al giovane Goethe un successo europeo e lo rese al tempo stesso il dominatore principale della scena letteraria tedesca.

Protagonista del romanzo è Werther, un giovane di buona famiglia, colto, amante del disegno e della letteratura classica.
Desideroso di allontanarsi dalla città trova rifugio a Wahlheim un villaggio della campagna tedesca e qui conosce Charlotte.

Lotte, orfana di madre, ha cresciuto da sola le sorelle ed i fratelli più piccoli ai quali è legata da profondo affetto; è una ragazza bellissima dotata di acume e di intelligenza non comuni.

Il carattere appassionato e l’anima ardente di Werther trovano piena corrispondenza in quelli di Charlotte che purtroppo però è già promessa sposa ad Albert, un uomo tranquillo, pragmatico e noioso.

Albert, pur comprendendo i sentimenti che legano Werther alla sua futura sposa, lascia che i due si frequentino concedendo egli stesso la propria amicizia al giovane Werther.

Werther, fortemente provato dall’intensità dei propri sentimenti che non riesce a reprimere, decide di allontanarsi da Charlotte.
Lascia Walhheim e accetta un posto presso un ambasciatore, ma ben presto disgustato dall’ipocrisia della società e avvertendo sempre più pesantemente la mancanza della donna amata, ritorna da lei che nel frattempo ha sposato Albert.

Al ritorno di Werther, Albert preoccupato che le malelingue possano nuocere al buon nome della moglie e della famiglia, chiede a questa di allontanare il giovane e di frequentarlo meno assiduamente.

Lotte vorrebbe compiacere il marito, ma si rende conto di quanto ormai lei stessa sia profondamente legata a Werther e un giorno questi riesce a strapparle un bacio.
Questo unico bacio sarà il congedo definitivo di Werther da Lotte e dalla vita stessa. Qualche ora dopo, infatti, il giovane si ucciderà con un colpo di pistola.

L’origine dell’opera ha una natura biografica. Goethe due anni prima di scrivere il romanzo si era innamorato di Charlotte Buff, la quale era fidanzata con il suo amico Kestner. Goethe aveva dovuto trovare la forza di rinunciare al suo amore impossibile e disperato, ma qualche anno dopo quegli stessi sentimenti repressi grazie alla sua forza di volontà e al suo invidiabile autocontrollo, trovarono vita attraverso le pagine del suo “Werther”, abbreviazione del titolo con il quale spesso viene ricordato il libro.

Werther è un eroe romantico, egli è l’anima gentile che detesta l’ipocrisia della società borghese incarnata invece da Albert che, al contrario di Werther, si sente a proprio agio nella routine.

I luoghi comuni e le convenzioni imposte dalla società sono liberamente accettati da Albert che le sente proprie mentre per Werther sono costrizioni dolorose e inaccettabili.
Proprio per questo Werther si trova a proprio agio con i bambini e con i contadini ovvero con quelle persone che possono essere identificate come anime semplici e pure.

In Werther troviamo la concezione totalmente romantica dell’amore e della natura propria dello Sturm und Drang e del successivo Romanticismo.

“I dolori del giovane Werther” colpirono l’attenzione di Ugo Foscolo che prese senza dubbio spunto anche dal romanzo di Goethe per scrivere il suo “Le ultime lettere di Jacopo Ortis”.

Werther e Ortis troveranno entrambi nel suicidio, nella negazione dell’essere, la sola possibilità di risolvere il conflitto tra natura e ragione, tra passione e dovere.
Per Goethe però è l’amore irrealizzabile ciò che porta il protagonista alla decisione di annientare se stesso, mentre per Foscolo oltre la disillusione dei sentimenti affettivi c'è anche la caduta di ogni illusione politica a portare il protagonista a questa decisione estrema.

Ho riletto “I dolori del giovane Werther” a distanza di anni e come la prima volta non sono riuscita a non farmi catturare dalla trama e lasciarmi coinvolgere dalla passione e dai sentimenti del protagonista.

Ho voluto riproporvi in breve qualche nota su quest’opera perché credo sia uno di quei libri la cui lettura sia irrinunciabile non solo perché influenzò tutta la letteratura successiva, ma soprattutto per la sua bellezza che a distanza di secoli riesce a riscuotere sempre un successo straordinario facendone uno dei classici più amati e famosi della letteratura mondiale.

“I dolori del giovane Werther” è uno di quei libri da tenere sul comodino per averlo sempre a portata di mano perché come diceva Italo Calvino:

D’un classico ogni rilettura è una lettura di scoperta come la prima.





domenica 17 maggio 2015

“L’Italia nello specchio del Grand Tour” di Cesare De Seta

L’ITALIA NELLO SPECCHIO
DEL GRAND TOUR
di Cesare De Seta
RIZZOLI
Il fulcro di questo saggio è il Paese reale, così come esso viene “scoperto” dalla coscienza europea in età moderna. La complessa e aggrovigliata esperienza del Grand Tour, viaggio di formazione della classe dirigente europea, fu un contributo rilevante alla cultura del cosmopolitismo, in cui è stato fondamentale il ruolo assunto dall’Italia come centro di aggregazione della civiltà nell’Europa moderna.
(tratto dall’introduzione)

Il saggio di Cesare De Seta è un viaggio nell’Italia vista con gli occhi dei tourists che nel corso dei secoli attraversarono il nostro paese regalandoci una specie di immagine di “unità nazionale” ancor prima che il paese stesso divenisse uno stato a tutti gli effetti.

L’Italia come nazione è uno stato giovane, ma agli occhi di coloro che la attraversarono nel passato, seppur una terra divisa politicamente, essa appariva come una terra unita spiritualmente in virtù del suo antico passato, ma anche grazie al suo comune patrimonio artistico ed alle sue incomparabili bellezze naturali.

L’Italia per la sua collocazione geografica e per ragioni legate più propriamente alla sua millenaria civiltà fu interessata dal passaggio di pellegrini fin dall’epoca medievale. Proprio dall’XI secolo inizia il racconto del prof. De Seta per soffermarsi poi ampiamente sui secoli XVII e XVIII, secoli interessati dal Grand Tour vero e proprio.

L’autore del saggio ha deciso di suddividere alcuni capitoli in base alla diversa nazionalità di appartenenza dei viaggiatori. Abbiamo così pagine dedicate al popolo britannico (inglesi, gallesi, scozzesi e irlandesi), al popolo francese e a quello tedesco.

Per stessa ammissione del prof. De Seta i viaggiatori di queste nazioni non furono i soli a viaggiare attraverso l’Italia. Ci furono, infatti, anche viaggiatori provenienti dal profondo nord e dall’est europeo, ma purtroppo a causa della mancanza di documentazione relativa ai loro viaggi, vuoi per la lingua in cui furono redatti i loro diari vuoi per la difficile reperibilità dei documenti, non è stato possibile per l’autore dare loro spazio all’interno di questo volume.

Pagina dopo pagina veniamo a conoscenza di quali siano state le modifiche a cui i viaggi furono soggetti nel corso dei secoli (mezzi di trasporto, spese, compagni di viaggio ecc.). 

Possiamo comprendere inoltre come nel corso degli anni si modificarono i gusti dei viaggiatori così che le stesse città visitate in un periodo storico piuttosto che in un altro cambiarono la loro forza attrattiva agli occhi dei tourists.

Interessante leggere di come al variare dei gusti dei viaggiatori in base al mutare delle mode e degli stili artistici/architettonici del tempo una città potesse essere dichiarata più o meno bella ed interessante di un’altra.

Non è poi da trascurare l’influenza che ebbero gli scavi archeologici e il conseguente interesse per le antichità.

Così ad esempio città come Napoli acquistarono nei secoli sempre più interesse e l’Italia meridionale e la Sicilia che all’inizio non erano neppure contemplate nelle guide turistiche nel corso dei secoli divennero pian piano delle tappe fondamentali.

Il numero impressionante di note e le nutrite fonti consultate fanno di “L’Italia nello specchio del Grand Tour” un saggio esaustivo e ben costruito.
Innumerevoli sono i personaggi di cui ci parla il prof. De Seta che hanno attraversato il nostro paese, alcuni molto famosi come Goethe altri sinceramente a me sconosciuti prima della lettura di questo volume.

Il libro è interessante, completo e approfondito, ma tutto ciò lo rende un testo non sempre scorrevole, spesso un po’ troppo impegnativo e a volte la sua lettura richiede un notevole sforzo di concentrazione da parte del lettore.

L’argomento trattato è comunque talmente singolare ed interessante che se non vi lascerete spaventare dalle difficoltà e deciderete di affrontarne la lettura, non rimarrete delusi ed ogni vostro sforzo sarà ampiamente ricompensato.