giovedì 9 luglio 2015

“Due madri” di Ugo Barbàra

DUE MADRI
Ugo Barbàra
FRASSINELLI
Idéo giace nella neve, aveva solo 16 anni ed era una testa calda.

Chi l’ha ucciso, probabilmente un tedesco in fuga braccato dai partigiani, l’ha colpito alle spalle lasciandolo lì, a faccia in giù nella neve.

Inizia così il romanzo “Due madri”, con il racconto di un fatto all’apparenza slegato dalle vicende che prenderanno vita nelle pagine successive, ma che alla fine della narrazione una volta che saranno ricomposte tutte le tessere del mosaico, risulterà essere il perno della storia.

Due vicende corrono parallele: quella di Stella e quella di Olga.
A loro che, sembrano non avere nulla in comune, sono intitolati i capitoli del libro che si alternano così come si alterna il racconto della vita delle due donne.

Stella è vedova, vive da sola nel piccolo borgo di San Virginio, ha un figlio già grande che lavora lontano.

Stella è una donna anziana, ha visto la guerra e ha un grande peso sul cuore:

“Ho peccato”, dice.
“Ma non sono pentita. Non sono pentita affatto.”

Un giorno decide di confessare al giovane prete del paese la sua storia, pur sapendo che laddove non c’è pentimento non può esserci neppure assoluzione.
Ha commesso un grave crimine, ma l’ha commesso per amore. Come è possibile quindi che per lei non possa esserci riscatto?
Così, complice una giornata di pioggia, apre la sua anima a Dio e in chiesa, al buio, inizia a raccontare di tanto tempo prima.

Era giovane Stella, allora. Aveva un marito e un figlio piccolo. Un giorno il marito fu chiamato alle armi ed inviato a combattere al fronte in Russia. Non fece mai ritorno.
Stella si trovò coinvolta, suo malgrado, a nascondere le armi dei partigiani nella sua casa e quando il figlio si ammalò di tifo non esitò a chiedere aiuto ad un medico tedesco per salvargli la vita.

Ma quando i partigiani, sul finire della guerra e a pochi giorni dall’arrivo degli Americani, presero il controllo del paese sterminando e mettendo in fuga i tedeschi nella zona, fu Stella a dover compiere una scelta coraggiosa e nascondere, dove un tempo aveva nascosto le armi, Erwin il medico che aveva salvato la vita di suo figlio.

Olga è una giovane donna con un figlio piccolo Juanito ed è in attesa di un altro bambino. Vive a Baires in Argentina.
Suo marito è un sindacalista. Un giorno Miguel non rientra a casa, diventando uno dei tanti desaparecidos dei quali i familiari perdono le tracce.
Olga e Juanito protetti dal partito riescono a fuggire e trovano riparo presso una giovane coppia che gestisce un albergo a Bariloche, una località montana.
Linda, la moglie è sempre assente, ufficialmente impegnata a promuovere l’albergo, ma in realtà è completamente assorbita dall’attività politica.
Il marito Federico, non condividendo la passione politica della moglie, resta a casa a gestire gli affari di famiglia sotto la supervisione del suocero.

La caratterizzazione dei personaggi è precisa e ben costruita, tutti hanno un ruolo ben definito all’interno della storia, ruolo che li rende molto credibili e molto reali.

Non so se questo dipenda solo dall’indubbia bravura dell’autore o anche dal fatto che, per quanto ampiamente inventati, molti episodi siano basati su fatti realmente accaduti seppur romanzati come viene specificato dallo stesso Ugo Barbàra nei ringraziamenti a termine del volume.

Come sempre ognuno proverà più simpatia per un personaggio piuttosto che per un altro, personalmente Stella delle due o meglio alla fine delle tre donne del romanzo è quella che mi ha coinvolta maggiormente.

Stella è una donna forte e coraggiosa a mio avviso molto più di quanto lo sia Olga che nelle difficoltà ha sempre potuto contare sull’aiuto di qualcuno anche se di sconosciuti.

Stella ha capito fin da subito di dover contare solo sulle proprie forze, ha combattuto per la sua sopravvivenza e per quella di suo figlio; diventa addirittura lei stessa l’ancora di salvezza per un’altra persona mettendo a repentaglio la sua stessa vita per proteggere chi l’ha aiutata.

Olga è più debole, perché se in un primo momento è giustamente spaesata, obbligata dalla necessità a doversi fidare di chi non conosce; successivamente quando ormai è al sicuro e potrebbe almeno in parte cercare di ritrovare un proprio equilibro personale e interiore, tende comunque ad appoggiarsi troppo a Federico.

Federico e Linda sono una strana coppia.
Linda completamente assorbita dalle sue ideologie politiche, non tenta in alcun modo di venire incontro alle esigenze del marito.

Nel momento però in cui teme di perderlo perché vede che Olga si sta insinuando pericolosamente nel loro rapporto, tira fuori gli artigli, ma sembra farlo più per una forma di gelosia e di possesso infantili piuttosto che per amore.
L’impressione è che sia una donna terribilmente viziata e troppo concentrata su se stessa.

Dall’altra parte abbiamo Federico, un uomo talmente innamorato della moglie che, pur di non rischiare di perderla chiedendole conto del loro rapporto, è disposto ad accettare qualunque cosa, anche le briciole.
Subisce passivamente i capricci di Linda e quando non la sente per giorni, cerca di tranquillizzarsi raccontandosi che tanto prima o poi torna sempre da lui.
                                                                                          
Nonostante questo amore assoluto per la moglie però non riesce a non provare qualcosa per Olga che incarna invece il suo ideale di compagna, una donna presente e materna.

Tanto Federico è dolce e comprensivo, tanto il suocero è freddo e burbero, almeno all’apparenza, ma sarà lui quello che riuscirà meglio degli altri a comprendere la gravità della situazione che si è creata e con essa i danni che ne potrebbero derivare.

Al di là dell’empatia che possiamo provare o meno per i vari personaggi, le due storie sono comunque perfette, entrambe coinvolgono, emozionano e appassionano il lettore.

“Due madri” ha il respiro dei grandi classici della letteratura neorealista, ricorda a tratti i romanzi di Vittorini, Pavese, Fenoglio…

La scrittura è lineare, scorrevole e piacevole; la storia forte e delicata al tempo stesso.

Il mio suggerimento è: se state preparando la lista dei libri da portare in vacanza con voi, non dimenticate di inserire questo romanzo nel vostro elenco.




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