lunedì 22 febbraio 2016

“La vita segreta e la strana morte della signorina Milne” di Andrew Nicoll

LA VITA SEGRETA E LA STRANA MORTE
DELLA SIGNORINA MILNE
di Andrew Nicoll
SONZOGNO
La signorina Jean Milne era una ricca donna anziana che amava viaggiare. Abitava da sola nella sua grande casa di 23 stanze, ma da anni ormai viveva ritirata in poche camere a pianterreno. 
La residenza così come il vasto parco che la circondava avevano assunto ormai un’aria trascurata di evidente abbandono.
La signorina Milne non aveva parenti tranne un nipote, figlio del defunto fratello, che incontrava molto raramente e che viveva a Croydon, nella periferia londinese.

La mattina del 3 novembre del 1912 alle ore 9.20, su segnalazione del postino di Broughty Ferry, la polizza si introduce nella casa dell’anziana donna dove rinviene il cadavere di questa in avanzato stato di decomposizione.

Senza ombra di dubbio la signorina Milne è stata brutalmente assassinata: nell’ingresso messo a soqquadro, il corpo della donna giace con il cranio fracassato.

Io narrante della storia è il sergente Fraser. A capo delle indagini troviamo il suo superiore, il commissario capo Sempill, che verrà affiancato quasi subito dal luogotenente Trench.
L’investigatore, appositamente giunto da Glasgow per aiutare il centro operativo di Broughty Ferry, dovrà supportare la polizia locale avvalendosi dei più moderni sistemi di indagine.

L’inizio del romanzo è un po’ confusionario e si fa un po’ fatica durante la lettura delle prime pagine ad inquadrare lo scopo di alcune informazioni che l’autore ci fornisce.
Dopo un primo momento di smarrimento, però le nebbie si diradano ed il lettore si ritrova immerso nella lettura di un romanzo che ricorda molto lo stile di scrittura di Agatha Christie.

Il ritmo della narrazione è piuttosto lento. Ogni processo investigativo viene sviscerato sin nei minimi particolari così che il lettore possa essere reso completamente partecipe del tentativo di risolvere il complicato caso.

Soluzione che sembra talmente difficile e lontana, che il commissario capo Sempill non si fa scrupolo di “comprare” testimoni e cercare di incastrare un innocente pur di chiudere il caso e non perdere la faccia.

Lentamente ci vengono svelati aspetti sconosciuti della personalità della defunta signorina Milne, che pagina dopo pagina perde ogni traccia della sua rispettabilità, apparendo per quello che realmente era, ovvero una donna eccentrica e licenziosa che non disdegnava la compagnia maschile.

La vicenda narrata in questo libro è tratta da una storia realmente accaduta, uno di quei casi che risultano ancor oggi irrisolti.
Su stessa ammissione dell’autore, non c’è nulla di inventato, i personaggi sono veramente esistiti anche se ovviamente i loro nomi sono stati cambiati; i dialoghi invece sono di pura invenzione.

Il romanzo, al contrario della realtà, avrà però un colpevole, un colpevole plausibile secondo le ricerche condotte dall’autore analizzando le tessere mancanti ed i buchi nelle indagini condotte dalla polizia all’epoca dell’efferato omicidio.

Il finale presenterà un colpo di scena inaspettato e decisamente ad effetto.

A chi consigliare questo libro? Agli appassionati del genere giallo, di Agata Christie e dei film di Hitchcock, ma soprattutto a chi ama quel particolare humour noir così profondamente britannico.





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