domenica 12 febbraio 2017

“Gli occhi della Gioconda” di Alberto Angela

GLI OCCHI DELLA GIOCONDA
di Alberto Angela
RIZZOLI
La Gioconda è il dipinto più famoso al mondo e si stima che venga ammirato al Louvre da circa sei milioni di persone ogni anno.

Su quest’opera d’arte sono stati scritti tantissimi libri e quindi perché scegliere il libro di Alberto Angela in mezzo ad una così sterminata bibliografia?

“Gli occhi della Gioconda” è un libro unico nel suo genere, come ogni libro di questo autore.
Alberto Angela infatti grazie alla sua grande capacità di sintesi riesce ancora una volta a regalarci una storia estremamente coinvolgente ed appassionante, ovvero riesce attraverso un raffinato linguaggio giornalistico dal taglio televisivo, a porgerci un ritratto completo di Monna Lisa non solo in quanto opera d’arte, ma anche come prezioso oggetto inquadrato all’interno di un determinato periodo storico, scientifico e culturale.

Il grande interrogativo del libro è: chi era Monna Lisa nella realtà?

Tutti noi siamo soliti identificarla con Lisa Gherardini, figlia di Antonmaria Gherardini, di famiglia nobile decaduta.
Il nome di Gioconda gli deriverebbe dall’aver sposato, appena quindicenne, un mercante fiorentino, Francesco del Giocondo, rimasto vedovo per la seconda volta.
Proprio lui avrebbe commissionato il ritratto della moglie a Leonardo Da Vinci.

Alberto Angela risponde alla domanda conducendoci alla scoperta di una verità alternativa. Lo fa con il suo infondibile stile, prendendoci per mano con l’intento di farci scoprire nuovi possibili scenari attraverso dettagli e indizi degni di una indagine da spy story.

Angela sostiene che non si possano apprezzare interamente i capolavori dell’arte se non si entra nei dettagli della vita e nei particolari delle esperienze personali che hanno formato l’artista che li ha ideati; allo stesso modo ritiene che non si possono apprezzare le opere d’arte se non si conosce l’epoca in cui l’autore di queste ha vissuto e gli ha dato vita.

Egli lascia quindi che sia proprio la Gioconda stessa ad accompagnarci a Firenze, Milano, Roma, Amboise e in tutti quei luoghi dove Leonardo operò e presentarci così l’artista attraverso la storia del suo dipinto più famoso, parlandoci al tempo stesso delle tecniche pittoriche, degli studi della prospettiva, dei cartoni e dei disegni preparatori opera del grande maestro.

Attraverso Monna Lisa ci avviciniamo al genio del più grande artista del Rinascimento.
Impariamo a conoscere un Da Vinci che dipingeva molto lentamente, che aveva continui ripensamenti ed era talmente perfezionista da intervenire più e più volte sui suoi dipinti anche nel corso degli anni.

Il libro di Alberto Angela non si limita a parlarci solo dell’artista e dell’inventore Leonardo ma anche dell’uomo.
Un uomo descritto dai contemporanei come una persona pacifica, sensibile, gentile eppure capace di progettare terribili macchine da guerra.

Come gli altri volumi di Alberto Angela, il libro è suddiviso in capitoli ognuno dei quali corredato di bellissime immagini che si integrano perfettamente al testo.

La lettura è piacevole, scorrevole e non si può che rimanere affascinati dal racconto e dalle inaspettate curiosità, alcune tanto singolari da riportarci alla mente argomenti molto diversi e lontani da quello trattato.

Mi riferisco in particolare ad un brano tratto da il “Libro del Cortegiano” (1528) di Baldassarre Castiglione che Alberto Angela cita a sostegno di una delle tesi per l’identificazione di Monna Lisa; ebbene questo passo che vi riporto di seguito mi ha richiamato alla mente un passo di “Orgoglio e pregiudizio” di Jane Austen ed inevitabilmente mi sono ritrovata a chiedermi se la Austen avesse preso spunto proprio da qui per il suo dialogo tra Darcy, Caroline Bingley ed Elizabeth Bennet:

E per rispondere in breve a quello che si è detto finora, voglio che questa donna conosca la letteratura, la musica, la pittura e sappia, danzare e fare festa. Alla modestia e alla capacità di crearsi una buona fama deve unire le stesse doti che sono state consigliate per il buon cortigiano. E così avrà sempre grazia nel conversare, nel ridere, nel giocare, nel chiacchierare; e si saprà intrattenere in modo adeguato e piacevole con ogni persona che incontrerà.

Ma ora basta divagare e torniamo a “Gli occhi della Gioconda”.
Che dire ancora? un altro successo del bravo Albero Angela, un’analisi condotta in modo accurato e dettagliato, che indaga sull’identità della donna la cui figura alla fine dell’Ottocento divenne emblema e simbolo della donna fatale per eccellenza.

Ed è proprio questo, alla fine, il segreto del fascino della Gioconda: che ogni epoca, ogni cultura, ogni singola persona, vede in quel famoso sorriso ciò che corrisponde ai suoi sogni, ai suoi desideri, alle sue fantasie.




2 commenti:

  1. Certo che, vivendo in Inghilterra, me ne perdo di uscite italiane! Questo libro di Alberto Angela mi era del tutto sfuggito.

    Chi era Monna Lisa nella realtà? Sai che questa curiosità nel cercare legami solidi con la realtà e la storia nell'arte è un impulso che va e viene in me. Ho appena pubblicato un post dove accenno al fatto di preferire sorvolare su eventuali spunti autobiografici in The end of the affair di Greene. Vengo, poi, qui e trovo una tua entry su un libro che tratta de La Gioconda, mettendo al centro dell'indagine la ricerca dell'identità della donna ritratta. Tu chiamale, se vuoi, connessioni.

    Il Cortegiano mi ha riportato alla mente i bei tempi universitari, perché è un'opera che affrontai a spizzichi e bocconi all'epoca. La citazione, ovviamente, ricorda le parole di Miss Bingley.

    A proposito di geni del rinascimento, si è chiusa di recente la mostra dedicata a Jannello Torriani, a Cremona. Te ne era giunta notizia? Io riuscii a farci una capatina durante le vacanze di Natale.

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    1. Vado a recuperarmi il tuo post!

      Non sapevo nulla della mostra. Dalle immagini che ho visto doveva essere davvero interessante. Potresti fare un post sull'argomento.

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