domenica 9 luglio 2017

“La fine della solitudine” di Benedict Wells

LA FINE DELLA SOLITUDINE
di Benedict Wells
SALANI
Jules, Liz e Marty perdono i genitori in un incidente stradale quando sono ancora dei ragazzini. Jules il più piccolo dei tre ha appena undici anni.
                                                    
Costretti a vivere separati e senza famiglia in un istituto, estranei l’uno all’altro dovranno cercare di sopravvivere in un ambiente freddo e deprimente.
Il luogo in cui verranno accolti infatti si rivelerà essere non un accogliente collegio elitario, ma piuttosto un misero collegio di campagna composto da due edifici grigi e una mensa all’interno del comprensorio del liceo locale.

Ognuno dei tre fratelli cercherà a modo proprio di sopravvivere alle avversità: Marty si getterà a capofitto nello studio, Liz vivrà in modo sfrenato e senza regole mentre Jules si chiuderà sempre più in se stesso.

Altra protagonista della storia è Alva, una ragazza del posto che frequenta il liceo da esterna. 
Tra lei e Jules nascerà fin da subito un legame molto speciale, una storia d’amicizia e d’amore che unirà le loro solitudini in maniera indissolubile.
Jules e Alva per anni si incontreranno, si mancheranno, si lasceranno e si ritroveranno; così indispensabili l’uno all’altra eppure così incapaci di riconoscere i propri sentimenti e fare chiarezza nelle proprie emozioni.

Io narrante del racconto è Jules stesso, ormai adulto, che si risveglia in un letto di ospedale dove è stato ricoverato a seguito di un incidente stradale.

Destatosi dal coma ripercorre le pagine della sua vita e lo fa senza sentimentalismi e senza alcuna retorica.

Il ritmo del racconto è incalzante e la storia coinvolgente.

I personaggi sono a tutto tondo, ricchi di sfumature, dinamici e imprevedibili; presentano caratteristiche psicologiche che mutano pagina dopo pagina.

“La fine della solitudine” è a tutti gli effetti un romanzo di formazione, dove i giovani protagonisti evolvono verso la maturazione e l’età adulta.

Bendict Wells è riuscito a creare una grande empatia tra il lettore e i personaggi del romanzo.

Il lettore partecipa commosso al dolore di Jules, ai continui tentativi di Marty di cercare di guarire dal disturbo ossessivo compulsivo da cui è afflitto, alla speranza di Toni che il suo amore un giorno possa venire corrisposto dalla bella Liz.
Toni e Liz che un giorno erano stati definiti dal fratello di lei in modo scherzoso ma nemmeno troppo “La sadica e il masochista”.

Eppure, nonostante le avversità, nonostante i colpi avversi della destino i tre fratelli resteranno uniti; ognuno seguirà un percorso diverso, ma tutti ritroveranno la strada che li riporterà in seno alla famiglia.

La vita non è un gioco a somma zero. Non deve niente a nessuno e le cose accadono come accadono. A volte in maniera giusta, così che tutto appare sensato, a volte talmente ingiusta che viene da dubitare di tutto. Ho tolto la maschera al destino e sotto ho scoperto solo il caso.

“La fine della solitudine” è un racconto doloroso e commovente, pieno di sconsolata tenerezza e di tenace speranza; un libro che fa commuovere ma che allo stesso tempo sa anche far sorridere.




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