domenica 25 febbraio 2018

“Fallen – la saga degli angeli caduti” di Lauren Kate


La saga degli angeli caduti è stata ispirata all’autrice dalla lettura di alcuni versi della Genesi (6, 1-4).

La serie, quattro volumi per totale di 1760 pagine, racconta la storia d’amore tra la diciassettenne Lucinda Price e Daniel Grigori, un angelo biondo dagli occhi viola.

La loro storia d’amore dura da sempre, il loro è un amore eterno ed impossibile.

Daniel è un angelo caduto costretto ad innamorarsi di Luce ogni diciassette anni e a perderla ogni volta.
Luce muore e si reincarna continuamente, ma ogni volta non ricorda nulla delle sue vite precedenti.

La maledizione però sta per essere spezzata: Luce infatti non solo sopravvive al bacio che è solito esserle fatale, ma per la prima volta inizia anche a ricordare qualcosa del suo passato.

Il primo volume si intitola “FALLEN” e racconta dell’incontro di Luce e Daniel alla scuola Sword & Cross, una specie di istituto correzionale dove Lucinda è stata “rinchiusa” in quanto sospettata di essere coinvolta in uno strano incidente costato la vita a un suo compagno.
Essere seguita da uno psicologo non è una nuova esperienza per Lucinda che, fin da piccola, è costretta a convivere con la presenza di strane ombre che la perseguitano e la terrorizzano.
Luce non è mai riuscita a comprendere l’origine di queste ombre, ma ora le cose stanno per cambiare.
Proprio grazie all’aiuto di Daniel e degli altri angeli caduti Lucinda potrà iniziare un percorso di crescita e redenzione.

Nel secondo volume, “TORMENT”, Luce ha cambiato scuola. La Shoreline è un istituto completamente diverso dalla Sword & Cross; è un ambiente raffinato ed elegante come gli alunni che la frequentano.
Il posto è stato scelto da Daniel e dagli altri angeli perché ritenuto un luogo sicuro per Luce, un luogo nel quale la ragazza avrà la possibilità di “evolvere” in tutta tranquillità.
Qui Luce fa la conoscenza di alcuni nephilim ovvero non proprio angeli, ma mortali che hanno dell’angelico nel loro DNA.
Se nel primo volume l’insidia del cuore era stata rappresentata da Cam, l’angelo bello e dannato, in questo secondo libro Luce rimane colpita da Miles, un ragazzo dolce e incredibilmente normale pur essendo un nephilim.
Ma nulla può frapporsi a lungo tra Luce e Daniel, nulla può scalfire un amore che resiste da secoli.

E proprio all’amore vissuto nei secoli precedenti è dedicato il terzo volume “PASSION” in cui Luce viaggiando indietro nel tempo rivive buona parte delle sue vita passate.
Italia, Cina, antico Egitto, Inghilterra, Russia… qualunque sia il luogo o il tempo, ogni sua vita termina inevitabilmente sempre allo stesso modo: Luce che finisce in fiamme e Daniel col cuore spezzato per la perdita subita.

L’ultimo volume è la resa dei conti. In “RAPTURE” Luce e Daniel sono ad un passo dalla salvezza, ma Lucifero ha intenzione di riscrivere la storia per impossessarsi del mondo.
Se Lucifero non sarà fermato per Luce e Daniel non ci sarà un futuro, tutte quelle morti e reincarnazioni di Luce, tutto il dolore di Daniel per la continua perdita dell’amata non saranno serviti a nulla.
Come sempre anche in questa corsa disperata contro il tempo però Daniel e Luce potranno contare sull’aiuto degli altri angeli oltre che su quello dei due fedeli nephilim, Miles e Shelby.

Non ho una passione per le saghe però alla fine, non so perché, spesso mi è impossibile resistere.
In questo caso “galeotto” fu il film tratto dal primo romanzo che è stato trasmesso su Sky all’inizio del mese e che ho visto tra l’altro per puro caso.
Il film, secondo me, non regge il confronto con il libro: la storia è troppo abbozzata, troppe cose non dette e anche gli attori non mi hanno convinta del tutto.
Insomma, nulla a che vedere con il ben riuscito adattamento cinematografico di Twilight.
Il film tratto da “Fallen” ha però dalla sua parte la capacità di incuriosire lo spettatore e spingerlo a leggere il romanzo nel caso non l’avesse già fatto, come nel mio caso.

La storia è indubbiamente ben articolata, i protagonisti ben riusciti e la fantasia dimostrata dall’autrice davvero notevole.

I libri partono piuttosto lenti tranne l’ultimo, ma dopo la lettura delle prime cinquanta pagine scorrono via veloci grazie anche allo stile di scrittura chiaro e scorrevole di Lauren Kate.

Una cosa che ho particolarmente apprezzato è di non aver calcato troppo la mano sui triangoli amorosi, sinceramente già visti, letti e riletti vedi le saghe di “Twilight” con Edward/Jacob o de “Il diario del vampiro” con Stefan/Damon.
Luce è attratta da Cam prima e da Miles in seguito come è normale accada nella vita di una diciassettenne, ma il suo amore per Daniel non viene mai messo davvero in discussione e ci mancherebbe…dopo secoli in cui si rincorrono!

Ogni personaggio della saga ha un suo fascino particolare e ognuno di loro è importante non solo ai fini dello sviluppo della trama in sé, ma anche come protagonista della propria storia personale.
Sarebbe in effetti interessante leggere anche “Fallen in love”, libro che cronologicamente si inserisce tra la storia narrata in “Passion” e l’episodio finale narrato in “Rapture”.
“Fallen in love” racconta infatti quattro storie d’amore ambientate in una notte di San Valentino del passato i cui protagonisti sono proprio alcuni degli angeli caduti.

Quattro volumi da più di 400 pagine ciascuno non possono certamente essere definiti una breve lettura; è inevitabile che qualche calo di intensità narrativa si avverta, ma nell'insieme la storia regge bene il ritmo del racconto grazie alla considerevole fantasia e all'abilita narrativa dell’autrice.

Ho letto tutti i libri piuttosto velocemente e devo ammettere di averlo fatto anche con molto piacere, però non posso negare che la storia a volte risulti davvero troppo, passatemi il termine, troppo zuccherosa!

Non posso neppure negare di essere rimasta particolarmente affascinata dal personaggio di Cam, quello del libro non quello del film! ragion per cui penso che presto farò un passo in libreria ed artiglierò una copia di “Unforgiven”.
“Rapture” ha lasciato troppi interrogativi aperti e io sono davvero curiosa di scoprire cosa il futuro abbia riservato a questo personaggio.
Protagonista di questa nuova storia è infatti proprio il tenebroso angelo caduto che tenta di riconquistare l’unica ragazza da lui veramente amata durante tutta la sua eterna esistenza: Lilith.
La storia in questo caso, visto il carattere dei due protagonisti, dovrebbe rivelarsi decisamente più vivace e dinamica. Staremo a vedere!






martedì 20 febbraio 2018

“Niccolò Paganini” (Genova, 27 ottobre 1782 – Nizza, 27 maggio 1840)


Niccolò (o Nicolò) Paganini nacque a Genova nel 1782. Violinista, compositore, chitarrista, Paganini fu un personaggio decisamente originale e fuori dagli schemi.

Che tipo fosse lo si percepisce già analizzando le problematiche legate alla sua data di nascita che spesso viene erroneamente indicata come il 18 febbraio 1784. Il motivo? Paganini avrebbe voluto ringiovanirsi a scopi matrimoniali come si evince da una lettera che egli stesso scrisse all’amico Luigi Germi, suo consigliere e confidente.

Niccolò Paganini aveva un carattere particolare, eccentrico e stravagante, tendeva ad assumere un atteggiamento cauto e diffidente persino nei rapporti con i famigliari.

Era un uomo particolare, spesso tacciato di tirchieria, ma capace allo stesso tempo di stupire tutti con grandi slanci di generosità accettando spesso di suonare per beneficenza.

Questo suo apparire come un tipo inquietante e misterioso insieme alle sue indiscusse e straordinarie capacità esecutive, di cui molti erano invidiosi, furono le ragioni principali per le quali, nel corso della sua esistenza, si diffusero sul suo conto infinite dicerie su un qualche patto da lui stretto con il diavolo in persona.

Qualche anno fa è uscito nelle sale cinematografiche un film intitolato Il violinista del diavolo(Germania 2013) dove Niccolò Paganini veniva interpretato dal violinista David Garrett.
Il film racconta del periodo in cui Niccolò Paganini era all’apice della carriera, impegnato in una lunga serie di concerti in tutta Europa che lo portarono fino a Londra.
Il film a livello biografico non è proprio riuscitissimo, ma riesce a rendere perfettamente l’idea di cosa rappresentasse Niccolò Pagani per i suoi contemporanei.

Egli può essere davvero definito la prima rock star della storia in senso moderno.

Niccolò Paganini arrivò a tenere oltre 150 concerti in un solo anno in località diverse, viaggiando in carrozza e con difficoltà che al giorno d’oggi non possiamo neppure immaginare.
Poteva permettersi di raddoppiare i prezzi dei biglietti dei suoi concerti, tanto la folla vi sarebbe accorsa sempre e comunque.
Ovunque egli suonasse il pubblico era in delirio e per dare meglio l’idea vi riporto quanto scritto su “Allegemeine Theaterzeitung” del 5 aprile 1828:

(…) nelle sue mani il suo violino suona più efficace della voce umana. La sua anima ardente penetra ogni cuore, e ogni cantante potrebbe imparare moltissimo da lui. Ma queste affermazioni sono del tutto insufficienti ad esprimere l’impressione che si prova quando egli suona. Bisogna ascoltarlo ripetutamente per credere.

Leggendo la critica così entusiasta a noi oggi resta il rammarico che non esistano registrazioni dell’epoca; cosa non si darebbe per poter assistere ad un concerto di Paganini o almeno potere ascoltare la sua musica!

A Vienna il pubblico fu talmente colpito dalla figura di Paganini che persino la moda venne influenzata dal suo personaggio: furono lanciati sul mercato scialli, fazzoletti, cappelli e scarpe “alla Paganini” e non solo, ma addirittura bistecche e frittate! La moneta austriaca di maggior valore fu addirittura chiamata “Paganinerl” (Paganinetto), con chiara allusione ai prezzi non proprio economici dei biglietti per poter assistere alle sue accademie.

Pagani terminò la sua vita terrena senza neppure immaginare quali traversie avrebbe dovuto subire prima di riuscire a trovare un meritato e definitivo riposo nel cimitero della Villetta di Parma.

Paganini infatti non ebbe né funerali né sepoltura in terra consacrata. Subito dopo il decesso il suo corpo fu imbalsamato e restò quasi due mesi nella cantina della casa in cui morì fino a quando le autorità sanitarie non diedero in nullaosta per il trasferimento del corpo a Genova, dove fu sepolto nella proprietà di famiglia in Val Polcevera.
Solo nel 1876, 36 anni dopo la sua morte, fu finalmente annullato il decreto di empietà emesso dal Vescovo di Nizza e la salma di Paganini poté finalmente essere sepolta in terra consacrata nel cimitero di Gaione prima ed in seguito nel cimitero della Villetta.

Un ultimo accenno deve essere fatto al famoso violino di Paganini, costruito da Giuseppe Guarnieri del Gesù e datato 1743, detto “Il Cannone”.
Niccolò Paganini fu cittadino del mondo, ma rimase sempre molto legato alla sua Genova. Per questo decise di lasciare in eredità il suo violino alla sua città natale come si legge nel suo stesso testamento:

Lego il mio violino alla Città di Genova onde sia perpetuamente conservato.

E proprio qui, a Genova, il Cannone è ancora oggi esposto nella cosiddetta Sala Paganiniana di Palazzo Tursi (Musei di Strada Nuova), sede del Comune di Genova, insieme alla sua copia appartenuta all’allievo Camillo Sivori da cui questo secondo violino prende il nome e ad altri cimeli paganiniani.

Due sono infine i libri che vi voglio segnalare:

“Nicolò Paganini – il cavaliere Filarmonico” di Edward Neill (De Ferrari Editore)

Il volume di Edward Neill è una biografia che cerca di restare il più possibile attinente ai fatti legati alla vita artistica di Paganini.
Spesso infatti la tendenza scrivendo di questo personaggio è di ricamare sulla sua vita facendo congetture spesso fantasiose che tendono a trasformare Niccolò Paganini in un protagonista da romanzo da appendice.
Edward Neill raccoglie informazioni attraverso le lettere stesse di Paganini, ma soprattutto attraverso la critica contemporanea e le recensioni dei concerti, cercando di portare alla luce l’opera dell’artista.
Neill cerca infatti di raccontare i concerti oltre alle emozioni suscitate dalla musica di Paganini nel pubblico e negli addetti ai lavori; il suo intento è proprio quello di renderci partecipi della musica eseguita da Paganini nelle accademie da lui tenute.
Il volume è molto esaustivo, ma risulta spesso di non facile interpretazione per chi non è esperto conoscitore di musica.


“Niccolò Paganini – Espitolario (Volume I, 1810 – 1831)” a cura di Roberto Griesley (SKIRA)
                                     
Il piano editoriale prevedeva un secondo volume di lettere, ma ad oggi non ci sono notizie in merito ad un’uscita a breve dello stesso.
“L’epistolario” è un libro intrigante ed affascinante che ci aiuta a conoscere meglio “l’uomo Paganini”.
Se per certi aspetti è uno degli epistolari meno interessanti che siano stati scritti da un musicista, per altri aspetti infatti è un’opera fondamentale per esempio perché al di là dei contenuti, costituisce una preziosa testimonianza per la storia della lingua italiana parlata nei primi dell’Ottocento oltre che per il dialetto genovese.
Le sue non sono lettere scritte per i postumi, ma sono conversazioni di vita quotidiana.
La corrispondenza di Paganini comprende lettere ai famigliari, lettere d’affari, lettere ai giornali ecc.
Attraverso l’epistolario riusciamo a conoscere i tratti più salienti del carattere di Niccolò Paganini, veniamo a conoscenza delle sue idee sulla musica, delle sue storie sentimentali, del rapporto con la madre, dei viaggi da lui compiuti...

Due volumi molto diversi tra loro, ma complementari, entrambi utilissimi per riuscire a farsi un’idea a 360° di questo genio del violino in grado di affascinare ancora il pubblico oggi come ieri.

Ma Paganini è un’altra cosa, è l’incarnazione del desiderio, dello sdegno, della pazzia e del dolore. Il violino è semplicemente lo strumento attraverso il quale egli esprime se stesso.
(Heinrich F.L. Rellstab 1799-1860)