giovedì 28 giugno 2018

“Il presidente è scomparso” di Bill Clinton e James Patterson


IL PRESIDENTE È SCOMPARSO
di Bill Clinton e James Patterson
LONGANESI
Il presidente degli Stati Uniti, Jonathan Lincoln Duncan, è l’uomo più sorvegliato e controllato del pianeta, eppure, l’inquilino della Casa Bianca sembra essere scomparso nel nulla.

Sotto indagine per un suo possibile coinvolgimento con Suliman Cindoruk,  capo di una nota cellula terroristica, i Figli della Jihad, la settimana successiva avrebbe dovuto testimoniare di fronte alla commissione speciale della Camera.

Le ipotesi sulla sua scomparsa si sprecano ed alcune sono davvero fantasiose; c’è chi pensa sia fuggito dal paese portando con sé il denaro ricevuto da Suliman Cindoruk a seguito della vendita di informazioni top-secret, chi invece ritiene si sia semplicemente rifugiato da qualche parte per preparare al meglio la sua difesa, qualcuno addirittura attribuisce la sua scomparsa alla necessità di sottoporsi a cure urgenti per la malattia da cui è affetto, la trombocitopenia immune.

Tutti però sono molto lontani dalla verità, nessuno infatti può anche solo immaginare che una catastrofe di proporzioni immani si stia per abbattere sugli Stati Uniti.

Un terribile virus è infatti stato rilasciato all’interno di tutti i sistemi informatici del paese e, se non sarà bloccato in tempo, distruggerà ogni cosa.
Gli Stati Uniti si ritroveranno a vivere come due secoli prima; la tecnologia del XXI secolo sarà completamente azzerata e l’economia distrutta; con i sistemi di difesa totalmente fuori uso qualunque nemico potrebbe attaccare e distruggere gli Stati Uniti d’America.

James Patterson, autore di libri che hanno venduto milioni di copie in tutto il mondo, non ha bisogno di presentazioni, così come Bill Clinton, eletto presidente degli Stati Uniti nel 1992 ed oggi autore di diversi saggi di successo.

“Il presidente è scomparso” è un’opera che unisce l’indiscussa bravura narrativa di uno dei più famosi autori di thriller alla conoscenza di particolari e dettagli da dietro le quinte che solo un ex inquilino della Casa Bianca può possedere grazie all’esperienza maturata sul campo.

Il perfetto mix di fantasia e di esperienza vissuta rende questo romanzo un thriller politico adrenalinico e avvincente dalla trama senza dubbio molto convincente.

L’avvio del romanzo è piuttosto lento, dovendo il lettore prendere confidenza con le dinamiche della forma di governo americano, argomento piuttosto ostico per coloro che non conoscono la materia, poi però la trama si vivacizza e il romanzo cattura l’attenzione del lettore fino coinvolgerlo totalmente.   
                                                                                                                                             
I personaggi del libro sono molto numerosi: Carolyn Brok, capo di gabinetto, i due terroristi pentiti Nina e il suo partner Augie, Elizabeth Greenfield, direttore reggente dell’FBI, il vice presidente Katherine Brandt, la killer professionista Bach…solo per citarne alcuni.
Ognuno di essi viene descritto minuziosamente sia fisicamente che psicologicamente; nessun elemento nel romanzo è mai lasciato al caso, sono infatti le sfumature delle varie personalità dei diversi personaggi insieme alla descrizione dei più piccoli particolari a rendere una trama carica di suspense anche credibile e reale.

La figura più affascinante è senza dubbio quella del presidente Duncan, quanto di più lontano, dobbiamo ammetterlo, dalla figura di Bill Clinton.
Personalmente mi sono immaginata Jonathan Duncan come un via di mezzo tra un Bruce Willis ed un Harrison Ford nei loro migliori film d’azione.

Un protagonista impegnato a scongiurare un imminente pericolo, seducente ed intrigante unitamente ad un’avvincete trama fanno di “Il presidente scomparso” una storia perfetta per essere proiettata sul grande schermo.

Il discorso di chiusura del presidente, che lui stesso definisce come la presentazione della sua agenda politica (riforma dell’immigrazione, riduzione della criminalità, legittima difesa, detenzione di armi,  libertà dell’individuo…), potrebbe risultare forse un po’ stucchevole, ma in verità si integra perfettamente nel quadro generale della storia.

La conclusione del romanzo non è per nulla scontata e, come in ogni thriller che si rispetti, non manca il colpo di scena finale ad effetto.
                                                  
“Il presidente è scomparso” è un thriller carico di azione, capace di tenere il lettore con il fiato sospeso fino all’ultima pagina grazie ad una trama originale, a personaggi ben riusciti e una scrittura veloce, scorrevole e diretta.





domenica 10 giugno 2018

“Giulia Tofana. Gli amori, i veleni.” di Adriana Assini


GIULIA TOFANA
Gli amori, i veleni
di Adriana Assini
SCRITTURA & SCRITTURE
Giulia, figghia di centu patri, dall’età di tredici anni si guadagna da vivere facendo il mestiere più vecchio del mondo.
Prostituta dalla bellezza prorompente, Giulia Tofana sa come ammaliare i suoi molti amanti; usando con loro ora il bastone e ora la carota, tiene in pugno le più importanti personalità della Palermo del XVII secolo.

Giulia in realtà non è una comune meretrice, la giovane è anche un’abile fattucchiera. Sua è infatti l’invenzione dell’acqua tofana, un potente veleno capace di uccidere un uomo senza lasciare alcuna traccia e senza destare sospetti.

Sfrontata, opportunista e ribelle, non si è mai negata ai suoi nobili clienti, non ha mai fatto la preziosa con loro fino ad oggi.
Oggi qualcosa è cambiato, per la prima volta, infatti Giulia vorrebbe essere un’altra, rinnegare se stessa, si è stancata di essere per gli uomini che la frequentano oggetto di desiderio ed allo stesso tempo di vergogna.

Giulia si è innamorata di un cavaliere. Manfredi, questo il suo nome, è bello, alto, biondo e, proprio per queste sue caratteristiche, è da tutti chiamato il “Normanno”.
Giulia e Manfredi si sono conosciuti per caso, il loro è stato un colpo di fulmine; Manfredi ignora però l’identità della ragazza e Giulia non può certamente confessargli come si guadagna da vivere.
Lui, uomo senza macchia e senza ombre, con una posizione e un nome da difendere non potrebbe capire.
Giulia può solo continuare a sognare una vita diversa.

Un susseguirsi di sfortunate coincidenze fanno precipitare gli eventi e Giulia si vede costretta a lasciare Palermo con la sua inseparabile amica, Girolama Spinola.
Nicodemo, un frate domenicano, che si è invaghito di Giulia, le aiuterà nella fuga facendosi carico di ogni loro necessità.

Dopo un breve periodo di sosta a Napoli, Giulia giunge nella città eterna. A Roma trionfa l’arte e imperano le feste; siamo nella Roma barocca di Papa Urbano VIII.
Qui Giulia perfezionerà definitivamente la sua pozione, quella mistura di arsenico e antimonio, che sarà così richiesta dalle donne di tutti i ceti sociali.
Le leggi sono in mano agli uomini e le donne, siano esse plebee o di nobile nascita, tutte indistintamente sono costrette a subire torti e maltrattamenti senza che gli uomini che glieli infliggono vengano minimante perseguiti per tali crimini. 
Giulia vede nella sua invenzione, prima ancora che una fonte di guadagno, un mezzo per punire tutti quegli uomini che resterebbero altrimenti impuniti.

Giulia Tofana è un personaggio realmente esistito nel XVII secolo, ma non sono molte le notizie che la riguardano giunte sino ai giorni nostri.
Sappiamo che fu processata insieme ad un numero elevatissimo di donne che si erano servite della sua famosa acqua per sbarazzarsi di mariti, amanti e familiari prevaricatori e ingombranti.
Tutte queste donne furono condannate alla pena capitale; fu scelta per loro una morte crudele ed esemplare, chi di loro non fu strangolata nelle prigioni, venne infatti murata viva. 

Giulia Tofana è un personaggio con il quale non si entra mai totalmente in sintonia forse perché è una figura piena di contraddizioni e dalle mille sfaccettature.
Giulia è esuberante, strafottente ma anche intelligente e generosa; all’apparenza è una donna fredda e manipolatrice eppure è capace anche di slanci di altruismo, è capace di amare e comprendere le sofferenze del prossimo.
Si comporta come se fosse priva di scrupoli, una donna senza Dio, ma allo stesso tempo anela a trovare una fede che la consoli e che gli dia speranza, sempre alla costante ricerca di qualcosa o di qualcuno che possa riaccendere la sua fede ed i suoi sogni.

Non è una persona d’animo cattivo ed è difficile per il lettore conciliare la sua immagine con quella di un’assassina seriale quale poi realmente ella è stata a tutti gli effetti.
Giulia Tofana si macchiò della morte di ben 600 uomini!                                                    
Eppure, il suo resta un personaggio borderline: la nostra coscienza ci obbliga a condannarla per le sue azioni, ma allo stesso tempo qualcosa dentro di noi ci spinge in parte anche a giustificare il suo modo di agire.

Ci oltraggiano, ma non ci domandano perdono. Ci uccidono e se la cavano con un’ammenda. A loro il mio veleno non serve, visto che la fanno franca anche quando ricorrono ai coltelli.

E’ vero che farsi giustizia da soli non è mai la scelta giusta, ma come si dovrebbe agire quando non ci sono alternative?
L’ira e l’impotenza di Giulia dinnanzi alle prepotenze e alla prevaricazione degli uomini è la stessa che proviamo noi oggi di fronte ai numerosi maltrattamenti e ai femminicidi di cui ogni giorno ci viene data notizia.
Oggi le leggi in difesa delle donne ci sarebbero pure, ma il problema resta terribilmente attuale. 

Il personaggio di Nicodemo è un’altra figura estremamente interessante e contraddittoria del romanzo; ambizioso e  scettico, attratto da Giulia ma allo stesso tempo soffocato e spaventato dalla forza dei suoi stessi sentimenti per la donna.

I personaggi nati dalla penna di Adriana Assini sono sempre molto ben caratterizzati psicologicamente; la vita li cambia, li forgia e non sono mai uguali a se stessi ed è proprio questo, insieme ad uno stile di scrittura piacevole e scorrevole, che rende i suoi romanzi estremamente intriganti ed affascinanti.

L’autrice ha la grande capacità di riuscire a ricreare l’atmosfera dell’epoca di cui scrive in modo semplice e chiaro tanto che leggendo sembra quasi di trovarsi dinnanzi ad un affresco nel quale si muovono i protagonisti del libro con le loro storie.

Adriana Assini è bravissima proprio a raccontarci i fatti salienti del periodo di cui ci parla senza appesantire la narrazione con lunghissime digressioni storiche, con poche parole riesce a  trasmetterne la realtà e l’essenza dell’epoca.
Come non richiamare ad esempio alla nostra mente la famosa locuzione latina Quod non fecerunt barbari, fecerunt Barberini mentre leggiamo della statua di Pasquino e del papato di Urbano VIII?

Qualche tempo fa vi avevo già parlato di un altro bellissimo romanzo di Adriana Assini intitolato “Agnese, una Visconti” nel quale la scrittrice racconta la storia di una donna indomita e fiera.
“Giulia Tofana. Gli Amori, i veleni” è un romanzo altrettanto avvincente, la storia di un’altra donna  dal carattere forte, una donna determinata a farsi valere in un mondo dominato dagli uomini.

Lettura assolutamente consigliata.






domenica 3 giugno 2018

“I Medici. Una dinastia al potere” di Matteo Strukul


I MEDICI
UNA DINASTIA AL POTERE
di Matteo Strukul
Newton Compton Editori
“Una dinastia al potere” è il primo capitolo di una trilogia, alla quale si è poi aggiunto un quarto volume intitolato “Decadenza di una famiglia”, opera di Matteo Strukul dedicata ad una delle famiglie più importanti della storia italiana, i Medici:

Una dinastia al potere” è dedicato alla figura di Cosimo de’ Medici

Un uomo al potere” il secondo volume della trilogia, è  dedicato alla figura di Lorenzo il Magnifico

Una regina al potere” terzo capitolo è dedicato alla figura di Caterina de’ Medici, regina di Francia

Il racconto del primo volume inizia nel 1429 con la morte di Giovanni de’ Medici, avvenuta in circostanze sospette, e si chiude nel 1440 subito dopo la battaglia di Anghiari, la vittoria che sancisce il definitivo trionfo di casa Medici.

Nel 1429 Firenze era l’essenza stessa della magnificenza e del potere, ma allo stesso tempo era anche un covo di vipere e di traditori; l’ascesa di Giovanni de’ Medici, che nel giro di un ventennio era riuscito a realizzare un vero e proprio impero finanziario, non era stata vista di buon occhio dalle nobili e potenti famiglie fiorentine.

Alla morte del patriarca i figli Cosimo e Lorenzo si trovano a dover fronteggiare una situazione politica piuttosto complicata.
Nonostante siano a capo di un vasto impero finanziario e possano vantare importanti alleanze al di fuori di Firenze, nella loro città i Medici vivono accerchiati dai nemici, due in particolari sembrano essere i più agguerriti: Rinaldo degli Albizzi e Palla Strozzi.

Cosimo e Lorenzo, benché abbiano caratteri molto diversi tra loro; perspicace, intelligente ed abile manipolatore il primo, uomo pragmatico e d’azione il secondo, sono molto uniti e sicuri di poter contare sempre l’uno sull’altro.

A Lorenzo, uomo instancabile e dotato di vivace ingegno, è stata affidata la direzione del Banco, mente a Cosimo, amante dell’arte e delle lettere,  sono state affidate la strategia e la politica che, non dimentichiamo, nella Firenze Rinascimentale passavano in gran parte attraverso il mecenatismo.
Proprio in questo periodo proseguono i lavori per il completamento della cupola di Santa Maria del Fiore affidati a Filippo Brunelleschi, artista molto apprezzato da Cosimo, lavori ufficialmente commissionati dall’Opera del Duomo ma in realtà sovvenzionati in massima parte dalla famiglia Medici.

Molti gli eventi che si susseguono negli anni che vanno dal 1429 al 1440: le continue cospirazioni, la lunga guerra contro Lucca, la ratifica di nuove e vecchie alleanze, la peste a Firenze, la prigionia di Cosimo, l’esilio e il rientro a Firenze di Cosimo e di Lorenzo e il trasferimento da Ferrara a Firenze del concilio episcopale indetto per tentare di riunificare le due Chiese, quella di Oriente e quella di Occidente.

Il libro di Matteo Strukul è molto ben strutturato. Il racconto è frutto di una minuziosa ricerca storica e bibliografica, l’attinenza con i fatti storici è rispettata tranne ovviamente per alcune licenze che l’autore si è giustamente concesso trattandosi di un romanzo e non di un saggio.

“Una dinastia al potere” è un thriller ambientato nella Firenze rinascimentale in cui i personaggi, nati dalla fantasia del suo autore, interagiscono e si incastrano perfettamente con la vita dei protagonisti della storia realmente vissuti.

Laura Ricci è una donna bellissima e sensuale, dal passato tormentato. Venduta in giovanissima età dal padre ad un mercante di passaggio, che l’aveva fin da subito fatta prostituire, un giorno era stata picchiata a sangue da un pazzo che indossava i colori dei Medici.
Appena recuperate le forze Laura era fuggita dal suo padrone, promettendo a se stessa che da quel giorno sarebbe vissuta esclusivamente per vendicarsi della famiglia Medici.
Proprio per questo accetta senza scrupoli di fornire i suoi servigi prima a Rinaldo Albizzi e in seguito al Filippo Maria Visconti.
La storia di Laura è legata a quella di un altro singolare personaggio: Schwartz, un mercenario svizzero, un uomo ombroso e spietato, che nasconde un segreto che nessuno conosce e che pesa gravemente sulla sua coscienza.
Laura Ricci è una donna pericolosa che ricorda un po’ la Milady de “I tre moschettieri” di Dumas o, se vogliamo rimanere nella letteratura contemporanea, la protagonista femminile de “Il giglio di fuoco” di Vic Echegoyen.

Nel romanzo di Matteo Strukul fiction e storia si integrano perfettamente; la trama è avvincente ed emozionante, perfettamente bilanciata tra verità storica e finzione.

L’anno scorso la Rai ha trasmesso la prima stagione di una serie TV dedicata ai Medici. Il periodo storico descritto dalla fiction coincide più o meno con quello narrato nel primo volume della trilogia/tetralogia di Strukul, ma la serie televisiva e il romanzo si discostano parecchio nelle trame.

Il personaggio di Maddalena, per esempio, la schiava amante di Cosimo de’ Medici incontrata da questi a Venezia, non è un personaggio di totale fantasia, ma ha qualche fondamento storico, seppur non ne appaia menzione nel libro di Strukul.
In verità Cosimo ebbe realmente una relazione con una schiava dalla quale nacque un figlio che venne poi allevato in seno alla famiglia Medici insieme ai figli legittimi di Cosimo e Contessina.
Strukul ha preferito puntare ad una versione più edulcorata della storia d’amore tra Contessina e Cosimo, concentrandosi più sulla profondità dei sentimenti di Contessina nei confronti di Cosimo piuttosto che parlare dell’impegno da questa profuso nelle questioni del Banco durante l’assenza del marito e di quanto da lei messo in atto per impedirne la condanna, come invece abbiamo visto nella serie televisiva.

Anche il rapporto tra Lorenzo e Cosimo presenta alcune differenze; rispetto al romanzo infatti il rapporto tra i due fratelli nella serie tv risulta essere decisamente più conflittuale.

La descrizione poi di Cosimo de’ Medici come un bell’uomo è decisivamente arbitraria e  finalizzata alla pura finzione letteraria, in quanto è risaputo, come poi si evince anche dai ritratti che sono giunti fino a noi, che gli esponenti della famiglia Medici erano tutto tranne che belli ed affascinanti.

Serie televisiva o romanzo di Strukul? Personalmente preferisco il libro. Affascinante il personaggio di Piccarda, la madre di Cosimo e Lorenzo, coinvolgente il racconto della battaglia di Anghiari, interessanti le descrizioni della Firenze e dei protagonisti dell’epoca.

Il romanzo di Strukul è un buon romanzo storico, un ottimo spunto per trovare la voglia di approfondire la storia della famiglia che tra intrighi e colpi di scena divenne la famiglia più potente del Rinascimento.

“I Medici. Una dinastia al potere” è stato il libro vincitore del Premio Bancarella edizione 2017.