domenica 21 ottobre 2018

“Quel che resta del giorno” di Kazuo Ishiguro


QUEL CHE RESTA DEL GIORNO
di Kazuo Ishiguro
EINAUDI
Il libro, scritto sotto forma di diario, racconta la storia dell’irreprensibile e anziano maggiordomo Stevens, io narrante del romanzo.

Il racconto del viaggio in automobile che Stevens compie sul finire dell’estate del 1956 attraverso la tranquilla campagna inglese per incontrare miss Kenton, una vecchia amica, e chiederle di riprendere il suo posto di governante a Darlington Hall, è in realtà un pretesto per compiere un inaspettato viaggio dentro se stessi e ricordare episodi del passato risalenti agli anni Venti e Trenta, anni in cui Stevens era la servizio di Lord Darlington e Darlington Hall stava vivendo i suoi tempi d’oro.

All’epoca Lord Darlington offriva splendidi ricevimenti e le più grandi personalità del paese e non solo, erano solite frequentare la sua residenza.
Anche Ribbentrop, ambasciatore della Germania hitleriana, era spesso ospite di Lord Darlington e in diversi punti del romanzo traspare, seppur molto velatamente, la simpatia e l’ammirazione che il Lord inglese sembrava nutrire per i nazisti.

Finita la guerra Lord Darlington proprio per le sue discutibili amicizie cadde in disgrazia e la sua reputazione inevitabilmente fu compromessa.
Alla sua morte la residenza fu acquistata da un ricco americano, Mr. Farraday, attuale datore di lavoro di Stevens.

“Quel che resta del giorno” è un romanzo malinconico e inquieto; Stevens passa in rassegna le scelte che l’hanno condotto al presente rivivendo giorno per giorno il suo passato e tristemente si rende conto di quanto tutto si riveli alla fine privo di contenuto. Improvvisamente si fa chiaro dentro di lui che il suo modo di vivere l’ha condotto all’isolamento; egli non è capace di sorridere né di fare battute e si sente confuso e disorientato tra la gente comune.

Ha sacrificato ogni cosa sull’altare del dovere, ha persino rinunciato all’amore anche a quello di una donna speciale, attenta e intelligente quale miss Kenton.
Nella vita di un maggiordomo non c’era spazio per i sentimentalismi, tanto che neppure la morte del padre nella soffitta di Darlington Hall, mentre al piano di sotto si svolgeva un importante ricevimento, lo aveva potuto distrarre dai suoi compiti.

Steven aveva sempre ritenuto che indossare gli abiti del maggiordomo non dovesse essere come recitare una pantomima, quell’abito doveva essere indossato con dignità ogni giorno della settimana, portarlo su di sé significava indossare la propria professionalità.

Una cosa più di tutte però amareggia il protagonista del romanzo al termine del suo viaggio introspettivo: non poter dire di aver scelto un percorso sbagliato. Stevens sa di aver sbagliato, ma gli errori non possono dirsi totalmente suoi.
Egli si è fidato di Lord Darlington con il risultato che ora non può neppure affermare di aver commesso i propri errori perché ha solo seguito gli sbagli di altri.

Gli ho dato tutto quanto di meglio avevo da dare, e adesso – ebbene – adesso mi accorgo che non mi è rimasto molto altro da dare.

Ma a mitigare tanta amarezza non c’è solo la saggezza popolare dell’uomo che Stevens incontra sul molo,

Smettila di guardarti indietro continuamente, altrimenti non puoi far altro che essere depresso. (…) Bisogna essere felici. La sera è la parte più bella della giornata.

ma anche l’assennatezza di miss Kenton addolcisce la malinconia di Stevens:

Dopotutto ormai non si può più mettere indietro l’orologio. Non si può stare perennemente a pensare a quello che avrebbe potuto essere. Ci si deve convincere che la nostra vita è altrettanto buona, forse addirittura migliore, di quella della maggior parte delle persone. E di questo si deve essere grati.

“Quel che resta del giorno” è un romanzo intenso e toccante dove i particolari e le atmosfere vengono descritte accuratamente.
Un libro che ricorda per stile i grandi classici; una storia dall’ambientazione perfetta i cui personaggi sono caratterizzati in maniera magistrale.

Da questo romanzo straordinario, vincitore del Booker Prize nel 1989, il regista americano James Ivory trasse nel 1993 un famoso film con Anthony Hopkins nel ruolo del maggiordomo Stevens ed Emma Thompson nei panni di miss Kenton; anche il film come il libro ottenne un grandissimo successo.



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