domenica 29 marzo 2020

“Il giardino dell’arte” di Claudio Strinati


IL GIARDINO DELL’ARTE
di Claudio Strinati
SALANI
David, il protagonista del romanzo, si sta per laureare in Storia dell’arte all’Università di Halifax in Canada.
Affascinato dalle bellezze del nostro paese, riceve in regalo dalla nonna un viaggio in Italia per poter ammirare parte dei tesori che sono stati per anni oggetto dei suoi studi.

In questo Grand Tour sarà affiancato, seppur virtualmente, dal suo professore che lo seguirà passo passo tramite un continuo scambio di mail e tramite le lezioni che il giovane prima di partire ha caricato sul suo iPod.

Il nostro paese più di ogni altro al mondo è in grado di offrire bellezze artistiche e David purtroppo dovrà fare i conti fin da subito con l’amara sorpresa che i giorni a sua disposizione sono troppo pochi per poter visitare l’Italia come avrebbe desiderato.

Firenze, Roma, Venezia, Napoli sono le mete più ambite e conosciute dai turisti, esse racchiudono un inestimabile patrimonio artistico, ma come si può passare sotto silenzio le ricchezze di altre affascinanti città come Cremona, Udine, Orvieto solo per citarne alcune? 

Durante il suo viaggio David conoscerà molte persone, farà esperienze importanti per la sua futura carriera universitaria, incontrerà forse anche l’amore, ma soprattutto imparerà a conoscere se stesso.

“Il Giardino dell’arte” è un romanzo di formazione oltre che un emozionante viaggio attraverso le meraviglie d’Italia che ci farà guardare con occhi diversi le bellezze del nostro paese.

Leggendo questo romanzo mi è tornato in mente un altro libro piuttosto simile come tipologia che trattava però di tutt’altra materia, per la precisione di filosofia, libro che tutti voi consocerete intitolato “Il mondo di Sofia” di Jostein Gaarder.

“Il giardino dell’arte” non è un libro che si possa definire di facile lettura e vi confesso che ha messo a dura prova la mia resistenza perché alcune digressioni sono davvero ardue da affrontare, però vi assicuro che gli sforzi sono stati ben ripagati.

La narrazione risulta piuttosto frammentaria e non è facile prendere subito dimestichezza con i vari registri narrativi, ma una volta che ci si riesce a sintonizzare sul ritmo del racconto, si riesce anche ad apprezzare appieno non solo la spiegazione delle opera d’arte, ma anche i dialoghi tra i vari personaggi, dialoghi spesso divertenti e scanzonati.

Il protagonista, devo confessarvi, non mi ha ispirato molta simpatia, ma non fraintendetemi, credo sia una figura davvero ben riuscita; David è un personaggio vero e ben caratterizzato.
Quando leggiamo di questo giovane e bel ragazzo straniero e delle sue peripezie in giro per l’Italia, degli imprevisti che deve affrontare, delle sue paure e delle sue ansie ci sembra di vederlo proprio lì davanti ai nostri occhi.
Il mio riserbo nei suoi confronti, proprio perché l’ho letto e riconosciuto come un personaggio così vivo e reale, è senza dubbio dovuto al mio essere vagamente prevenuta nei confronti del turista un po’ presuntuoso d’oltreoceano che giunge in Italia ad ammirare le nostre bellezze.

La figura del professore, invece, mi ha ispirato fin da subito molta simpatia così come la nonna italiana di David della quale facciamo la conoscenza solo attraverso i racconti di David stesso e dei suoi parenti a Venezia.

Un consiglio per chi volesse affrontare la lettura di questo tomo, ebbene sì il libro consta di ben 700 pagine, munitevi di un tablet o tenete a portata di mano lo smartphone poiché a tratti diventa impossibile seguire l’esposizione, perché di lezioni si tratta, senza un pronto riscontro delle opere di cui l’autore ci parla.

Pagina dopo pagina vedrete che sarà oltremodo emozionante scoprire quanti degli artisti di cui ci viene raccontata la storia o di cui ci vengono illustrate le opere, sono in realtà già parte di noi, nascosti tra i nostri ricordi, mentre noi pensavamo di averli scordati completamente.

“Il giardino dell’arte” ci insegna a riscoprire il piacere dello studio e dell’approfondimento; troppo spesso infatti facciamo l’errore di andare in giro cercando di vedere il più possibile, mossi senza dubbio dalle migliori intenzioni, ma finiamo per fare indigestione di opere d’arte senza in realtà guardarle davvero.

Claudio Strinati con questo libro prova a riportarci sulla retta via, ricordandoci l’importanza del guardare, azione che sembra che noi abbiamo ormai dimenticato, noi vediamo le cose ma non le guardiamo e questo errore spesso lo facciamo anche quando ci avviciniamo alle opere d’arte.

Ci soffermiamo a vederle, le giudichiamo belle o brutte, secondo il nostro gusto estetico o rifacendoci a quanto leggiamo o percepiamo dall’ambiente che ci circonda, ma senza guardarle con attenzione, senza indagarle a fondo, senza pensare al periodo in cui l’artista è vissuto, senza confrontarle con altre opere coeve o meno.

Spesso subiamo l’arte, ci meravigliamo sì di fronte ad essa, ma non la indaghiamo, non la viviamo come dovremmo, non la facciamo veramente nostra.

Come avrete notato non ho fatto alcun nome di artista riportato nel libro, è stata una scelta voluta perché ritengo sia giusto che scopriate da soli i loro nomi leggendo il romanzo.
Vi posso però anticipare che accanto ai nomi più famosi ne troverete molti che non vi sareste mai aspettati di incontrare tra queste pagine e, perché no, vi stupire anche della mancanza di altri di cui non è stata fatta menzione.

Se dovessi descrivere questo libro con tre aggettivi? Direi stimolante, prezioso ed emozionante. 

A questo punto, non mi resta che augurarvi buon viaggio tra le meraviglie della nostra splendida Italia.





domenica 15 marzo 2020

“Lo straniero venuto dal mare” di Winston Graham


LO STRANIERO VENUTO DAL MARE
di Winston Graham
SONZOGNO
Siamo nel 1810 e sono trascorsi ormai dieci anni dagli eventi narrati nella Furia della marea laddove si era interrotto anche il racconto della serie televisiva.

Demelza attende a Nampara il ritorno di Ross impiegato in Portogallo per conto del governo presso l’armata di Wellington.

Il rapporto tra Ross e Demelza è ormai un rapporto consolidato e sereno così come quello tra il dottor Enys e la sua bella moglie Caroline.

Sono ora le nuove generazioni che iniziano ad imporsi sulla scena.

I figli di Ross e Demelza sono ormai cresciuti, Isabella-Rose ha appena dieci anni, ma Jeremy ne ha ormai diciannove anni e Clowance sedici.

George Warleggan, vedono da undici, sembra deciso a risposarsi e per questo inizia a corteggiare un’elegante lady.
Deve però fare i conti con i comportamenti piuttosto dissoluti del suo primogenito Valentine e con alcune avventate scelte finanziarie che metteranno a rischio il suo patrimonio.

Anche i fratelli di Demelza conducono ormai una vita serena: Drake e Morwenna hanno coronato la loro storia d’amore e hanno avuto una figlia, mentre Sam è felicemente sposato con Rosina.

Un giorno Jeremy trae in salvo dal naufragio di una nave un marinaio, il suo nome è Stephen Carrington.

L’uomo è un tipo gioviale, allegro e passionale; Jeremy e Clowance restano entrambi affascinati dalla nuova conoscenza, ognuno ovviamente a modo suo.

Jeremy vede infatti incarnato in Stephen lo spirito di avventura e Clowance invece se ne innamora fin da subito.

Clowance che, a dire il vero, vanta un nutrito numero di ammiratori tra i quali spicca persino un lord, non è una ragazza frivola e senza senno per cui, seppur scossa e spaventata dai sentimenti che sente di provare per Stephen, non si lascia assolutamente travolgere dalla passione.

Come avrete capito anche questo nuovo capitolo della saga di Poldark non delude il lettore.
La scrittura è scorrevole, piacevole ed il romanzo si legge tutto d’un fiato.

I personaggi sono intriganti ed affascinanti; le vicende come sempre appassionanti ed emozionanti.

I protagonisti che si affacciano sulla scena per la prima volta riescono a coinvolgere il lettore con le loro storie fin dalle prime pagine.

Come sempre quello che colpisce di più è la grande capacità di Winston Graham di saper raccontare nuove storie senza mai perdere continuità con le precedenti.

La fluidità del racconto è assoluta; le nuove storie si inseriscono perfettamente in quelle raccontare precedentemente; i vecchi personaggi interagiscono con i nuovi restando sempre fedeli a se stessi, senza che il racconto evidenzi mai un minimo scollamento.

Ne è un esempio il modo in cui l’autore ci racconta il conflitto tra il vecchio e il nuovo che avanza.
Jeremy è entusiasta delle nuove tecnologie, egli vede tutte le meravigliose potenzialità che un uso più ampio del vapore potrebbe apportare alla società e cerca di persuadere di questo suo padre. 
Ross all'inizio è piuttosto scettico e fatica a lasciarsi convincere, ma poi cede dinnanzi alle competenze di quel figlio che gli ha anche dimostrato di essere ormai diventato un uomo.

Lo straniero venuto dal mare inaugura la seconda parte della saga di Poldark e lo fa, non solo attraverso il racconto delle vicende della nuova generazione della famiglia, ma anche attraverso il racconto di un epoca e delle sue conquiste. 

Protagonista del romanzo, però, non è esclusivamente la nuova scienza tecnologica, ma, come per i precedenti volumi, i veri protagonisti della storia sono i sentimenti e gli amori che siano questi appena nati, contrastati o impossibili.

Protagoniste del libro sono le pene d’amore di Jeremy per Cuby, ma anche i sentimenti dei pretendenti di Clowance.
Ci dispiace per Ben Carter che sembra avere ben poche speranze, nutriamo forti dubbi nei confronti di Stephen che sembra nascondere un qualche segreto, ma soprattutto facciamo il tifo per Lord Edward che sembra un personaggio uscito dalle pagine di un romanzo di Jane Austen. Come si potrebbe non fare il tifo per lui?

Per sapere come andrà a finire, però, non ci resta che aspettare l’uscita del prossimo libro sperando davvero di non dover attendere troppo a lungo.



Qui potete trovare gli altri post relativi alla saga di Poldark


domenica 1 marzo 2020

“La congiura” di Franco Cardini e Barbara Frale


LA CONGIURA
Potere e vendetta nella Firenze dei Medici
di Franco Cardini e Barbara Frale
LATERZA
La famiglia Medici è considerata oggi un’indiscussa protagonista di centrale importanza per il Rinascimento italiano.

La storia dei Medici occupa quasi tre secoli e mezzo di storia, ma possiamo affermare che il periodo che va dal 1434, anno in cui Cosimo Pater Patrie prende in mano le redini della famiglia, al 1492, anno della morte di Lorenzo de’ Medici, conosciuto anche come Lorenzo il Magnifico, sono gli anni più interessanti dal punto di vista sia storico che artistico.

Il quarantennio che corre tra il 1454 e il 1494 è definito, su indicazione di Francesco Guicciardini, l’età dell’equilibrio.
In realtà questo lungo periodo corrisponde a una fase piuttosto instabile della situazione della penisola italiana.

La storia della famiglia Medici fu una successione ininterrotta di congiure e complotti, ma la congiura per eccellenza, il momento cruciale che doveva mettere fine al dominio mediceo una volta per tutte, fu senza dubbio quella del 1478, conosciuta come la congiura dei Pazzi.
  
Il saggio di Franco Cardini e Barbara Frale ci racconta non solo l’evento in sé, ma ne analizza ogni sua possibile conseguenza, non tralasciando nessuna ipotesi e raccontando la storia dall’inizio, partendo proprio da quegli eventi, anche quelli all’apparenza più insignificanti, che provocarono pian piano il gonfiarsi della tempesta.

La figura di Lorenzo de’ Medici viene analizzata in ogni suo aspetto.

Particolarmente interessante è l’indagine che gli autori compiono per cogliere quei cambiamenti del suo carattere e del suo modo di agire che inevitabilmente avvennero a seguito degli accadimenti occorsi quando il Magnifico era all’apogeo della sua fortuna.

Lorenzo de’ Medici aveva un temperamento cerebrale, era dotato di una mentalità pragmatica, sicuro e caparbio, era senza dubbio più ambizioso dei suoi predecessori.

Il giorno 26 aprile 1478 è lo spartiacque della storia: mentre il fratello, Giuliano de’ Medici, viene assassinato barbaramente, a Lorenzo il destino riserva una sorte diversa, egli esce quasi indenne dall’agguato, riportando solo ferite superficiali.

Lorenzo medita la sua vendetta, è un uomo del Quattrocento e come nel Medioevo vige ancora la legge della Bibbia, “occhio per occhio e dente per dente”, Lorenzo vuole e deve difendere il suo onore.
Non sarà facile, saranno tempi dura per la famiglia Medici, ma Lorenzo nonostante gli  errori commessi, a volte inevitabili altre volte meno, saprà uscire vittorioso da quella guerra che la congiura ha finito per innescare, la cosiddetta “guerra dei Pazzi”, anche se il prezzo che dovrà pagare sarà molto elevato, non solo in termini economici.

Cupo, sospettoso, chiuso in se stesso, il Lorenzo degli anni dopo la congiura è un uomo completamente diverso dal Lorenzo che si era affacciato sulla scena politica prima del 26 aprile 1478.

I nemici si sono coalizzati contro di lui, non ha più una vita propria, la sua quotidianità è avvolta nell’oscurità e teme costantemente per la propria sicurezza e per quella della sua famiglia.

Partendo proprio dal cambiamento avvenuto in Lorenzo de’ Medici gli autori si dicono propensi a credere che la famosa Canzona di Bacco, che egli scrisse nel 1490, non sia da interpretare come un inno di gioia alla vita e alla gioventù, come i più sono soliti interpretarla, bensì piuttosto come una presa di coscienza da parte del Magnifico di una mesta e consapevole memoria di tutti gli errori e i mali commessi.

Personalmente, sin dai tempi della scuola, ho sempre avvertito una certa malinconia, mai allegria, leggendo queste strofe, quindi mi trovo pienamente d’accordo con questa possibile interpretazione.

Tra i numerosi scritti sulla storia dei Medici in generale e su Lorenzo de’ Medici in particolare, “La congiura. Potere e vendetta nella Firenze dei Medici” si impone come un saggio che sa regalare molti spunti al lettore per approfondire gli argomenti trattati.
Non va tralasciato, infatti, di sottolineare anche che il volume è corredato di numerose e interessanti note, suddivise per capitolo, dalle quali si può ricavare una ricca bibliografia.

Un libro scorrevole e dalla scrittura elegante, un saggio dettagliato e ricco di contenuti.

Un volume indispensabile nella libreria di tutti gli appassioni di storia medicea e non solo.