domenica 28 febbraio 2021

“A riveder le stelle” di Aldo Cazzullo

Nella primavera del 1300, il giorno di Venerdì Santo Dante si smarrisce nella selva oscura dove tre fiere (una lupa, una lonza e un leone) gli sbarrano il passo.

Verrà soccorso, come tutti sappiamo, da Virgilio che lo accompagnerà nel suo lungo viaggio nell’Inferno e nel Purgatorio fino a quando un’anima più degna, Beatrice, giungerà a sostituirlo per accompagnare il poeta nel Paradiso.

Aldo Cazzullo ci racconta il viaggio di Dante attraverso l’Inferno e, quasi vestendo egli stesso i panni di un novello Virgilio, conduce il lettore alla riscoperta dei più famosi passi della Divina Commedia o almeno di quelli della prima cantica.

Incontriamo così i personaggi più celebri, quelli di che tutti noi abbiamo incontrato almeno già una volta nella vita sui banchi di scuola: Francesca da Rimini, il conte Ugolino, Farinata degli Uberti, Vanni Fucci, Brunetto Latini, Ulisse, solo per citarne alcuni.

Il libro non vuole essere un commento della Divina Commedia, ma piuttosto un invito alla lettura della stessa, un viaggio attraverso il mondo dantesco.

Un omaggio a colui che fu il vero padre dell’Italia intendendo per tale, non la nazione che noi oggi conosciamo, ma piuttosto quella terra, la nostra patria, che egli per primo definì il Bel Paese e della cui lingua egli fu il padre indiscusso.

L’Italia è una nazione che, prima che dall’unione politica, è nata dalla cultura e dalla bellezza, è nata con Dante e con tutti i poeti, scrittori, artisti venuti dopo di lui e che a lui devono moltissimo come tutti noi.

Proprio in questa prospettiva, pagina dopo pagina, scopriamo quanta influenza Dante abbia avuto non solo sulla formazione di noi italiani e sulla nostra cultura, ma anche su tutta la letteratura mondiale da Boccaccio a Shakespeare, da Borges a Dino Campana fino ad arrivare a scrittori contemporanei e inaspettati come George R.R. Martin.

Un viaggio affascinante quello che il lettore si trova a percorrere tra le pagine di questo libro tra celebri citazioni dantesche, versi di poeti italiani e stranieri e citazioni di canzoni d’autore come quelle di Guccini e Lucio Dalla.

Il libro di Cazzullo è un libro leggero, nel senso positivo del termine, ossia un libro che si lascia leggere facilmente, non è pretenzioso e allo stesso tempo non è mai banale, un libro che sollecita continuamente il lettore ad interrogarsi sulla nostra identità nazionale e su quanto Dante abbia contribuito alla sua nascita.

L’autore è riuscito ad evidenziare la grande attualità e modernità della Divina Commedia senza mai decontestualizzare, rimanendo sempre fedele al testo e alla sua originalità.

Un libro che invoglia a riprendere in mano l’opera di Dante e che ci fa ringraziare la nostra buona stella per la fortuna di poter leggere un tale grandioso poema nella nostra lingua madre seppure quella di settecento anni fa.



domenica 14 febbraio 2021

“The Witcher – Il tempo della guerra” di Andrzej Sapkowski

“Il tempo della guerra” è il secondo capitolo della saga di The Witcher, ma come ormai voi ben sapete è in realtà il quarto libro in ordine di lettura considerando anche i primi due volumi di racconti. La storia vera e propria è narrata in cinque romanzi e viene completata da un ultimo volume di racconti aggiuntivi da leggersi come epilogo conclusivo dell’intera opera di Sapkowski.

Yennefer e Ciri sono dirette all’isola di Thanedd dove Yennefer è attesa alla riunione annuale dei maghi e la principessa di Cintra entrerà nella scuola di Aretuza per completare il suo addestramento.

Nonostante la maga abbia cercato di prendere ogni precauzione possibile per raggiungere incolumi la loro destinazione, tre sicari sono sulle loro tracce e riuscirebbero senza dubbio a portare a termine il lavoro per cui sono stati ingaggiati, se Geralt non fosse pronto ad intervenire in difesa di Yennefer e della Fiamma di Cintra.

La guerra è sempre più vicina: la gente è spaventata, le alleanze tra i vari regni vacillando, le truppe nilfgaardiane si fanno sempre più pericolose e gli Scoiattoli imperversano seminando il terrore tra la popolazione.

I maghi litigano assumendo posizioni sempre più divergenti tanto che quella debole intesa che li teneva uniti sembra a questo punto destinata a spezzarsi definitivamente.

In questo nuovo rischioso scenario Thanedd si rivelerà essere un posto molto pericoloso per la Leoncina di Cintra.

Con la guerra alle porte è necessario schierarsi, la neutralità non è più un’opzione praticabile e anche Geralt di Rivia ne è ormai ben consapevole.

Come i precedenti volumi anche “Il tempo della guerra” è un romanzo ricco di colpi di scena, adrenalinico, in grado di far volare il lettore con la fantasia in un mondo popolato da strane creature, maghi, elfi e ogni altra cosa possiate immaginare.

L’autore descrivere minuziosamente non solo gli stati d’animo dei protagonisti, ma anche il paesaggio circostante nonché lo svolgersi degli avvenimenti con tutti gli effetti ad essi connessi e alle ripercussioni che le scelte di ogni singolo personaggio inevitabilmente producono sulle decisioni altrui.

In questo libro troviamo forse, rispetto al precedente volume, meno introspezione psicologica dei personaggi e molta più azione; la scrittura invece resta molto veloce rendendo come sempre oltremodo scorrevole e piacevole la lettura.

“Il tempo della guerra” è un tempo sospeso dove nulla è ancora deciso, dove tutto può ancora succedere, dove nulla è davvero come sembra e non è dato essere certi di chi veramente abbia tradito chi.

L’appuntamento è quindi al prossimo episodio “Il battesimo del fuoco” il cui solo titolo sembra già essere foriero di scenari molto appassionanti e avvincenti.




sabato 13 febbraio 2021

“Michelangelo divino artista” - Genova, Palazzo Ducale

Districandosi tra zone gialle e arancioni sono finalmente riuscita a visitare la mostra di Michelangelo, appena in tempo prima che chiudesse nuovamente per almeno quindici giorni.

La mostra allestita nell’Appartamento del Doge a Palazzo Ducale sarebbe dovuta terminare il 14 febbraio, ma fortunatamente è stata prorogata fino al 2 maggio 2021 per cui c’è ancora tempo per visitarla.


Michelangelo Buonarroti, Cleopatra. Firenze, Casa Buonarroti.


L’esposizione vanta prestigiosi prestiti, la maggior di questi  proviene da Casa Buonarroti a Firenze.

La mostra è allestita seguendo le tappe della vita dell’artista, dai suoi esordi, legati alla famiglia Medici ed in particolare a Lorenzo il Magnifico, fino alla sua morte che coincise con la nascita del mito michelangiolesco sapientemente diretto da Giorgio Vasari (Arezzo 1511 – Firenze 1574), celebre autore de “Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti”.

Il percorso della mostra consta di dieci tappe:

1.    Le origini e la famiglia

2.    A Firenze: i Medici e il giardino di San Marco

3.    Dalla fuga alla fama: dalla Bologna dei Bentivoglio alla Roma dei papi

4.    Al servizio di Giulio II

5.    Fra Roma e Firenze per i papi Medici, Leone X e Clemente VII

6.    L’assedio nell’ultima Repubblica

7.    Dalla famiglia fiorentina agli affetti romani

8.    Trent’anni di volontario esilio, al servizio dei papi

10.  Caterina di Francia, Cosimo de’ Medici e la costruzione del mito dopo la morte

In mostra sono esposti oltre alla celebre Madonna della scala e al grandioso Cristo Giustiani anche numerosissimi disegni di Michelangelo, veri capolavori su carta.



Michelangelo Buonarroti, Madonna della Scala (1490 circa). Firenze, Casa Buonarroti


È inoltre esposto un nutrito numero di documenti biografici tra cui lettere, libri, schizzi, arazzi, opere coeve e non, che insieme riescono a tracciare un completo quadro dell’epoca rinascimentale nella quale visse il divino artista.

Unica nota stonata da segnalare era la presenza di una visita guidata che creava un fastidioso assembramento e che, dilungandosi sulle opere, creava affollamenti che il numero di ingressi contingentati avrebbe dovuto scongiurare.

Capisco l’esigenza di ospitare più visitatori possibile quando le strutture sono aperte, ma questo non esclude che si possa farlo in modo il più sicuro possibile così come era stato fatto alle Scuderie del Quirinale per la mostra su Raffaello dove le visite guidate erano infatti state vietate. L’efficienza dimostrata in tempi tanto difficili dagli organizzatori delle Scuderie del Quirinale credo resterà per sempre a mio avviso di un livello ineguagliabile.

Ora qualche altra immagine delle opere che più mi hanno colpito. Purtroppo la qualità delle foto non è delle migliori perché l’allestimento in molte sale giocava parecchio sul contrasto tra le opere molto illuminate e la penombra dell’ambiente circostante.

Busto di Lorenzo il Magnifico (attribuito a Pietro Torrigiano). Firenze., Collezione Liana Salvadori – Carlo Carnevali. Sullo sfondo parte di un arazzo opera di Giovanni Stradano (Jan Van Der Straet), cartone di Benedetto di Michele Squilli raffigurante Lorenzo Il Magnifico tra gli scultorei e i pittori dell’Accademia.

 

Michelangelo Buonarroti, Tre diverse liste di cibi. Firenze, Casa Buonarroti


Plotino, Enneadi. Traduzione e commento di Marsilio Ficino nel manoscritto di dedica per Lorenzo il Magnifico. (1490) - Membranaceo miniato da Attavante degli Attavanti (1452-1520/25). Firenze, Biblioteca Laurenziana. Da notare la catena che serviva per ancorare il volume al pluteo durante la consultazione.

Ritratto di Giulio II della Rovere, particolare (da Raffaello Sanzio) Firenze, Galleria degli Uffizi. In un articolo di Repubblica del 1994 si discute su quale dei due dipinti sia l’originale tra l’opera conservata alla National Gallery di Londra e questa conservata agli Uffizi a Firenze. Nel catalogo della mostra, che tra l’atro vi consiglio vivamente, si ritiene che questo quadro sia una delle repliche di bottega o copie antiche del prototipo del quadro conservato alla National Gallery, presente anche alla mostra su Raffaello alle Scuderie del Quirinale.


Lorenzo Il Magnifico, Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici, ed altri. Rime. Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana.


Il Piloto (Giovanni Francesco di Baldassarre). Poliedro a 60 facce posto al di sopra della lanterna della Sagrestia Nuova di San Lorenzo. Firenze, Musei del Bargello, Cappelle Medicee, Sagrestia Nuova.


Cesare Zocchi (Firenze 1851 – Torino 1922) Michelangelo Fanciullo scolpisce la testa del fauno. Firenze, Casa Buonarroti. Ricordate l’episodio degli esordi della vita artistica di Michelangelo? Quando Lorenzo de’ Medici fece notare a Michelangelo che il satiro che aveva scolpito in quanto anziano non poteva avere una dentatura perfetta e l’artista in risposta al suo arguto mecenate ruppe i denti del satiro e gli trapanò la gengiva? 

Palazzo Ducale ha organizzato e continua ad organizzare una serie di interessanti incontri dedicati alla mostra di Genova. Se avete tempo e voglia, vi consiglio di dare un’occhiata a “Michelangelo, una vita eccezionale” di Cristina Acidini (presidente dell’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze e della Fondazione Casa Buonarroti), incontro del 4 febbraio 2021. Questo intervento in particolare credo riassuma più di tutti lo spirito di questa mostra.

 

 


lunedì 1 febbraio 2021

“Il mistero della pittrice ribelle” di Chiara Montani

Il romanzo è ambientato nella Firenze di Cosimo de’ Medici, la culla del Rinascimento.

Io narrante della storia è Lavinia, la nipote di Domenico da Venezia, un pittore che negli ultimi tempi non sembra più incontrare il favore dei mecenati e fatica a trovare commesse all’altezza della sua arte.

Piero della Francesca, uno dei più abili artisti dell’epoca, amico e discepolo di Domenico è impegnato nell’Urbe presso il cardinale Bessarione.

Da anni egli è lontano da Firenze dove ha giurato non sarebbe mai più tornato.

Nonostante questo, non esita a contravvenire al suo giuramento appena giunge a conoscenza che su Domenico incombe un grave pericolo di cui però ignora l’origine.

Giunto a Firenze Piero scopre che il suo amico è accusato di essere coinvolto nell’omicidio del banchiere Peruzzi. Domenico è innocente, ma qualcuno vuole incastrarlo.

Risulta chiaro fin da subito che chiunque sia l’autore del complotto ha tutte le intenzioni di coinvolgere anche Piero nelle sue macchinazioni.

Riaffiora così il ricordo di alcune dolorose vicende occorse sedici anni prima.

Piero e Domenico speravano di essersi lasciati tutto alle spalle, ma qualcuno non ha mai dimenticato ed è più che mai risoluto a vendicarsi.

Lo splendore della Firenze nel suo periodo d’oro prende vita dinnanzi ai nostri occhi grazie alle pagine del libro di Chiara Montani; riusciamo ad ascoltarne i suoni e sentirne gli odori, assistiamo alla nascita dei capolavori della sua arte, entriamo nelle botteghe dei grandi maestri come Paolo Uccello, ci aggiriamo per le strade e tra i tavoli delle taverne, possiamo persino vedere con i nostri occhi i pittori mescolare i colori e stenderli sulle tele.

Gli attori che si muovono in questo splendido affresco rinascimentale ricreato magistralmente dalla penna dell'autrice sono descritti e caratterizzati in maniera minuziosa sia fisicamente che psicologicamente.

Il personaggio di Lavinia, al contrario di quello di Piero della Francesca, è un personaggio di pura finzione letteraria.

La nipote di Domenico è una ragazza forte, determinata, curiosa che non si lascia intimorire facilmente e che non intende rinunciare ai propri sogni.

Timida e impacciata all’inizio, acquista ogni giorno sempre più sicurezza nelle proprie capacità.

“Il mistero della pittrice ribelle” è sotto questo aspetto anche un romanzo di formazione; Lavinia cresce e diviene donna nel corso della storia.

È soprattutto l’arte a operare il miracolo in lei, a darle la spinta necessaria e ad aprirle le porte del paradiso. Attratta dall’odore della colla, dai pennelli e dai pigmenti, Lavinia comprende che la sua vita merita di essere vissuta pienamente e che non è giusto accettare di essere relegata in un ruolo secondario come previsto per le donne della sua epoca a cui obbedienza e modestia sono le uniche due virtù richieste

Piero della Francesca è un personaggio misterioso, sappiamo che era un seguace delle dottrine neoplatoniche e l’interpretazione delle sue opere lascia ancora oggi i critici disorientati e confusi.

Il personaggio del libro è un uomo solitario, che ama i suoi spazi, dal cervello finissimo e dalla lingua tagliente. Ermetico, affascinante e geniale.

Difficile non innamorarsi della sua figura così come di quella di Lavinia per cui l’idea dell’autrice di un possibile seguito che li vedrebbe protagonisti di una nuova avventura, non può che essere accolta favorevolmente dal lettore.

“Il mistero della pittrice ribelle” è un thriller molto ben congeniato, la tensione è sempre molto alta e i colpi di scena non mancano mai fino ad arrivare allo straordinario atto finale davvero inaspettato.

La storia raccontata è di pura fantasia, ma l’ambientazione è senza dubbio ben documentata e descritta minuziosamente in ogni suo particolare (abiti, personaggi, luoghi).

Se amate il Rinascimento e Firenze, non potrete che apprezzare questo libro che, come una vera macchina del tempo, riporta indietro il lettore permettendogli di respirare in prima persona il clima dell'epoca.