martedì 10 giugno 2014

“Lascia che sia felice” di Hannah Beckerman

LASCIA CHE SIA FELICE
di Hannah Beckerman
SPERLING & KUPFER
Max e Rachel sono giovani e innamorati, il loro è un matrimonio perfetto. Hanno una figlia di sei anni, una bambina straordinaria, intelligente, vivace e sensibile.

Purtroppo però il destino gioca loro un terribile scherzo: Rachel muore a soli 36 anni.
Il suo cuore, senza nessuna avvisaglia, decide di smettere di battere una sera all’uscita del ristorante dove la donna aveva appena cenato con Max per festeggiare la sua promozione.
Un problema cardiaco che nessun medico gli aveva mai diagnosticato, costringe Rachel ad abbandonare per sempre la sua adorata famiglia.

Il racconto inizia proprio dal primo anniversario della morte di Rachel ed è proprio lei, in prima persona a raccontare la storia.
La donna si trova completamente sola in un luogo indefinito fuori dal tempo e dallo spazio, circondata da un biancore surreale.
Senza preavviso le nebbie che la circondano si diradano e le nuvole bianche si aprono per concederle di osservare, spettatrice non vista, la vita dei suoi cari.
Non c’è una logica apparente nelle modalità e nelle tempistiche in cui le vengono concesse queste incursioni nel mondo terreno: può accadere più volte nella stessa giornata oppure possono passare anche dei mesi tra una visita e l’altra.

Rachel è costretta ad assistere alla lunga e dolorosa elaborazione del lutto delle persone a cui più era affezionata: suo marito, sua figlia, sua madre, i suoi suoceri, suo cognato e la sua migliore amica Harriet.
Ciascuno di loro affronta la morte di colei che è stata moglie, madre, figlia, nuora, cognata ed amica in modo diverso, talvolta entrando in aperto contrasto anche tra di loro.

E poi c’è lei, Eva, l’altra donna colei che si insinuerà nella famiglia che era una volta di Rachel, diventando la nuova compagna di Max e la matrigna di Ellie.

Eva, donna dal passato piuttosto tormentato, è una brava persona oltre ad essere bellissima, affascinante ed estremamente intelligente.
Per Rachel però non sarà facile accettare che un’altra donna prenda il suo posto, non sarà facile lasciare che chi tanto ama possa rifarsi una vita senza di lei e forse anche dimenticarla.

Ed è proprio sulla base di questa battaglia interiore affrontata da Rachel che il libro viene diviso in sette parti intitolate: choc, negazione, rabbia, contrattazione, depressione, sperimentazione e accettazione.
Attraverso questi sette stati emotivi, Rachel riuscirà a superare l’evento traumatico della propria morte sino a capire che, quando si ama davvero qualcuno, bisogna sapere accettare il fatto che questi possa essere felice anche senza di noi.

“Lascia che sia felice” è un romanzo molto strano, un libro che potrebbe prestarsi a diventare solo una sequenza di detti e frasi comuni del tipo “non tutti affrontiamo la morte allo stesso modo”, “ognuno di noi ha tempi diversi per elaborare il lutto”, “dopo quanto tempo è corretto pensare di rifarsi una vita?”, “il tempo guarisce tutte le ferite”…

In realtà, nonostante la storia sia effettivamente basata per certi versi proprio su quelli che possiamo chiamare “luoghi comuni”, il racconto non risulta mai banale.
L’autrice è riuscita a creare una rete di collegamento tra i vari personaggi davvero appropriata: così che per ognuno di essi siamo in grado di capire le motivazioni, le paure, le ansie, gli stati emotivi che attraversano per cercare di ritornare ad una vita “normale” dopo la tragedia che li ha colpiti.

La madre di Rachel ed Harriet, per esempio, hanno giustamente paura di essere tagliate fuori dalla vita di Ellie perché il loro unico legame con il padre della bambina era Rachel; Max invece è continuamente schiacciato dai sensi di colpa nei confronti di Eva perché, pur essendo innamorato di lei non riesce a dimenticare la moglie, ma nello stesso tempo perché crede di fare torto alla memoria di Rachel provando dei sentimenti per un’altra donna….e via così per ogni personaggio del libro.

Non stupisce che l’autrice abbia lavorato come produttrice per il cinema e la televisione perché le descrizioni delle scene così come dei vari personaggi sono talmente fluide e naturali che spesso si ha come l’impressione di vedere scorrere delle immagini su uno schermo più che leggere un libro.

“Lascia che sia felice” è un romanzo commovente e malinconico, una bella storia che non dimenticherete facilmente.

Qualcosa di questo romanzo resterà con voi per sempre perché avrete fatto vostro il pensiero che, poiché non c’è nessuna certezza del domani, solo l’oggi conta davvero e ogni giorno deve essere sempre vissuto pienamente come se fosse l’ultimo.

Capirete che non importa quanto successo avrete avuto nella vita perché carriera, denaro, potere non avranno alcun valore; ciò che davvero sarà importante sarà quello che avrete condiviso con le altre persone, perché saranno le piccole cose di tutti i giorni quelle che manterranno vivo il ricordo di voi in coloro che vi sopravviveranno.




2 commenti:

  1. Sì, questo suona davvero come un romanzo commovente e malinconico. La presenza di un'altra donna potrebbe essere spiazzante anche per il lettore in questo libro perché, da quello che ho capito, si passa dalla morte di Rachel a un anno dopo nel giro di poche pagine... è uno scossone quando passa il tempo nel racconto, ma non quello reale in questi casi.

    «Capirete che non importa quanto successo avrete avuto nella vita perché carriera, denaro, potere non avranno alcun valore; ciò che davvero sarà importante sarà quello che avrete condiviso con le altre persone, perché saranno le piccole cose di tutti i giorni quelle che manterranno vivo il ricordo di voi in coloro che vi sopravviveranno.»

    In fondo, in fondo ce ne rendiamo conto, ma spesso ce ne dimentichiamo nella realtà di tutti i giorni.

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    1. E' vero fa parte delle cose che alla fine tendiamo a dimenticare. Quando ci accade qualcosa di brutto e riusciamo ad uscirne, pensiamo di aver compreso quali devono essere le nostre priorità ma dopo poco tempo ricadiamo negli stessi errori.
      Diciamo che questo libro ci ricorda che non dobbiamo abbassare la guardia :-)

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