sabato 13 maggio 2017

“Il vecchio barone inglese” di Clara Reeve (1729 – 1807)

IL VECCHIO BARONE INGLESE
di Clara Reeve
SuperBEAT
Ambientato nell’Inghilterra di Enrico VI (1421 – 1471), Il vecchio barone inglese (titolo originale dell’opera The champion of virtue, a gothic story, intitolato solo nella seconda versione The Old English Baron), è il libro più famoso di Clara Reeve.
Scritto nel 1777 è oggi considerato un classico della letteratura gotica.

Sir Philip Harclay, dopo una lunga assenza dall’Inghilterra, rientra in patria e al suo ritorno deve purtroppo fare i conti con diversi cambiamenti.
Decide di intraprendere un viaggio per scoprire cosa sia accaduto al suo vecchio amico Lord Lovel dal quale da anni non riceve più notizie.
Giunto al castello dei Lovel apprende la triste notizia che l’amico e la moglie, in attesa del loro primo figlio, sono deceduti anni prima.
Titolo e proprietà di Lord Lovel sono passati a un cugino che, dopo aver vissuto qualche tempo al castello, ha venduto la proprietà al cognato, il barone Fitz-Owen
Al castello il barone vive ora con i suoi tre figli e due suoi nipoti.
Sir Philip Harclay ricevuto con ogni rigurado dal barone Fitz-Owen, fa la conoscenza di un interessante giovane, Edmund Twyford, che questi ha preso a vivere stabilmente in casa.
Edmund, nonostante le sue umili origini, egli è infatti figlio di un contadino, si contraddistingue per la sua intelligenza oltre ad essere un ragazzo brillante e imbattibile nel tiro con l’arco.
All’inizio è ben voluto da tutti, ma con il passare degli anni Edmund cade in disgrazia a causa dell’invidia dei parenti del barone.
Il barone però quando si rende conto che l’astio nei confronti del ragazzo è totalmente ingiustificato, propone che Edmund trascorra tre notti in un’ala abbandonata del castello che si dice sia infestata dai fantasmi prima di lasciare la casa e cercare la sua fortuna altrove.
Proprio in queste stanze però Edmund apprenderà molte cose sul suo passato e sulle sue origini, riportando alla luce un segreto che è ormai tempo che venga svelato.

Vorrei spendere pochissime parole per inquadrare brevemente l’epoca in cui fu scritto il romanzo.
Nel 1765 fu pubblicato il libro che creò il genere gotico ovvero Il castello di Otranto (The castle of Otranto) di Horace Walpole (1717-1797).
Molti furono gli imitatori del genere e tra questi appunto ritroviamo la nostra Clara Reeve la quale, a differenza di Walpole, cercò nonostante l’elemento fantastico di rendere la storia più verosimile possibile e lo vediamo ad esempio nel tentativo di dare delle precise coordinate storiche alla vicenda.
Il vecchio barone inglese ebbe tra l’altro una notevole influenza anche sulla stesura di Frankenstein di Mary Shelley (1797 -  1851).
L’autrice di maggior successo nel genere gotico sarà poi Anne Radcliffle (1764-1823) di cui possiamo ricordare il libro di maggior successo I misteri di Udolpho (The mysteries of Udolpho).

Il personaggio di Edmund Twyford, l’eroe del romanzo, incarna tutti gli ideali della cavalleria cortese: egli possiede senso dell’onore, è un prode, un coraggioso; seguace dei dettami dell’amor cortese tratta con profondo rispetto e deferenza la donna da lui amata, Emma la figlia del barone Fitz-Owen.

La storia del romanzo risulta piuttosto elementare e scontata; i sentimentalismi sono spesso esagerati, il sentimento di pietas poi che caratterizza alcuni personaggi può risultare a volte esasperante agli occhi di un lettore moderno, così come il confidare ciecamente nella Provvidenza con la P maiuscola dei protagonisti può apparire troppo stucchevole.
La verità è che bisogna amare il genere e l’epoca in cui fu scritto il romanzo per apprezzarne davvero lo spirito.

Il libro, tra l’altro molto breve sono appena 150 pagine, racchiude in sé tutti gli elementi del romanzo gotico: un castello buio e spaventoso, atmosfera cupa, il malvagio usurpatore, il giovane eroe ignaro delle sue nobili origini, stanze infestate dai fantasmi.

Per gli appassionati del romanzo gotico è un classico da non perdere che spingerà inevitabilmente il lettore ad andare a scovare altri testi di autori dimenticati dell’epoca.




Nessun commento:

Posta un commento