domenica 11 giugno 2017

“La sonata a Kreutzer” di Lev Tolstoj (1828 – 1910)

LA SONATA A KREUTER
di Lev Tolstoj
PASSIGLI EDITORE
Il romanzo, pubblicato nel 1889 e opera della piena maturità di Lev Tolstoj, deriva il suo titolo dall’omonima sonata per violino e pianoforte di Beethoven.

Durante un viaggio in treno si accende una discussione tra alcuni viaggiatori. L’argomento della controversia è il matrimonio: mentre una moderna e liberale signora sostiene che l’unico fondamento dell’unione matrimoniale debba essere l’affinità sentimentale, un anziano signore dalle idee maschiliste e bigotte si dichiara sostenitore di tutt’altro partito.
A favore della tesi sostenuta dall’attempato mercante si schiera un passeggero di nome Pòzdnyshev che, qualche pagina più avanti, racconterà la propria storia ad un altro viaggiatore.

Pòzdnyshev è un uxoricida assolto dalla giuria, ritenuto non colpevole in quanto marito tradito che agì per difendere il proprio onore oltraggiato.
La sua storia ebbe inizio quando da giovane commise l’errore di sposare una ragazza solo per la sua avvenenza.
Ben presto il matrimonio si rivelò una schiavitù per entrambi e iniziarono i litigi che si ripeterono con sempre maggiore frequenza.
La nascita dei figli non fece che peggiorare il rapporto tra loro e le divergenze diventarono presto incolmabili.
Il marito provava una gelosia smisurata nei confronti della moglie, non tanto dettata dall’amore che ormai si era completamente dissolto, quanto piuttosto da un ossessivo desiderio di possesso. Lei, da parte sua, per lui provava solo fastidio e irritazione.
Il caso volle che Pòzdnyshev presentasse alla moglie un vecchio conoscente, un musicista.
Un giorno la donna e l’amico eseguirono, lei al piano e lui al violino, la sonata a Kreutzer di Beethoven, e dall’intesa che sbocciò tra loro, dall’espressione dei loro volti nacque in Pòzdnyshev il sospetto del tradimento della moglie, sospetto che lo porterà a compiere l’estremo gesto.

In “La Sonata a Kretuzer” Tolstoj descrive in modo preciso la rovina del rapporto amoroso: dalla passione iniziale, all’indifferenza, alla gelosia, all’odio sino al delitto.
La psicologia degli amanti è indagata minuziosamente, psicologia che l’autore aveva già analizzato nel suo celebre romanzo Anna Karenina, pubblicato nel 1877.

Il tema centrale del romanzo è la perdizione dell’uomo in balia dei suoi sensi.
Scritta dopo la cosiddetta “conversione ai Vangeli” di Tolstoj, l’opera, intrisa di religiosità, è un invito a liberarsi dei piaceri della carne che inducono l’uomo a comportarsi come le bestie allontanandolo dalla sua vera natura.

“La sonata a Kreutzer” è un romanzo autobiografico, Tolstoj si rifà alle proprie esperienze personali: il tradimento, le liti famigliari, lo schierarsi dei figli a favore di uno o dell’altro genitore nelle contese di tutti i giorni.
Tolstoj, nell’incipit di Anna Karenina, scriveva “Tutte le famiglie felici si assomigliano fra loro, ogni famiglia infelice è infelice a modo suo”; ora questo concetto sembra essere ormai superato, in queste pagine di denuncia e accusa Tolstoj afferma che la felicità famigliare non può esistere perché i rapporti sono inevitabilmente destinati ad un tragico degenerare.  

“La sonata a Kreutzer” contrariamente alle altre opere di Tolstoj è un romanzo breve e pertanto di più facile approccio per ogni tipo di lettore.

Il racconto è intenso e ricco di pathos; il lettore riesce a sentirsi così partecipe del tormento interiore del protagonista tanto da avere l’impressone, pagina dopo pagina, di viaggiare egli stesso su quel treno e ascoltare in prima persona il racconto di Pòzdnyshev.

Pòzdnyshev chiede perdono alla moglie sul letto di morte e chiede perdono al compagno di viaggio quando questi, arrivato a destinazione, si congeda da lui.
Nella sua pazzia riesce a comprendere davvero la gravità del crimine commesso solo alla vista del cadavere.

In un’epoca in cui un uomo era ritenuto innocente di un delitto d’onore anche solo per un sospetto di tradimento, al lettore resta il dubbio: la moglie aveva tradito davvero Pòzdnyshev?

È vero che lui sorprese la moglie a cena con il violinista, è vero che all’epoca non era decoroso per una signora ricevere un uomo da sola di sera nella propria casa, ma è pur vero che i figli dormivano nelle stanze accanto, che la servitù era in servizio. La moglie poteva davvero scegliere di consumare un tradimento in tale situazione?
Pòzdnyshev non colse mai in fragrante la moglie per cui sarebbe plausibile che tutto fosse stato generato esclusivamente dalle sue ossessioni.

Ai lettori l’ardua sentenza….






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