domenica 22 aprile 2018

“Agnese, una Visconti” di Adriana Assini


AGNESE, UNA VISCONTI
di Adriana Assini
SCRITTURA & SCRITTURE
Seconda metà del Trecento, Bernabò Visconti è il signore di Milano e il suo vasto dominio si estende anche alle città di Bergamo, Brescia, Cremona più altri centri minori.

È un uomo autoritario e irascibile che, pur dotato di intelligenza ed erudizione fuori dal comune, possiede la grinta tipica dei conquistatori.

La sua sregolatezza, il pugno di ferro con cui è solito governare, la sua smodata passione per il cibo e la caccia, riportano alla nostra mente la figura di un grande sovrano che regnerà sull’Inghilterra più di un secolo dopo, il tanto discusso Enrico VIII.

La figura di Bernabò Visconti, proprio come quella del celebre re inglese, non lascia spazio a tiepidi sentimenti; Bernabò Visconti o lo si ama o lo si odia, l’indifferenza non è ammessa.

Il Visconti ha una prole numerosa, ma Agnese è senza dubbio la sua preferita; in lei infatti egli vede il riflesso di se stesso. Caparbia, intelligente e audace, Agnese è proprio come lui.

Non stupisce quindi che, a causa del suo carattere ribelle, la giovane entri spesso in contrasto con il genitore e, per riportare la pace in famiglia, ogni volta deve intervenire la madre, Beatrice della Scala, detta anche Regina per il suo portamento regale.

La sposa di Bernabò è l’unica persona sulla faccia della terra in grado di addomesticare il consorte, riconducendolo a più miti consigli quando necessario e, visto il carattere collerico di questi, Beatrice deve intervenire piuttosto frequentemente.

Bernabò Visconti ha combinato per Agnese un prestigioso matrimonio, sua figlia andrà in sposa al giovane Francesco Gonzaga, futuro signore di Mantova.

Agnese sulle prime cerca di ribellarsi a questa unione, ma poi si piega alla volontà paterna e accetta di sposare il Gonzaga.

Il matrimonio si rivelerà però un fallimento sia dal punto di vista sentimentale che politico. 
Agnese, infatti, indomita e fiera, non si piegherà mai né alla ragion di stato né al modo di pensare del suo consorte, sfiderà le convenzioni e sarà fin da subito un spina nel fianco del suo sposo.

La vita non sarà clemente con Agnese che pagherà a caro prezzo la ferrea volontà di rimanere fedele a se stessa, ai suoi principi e ai suoi affetti.

Il libro di Adriana Assini è un romanzo storico molto ben costruito: cronaca storica e romanzo d’amore si sposano perfettamente, regalandoci uno splendido affresco dell’epoca e una vivida testimonianza di quanto potesse essere difficile e pericoloso a quel tempo essere una donna sola e risoluta.

Il periodo in cui si svolgono i fatti narrati nel romanzo è un’epoca tormentata, dove alleanze e amicizie duravano poche settimane e dove persino i legami famigliari più stretti erano totalmente instabili e inaffidabili.
  
In un quadro storico così incerto la luce di Agnese, così altera e fiera, risplende come una stella.

Nonostante più volte cerchino di spezzare la sua dignità la donna mantiene inalterato il suo orgoglio fino alla fine dei suoi giorni; lei è una guerriera, orgogliosa di appartenere alla valorosa dinastia dei Visconti, fiera di essere la figlia di Bernabò.

Questa sua alterigia indubbiamente a tratti risulta anche un po’ indisponente, nonostante tutte le attenuanti che le si possono riconoscere, tra cui un consorte, Francesco Gonzaga, subdolo e codardo, Agnese spesso non fa nulla per cercare di ingraziarsi la sua corte.

Il finale del romanzo però riscatta del tutto qualunque dubbio possa essersi affacciato alla mente del lettore sulla personalità di Agnese Visconti, nei confronti della quale è impossibile non sciogliere qualunque tipo di riserva e sviluppare un forte senso di empatia.

La struggente conclusione del libro lascia al lettore un senso di angoscia e amarezza, ma anche la piena consapevolezza di aver conosciuto, attraverso le pagine di questo splendido romanzo, la storia di una grande donna; una donna che, nonostante gli avversi colpi della fortuna, ha avuto il coraggio di vivere secondo i suoi desideri.

Fin da bambina Agnese Visconti sognava di incontrare un cavaliere che assomigliasse ai protagonisti dei libri che tanto le piaceva leggere; desiderava vivere una passione degna della più grandi storie d’amore e, nonostante tutti la dissuadessero dal credere tutto ciò possibile, lei riuscì a realizzare il suo sogno, seppur mettendo a repentaglio la sua stessa vita.

I personaggi del romanzo sono tutti caratterizzati in maniera magistrale da Adriana Assini: la fidata Mea della Mirandola, dama di compagnia di Agnese, Beatrice della Scala, Jacopo l’indovino, Bernabò Visconti e Antonio da Scandiano, il cavaliere bello ed elegante, dagli occhi grigi come i cieli d’inverno e capelli scuri, lunghi fin quasi alle spalle.

“Agnese, una Visconti” è un libro affascinante e coinvolgente come la sua protagonista, un romanzo appassionante che sa regalare al lettore emozioni forti oltre a trasmettergli il desiderio di rileggere le opere di Dante e Petrarca e magari riprendere in mano anche i poemi di Chrétien de Troyes.

Un ultimo accenno merita di essere fatto sull’aspetto estetico del libro in sé come oggetto. Ho trovato l’edizione davvero piacevole e invitante. Bello il dipinto scelto per la copertina, Ritratto di donna di profilo opera di Piero del Pollaiolo (1465) e assai gradevoli sia il formato che la grafica del volume.

Insomma, bella l’edizione, ottima la storia e Adriana Assini, autrice che non conoscevo, una piacevole scoperta.





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