sabato 2 febbraio 2019

“La stanza della tessitrice” di Cristina Caboni


LA STANZA DELLA TESSITRICE
di Cristina Caboni
GARZANTI
Camilla Sampietro lavora nella sartoria “Gioielli di stoffa”, la sartoria per signora di Sandra Finot a Bellagio, sul lago di Como.
Da un anno si è lasciata alle spalle la sua agiata vita milanese e le persone a lei care per inseguire il suo sogno.

La moda per Camilla non è solo ed esclusivamente una questione di glamour, lusso ed eleganza, ma è qualcosa di più profondo ed intimo; la moda per Camilla deve rappresentare la storia di una persona ed i suoi legami.

Proprio per questo motivo la giovane donna disegna vestiti creati sui sogni delle sue clienti; lei ne ascolta attentamente i racconti ed i desideri per poi poter realizzare abiti perfetti per loro.
Gli abiti che lei crea sono cuciti sulle loro speranze, le loro aspirazioni; non sono gli abiti a valorizzare la persona, ma è la persona stessa che valorizza l’abito perché in quell’abito c’è tutta la sua anima.

Camilla ama soprattutto ridare vita ai vecchi vestiti, adora ricavare da un vecchio abito appartenuto ad una persona cara un nuovo abito che crei un legame tra la persona che lo indosserà e chi ormai non c’è più.

Camilla è affascinata dalla storia di Maribelle, una sarta della quale sono giunte ai giorni nostri pochissime e frammentarie notizie.

La leggenda racconta che Maribelle fosse in grado di tessere stoffe bellissime e che gli abiti da lei creati fossero in grado di infondere protezione, coraggio e sicurezza in chi li indossava.
Tutto questo era possibile grazie a dei sacchetti che Maribelle cuciva all’interno degli abiti; in questi speciali sacchetti venivano nascosti dei messaggi oltre a spighe di lavanda, fiori di elicriso e ad ogni altro tipo di fiore o di erba a seconda delle necessità.

Proprio come Maribelle, Camilla spera di poter, attraverso le sue creazioni, infondere forza, coraggio e fiducia in se stesse nelle donne che li indosseranno.

“La stanza della tessitrice” non è solo la storia di Camilla Sampietro, ma anche la storia di Caterina Frau.
La madre di Caterina aveva anche due figli maschi per i quali stravedeva, di Caterina invece, per ragioni misteriose, non voleva saperne.
Così per anni la bambina aveva vissuto lontano dalla madre, cresciuta da un’amorevole balia, Rosa la tessitrice, che le aveva trasmesso l’amore per quest’arte antica. 
La vita di Caterina non fu una vita facile e nel corse degli anni furono  molte le prove che dovette affrontare, ma a sostenerla ci fu sempre la passione per il ricamo, per i tessuti ed il ricordo dell’amore di Rosa.

“La stanza della tessitrice” è un romanzo in cui coesistono due linee di narrazione; da una parte abbiamo la storia di Camilla che vive nel presente e dall’altra la storia di Caterina che prende avvio all’inizio degli anni Venti.

Un romanzo che preveda un doppio piano narrativo non è un tipo romanzo il cui intreccio sia di facile gestione, eppure, Cristina Caboni riesce a rendere la narrazione fluida e scorrevole come se mantenere un doppio intreccio narrativo fosse la cosa più semplice e naturale di questo mondo.

La sua bravura di narratrice mi aveva già favorevolmente impressionata leggendo “La rilegatrice di storie perdute” e ora, con questo nuovo romanzo, ne ho avuto ulteriore conferma se mai ce ne fosse stato bisogno.

Così come ho avuto conferma della sua grande capacità di saper creare personaggi indimenticabili e storie affascinati capaci di coinvolgere ed affascinare il lettore fin dalle prime pagine.

“La stanza della tessitrice” ci racconta la storia di due donne che, pur vivendo in due epoche differenti, hanno molto in comune tra loro.
Entrambe non sono state cresciute dalla propria madre, entrambe si sono sentite estranee alle loro famiglie adottive ed entrambe hanno trovato consolazione e conforto nella creazione di bellissimi abiti.

Caterina e Camilla sono due donne, che malgrado le loro fragilità, riescono ad affermare se stesse e decidere della loro vita nonostante ci sia sempre qualcuno che tenti di spegnere i loro sogni.

Nel doppio intreccio della storia, però, non ci sono solo Caterina e Camilla a presentare similitudini, ma anche altri personaggi trovano una specie di alter-ego, così se da una parte abbiamo Luisa, la cugina di Caterina dall’altra troviamo Daniela, la cugina acquisita di Camilla, e poi ci sono zia Amelia e Rosa che rappresentato per Caterina quello che Marianne rappresenta per Camilla.

“La stanza della tessitrice” racconta di dolori antichi e di sofferenza, di rancori e di vendetta, ma anche di amore e di rinascita, di accettazione e di perdono.

Il romanzo di Cristina Caboni è un romanzo che parla direttamente al cuore del lettore, un libro che sa commuovere e sorprendere; la lettura ideale per chi ama le belle storie e per chi ancora crede nel potere dei sogni.




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