domenica 21 aprile 2019

“Semplicemente perfetto” di Jostein Gaarder


SEMPLICEMENTE PERFETTO
di Jostein Gaarder
LONGANESI
Tra Albert e Eirin è amore a prima vista. Hanno appena diciannove anni, ma il loro incontro davanti alla macchinetta del caffè del campus cambierà per sempre le loro vite.

La gita al lago di Glitretjern e la notte trascorsa nella Casetta delle Fiabe, a solo una settimana da quel loro primo incontro, segnerà ufficialmente l’inizio della loro storia.

Sono passati 37 anni da quel giorno ed Albert, dopo aver ricevuto una terribile notizia che sconvolgerà per sempre la sua vita e quella della sua famiglia, si rifugia nella Casetta delle Fiabe, proprio quella casa sul lago che aveva visto sbocciare il loro amore.

Dieci anni dopo la loro romantica fuga sul lago, Eirin ed Albert erano riusciti ad acquistare la casa, il loro bambino aveva allora appena sette anni.

Oggi Christian è diventato adulto ed è padre di una bambina di dodici anni, Sarah.    

Per cercare di assimilare la sconvolgete notizia ricevuta da Marianne, il suo medico di base, e per stabilire quale sia il modo migliore per affrontare tutto ciò che sta per accadere, Albert decide di mettere nero su bianco le sue impressioni, le sue emozioni, le sue domande, ma anche di fare chiarezza sul passato svelando verità inconfessate e portando alla luce segreti tenuti nascosti per troppo tempo.

Albert, mentre Eirin ignara di tutto si trova ad un convegno in Australia, si concede ventiquattro ore per scrivere il suo addio, deciso a mettere fine alla sua vita prima che la malattia prenda il sopravvento sul suo fisico.

L’incipit del romanzo è di forte impatto, carico di suspense, sembrerebbe quasi essere l’inizio di un thriller.
Ben presto però il lettore scopre che i misteri che l’io narrante nasconde sono semplici verità taciute, segreti  comuni a molte coppie.
Una normalità che si può sintetizzare in una frase dello stesso protagonista:

La vita di un uomo si riassume semplicemente così: C’era una volta… E venne una notte. Adesso è arrivata la notte.

“Semplicemente perfetto” è il racconto di qualcosa di tragico sì, ma anche di quotidiano nella sua drammaticità.

Quello che accade al protagonista è un qualcosa che potrebbe accadere a chiunque di noi in qualunque momento e, proprio come il protagonista, ciascuno di noi rimarrebbe atterrito, spiazzato dalla tragicità della scoperta e inizierebbe a porsi moltissime domande.

La vita umana è caratterizzata da momenti di ricchezza e di miseria, è scandita da eros e thanatos, amore e morte, e noi uomini, semplici attori sul palcoscenico della vita, come ci definì Shakespeare,  viviamo ogni giorno in balia di sentimenti contrastanti: amore e odio, altruismo ed egoismo.

Noi siamo convinti di poter vivere per sempre; in qualunque momento la morte busserà alle nostre porte, ci coglierà immancabilmente impreparati.
Impreparati a lasciare le persone a noi care e tutto ciò che negli anni abbiamo costruito; ed, inevitabilmente, saremo afferrati da un senso di impotenza e presi dal desiderio di rivalsa nei confronti del prossimo.

Come il protagonista inizieremo a porci interrogativi su cosa ci sia dopo la morte e quale sia il senso della vita, di quella vita che saremo ormai prossimi a lasciarci alle spalle.

Il protagonista del libro però deve anche scegliere se attendere l’arrivo della nera signora oppure andarle incontro e abbracciarla spontaneamente, perché la malattia diagnosticatagli è una malattia terribile.
Diviene quindi obbligatorio per lui chiedersi se non sia più dignitoso suicidarsi finché si è ancora in forze, prima che il male distrugga definitivamente il suo corpo e il dolore si faccia insopportabile.

Perdere la dignità permettendo alle persone care di restargli accanto fino alla fine o salvaguardare il proprio amor proprio lasciando volontariamente la scena prima del tempo?
Togliersi la vita richiede molto, tanto coraggio, ma vivere sapendo che la malattia gli toglierà ogni cosa non richiede forse ancora più forza di volontà e audacia?

Ognuno di noi dovrebbe avere la libertà di scegliere di poter rompere con tutti i legami sociali e di poter trovare per conto proprio una via di ritorno alla natura, ma i limiti di questa scelta sono proprio i legami con i propri cari.

“Semplicemente perfetto” è un libro di appena 136 pagine, ma seppur così breve, ci pone importanti interrogativi di non facile e scontata soluzione.

Albert farà la sua scelta, quella che egli riterrà più giusta, lo farà con l’aiuto delle persone a lui vicine, egli riuscirà a vedere uno spiraglio nel buio. L’amore sarà la sua salvezza.

Ma l’interrogativo rimane aperto: la vita va davvero sempre vissuta fino in fondo?

“Semplicemente perfetto” è un libro che spinge il lettore a riflettere, un libro unico nel suo genere, un racconto capace di commuovere e coinvolgere il lettore fin dalle prime pagine.





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