sabato 29 giugno 2019

“Il giardino dei fiori segreti” di Cristina Caboni


IL GIARDINO DEI FIORI SEGRETI
di Cristina Caboni
GARZANTI
Iris Donati vive ad Amsterdam e lavora per una rivista di giardinaggio; sua madre è morta quando era ancora piccola e lei è cresciuta con il padre, Francesco Donati, un esperto e ricercato botanico.
Hanno viaggiato molto Iris e Francesco, ma la ragazza non si è mai sentita né sola né triste, malinconica qualche volta sì, ma mai abbandonata grazie alle sue piante e ai suoi giardini; le piante ed i giardini sono stati sempre la sua casa ovunque lei si trovasse.

Viola vive a Londra con la madre, del padre, morto quando lei era piccolissima, non ricorda nulla.
Claudia, sua madre e unica parente vivente, ha fatto di tutto per non farle mancare nulla compreso iscriverla nelle migliori scuole, ma Viola non si è mai sentita a suo agio in quegli ambienti così elitari.
Ora frequenta l’università per realizzare il suo sogno, fare dei fiori la sua professione; nel frattempo, quando ha un po’ di tempo libero, aiuta Claudia in negozio ed i suoi bouquet sono i più ricercati di tutta Londra.

Chelsea Flower Show, Londra, la più grande mostra di fiori del mondo: solo per un attimo Iris e Viola incrociano i loro sguardi e l’una si vede riflessa nell’altra come in uno specchio.
Da quel momento nulla sarà più come prima, le loro vite cambieranno per sempre.

Viola e Iris sono gemelle e sono state separate da bambine, ma perché Claudia e Francesco hanno compiuto un gesto così folle?

Tante sono le domande a cui dare delle risposte ed il luogo dove poterle trovare è la vecchia tenuta della famiglia Donati, La Spinosa, là tra le colline di Volterra dove ad attendere le ragazze c’è Giulia Donati, la madre di Francesco.

Giulia è una donna anziana, segnata dagli anni e dalla malattia, ma soprattutto è tormentata profondamente da qualcosa che appartiene al suo passato.

Francesco ha tagliato ogni rapporto con la madre molti anni prima e la donna ignora tutto quello che è accaduto al figlio, a Claudia e alle nipoti che non vede da quando erano delle bambine.

“Il giardino dei fiori segreti” non racconta solo la storia della famiglia di Francesco, ma anche quella di Bianca Donati, la gemella di sua madre, e della sua vita di bambina rifiutata dal padre perché ritenuta inadeguata a prendere il suo posto insieme alla sorella alla guida dell’azienda di famiglia una volta che lui non ci sarebbe più stato.

La storia di Bianca è una storia malinconia e struggente, una storia del passato che riaffiora nel presente portando con sé inevitabili ripercussioni sulla vita di tutti i protagonisti del romanzo.

Il libro presenta un doppio piano narrativo, tipico dei romanzi di Cristina Caboni, tecnica della quale l’autrice ha dimostrato di essere una vera maestra.

La storia dei gemelli divisi alla nascita è un classico fin dai tempi della commedia plautina ed in un  primo momento, senza andare così lontano nel tempo, viene spontaneo ricordare il film della Disney intitolato “Il cowboy con il velo da sposa” del 1961 e del quale è stato fatto un remake nel 1988 intitolato “Genitori in trappola”.

Le analogie però finiscono qui, nel romanzo di Cristina Caboni non c’è nessuna traccia della comicità e dell'umorismo delle produzioni Disney.

“Il giardino dei fiori segreti” è una storia commovente e coinvolgente che affonda le radici nel passato; una storia di dolori, rancori e incomprensioni che devono essere affrontati e risolti dai vari protagonisti per poter guardare avanti e tornare a vivere una vita piena e soddisfacente.

Un velo di mistero aleggia tra le pagine del romanzo, un antico e arcano segreto che lega indissolubilmente i membri della famiglia Donati e soprattutto le gemelle al loro giardino ed alla sua rosa millenaria.

Una per i viandanti affinché il giardino prosperi all’esterno, una per la rosa dei mille anni. Solo con entrambe le gemelle lui potrà guarire e tornare a essere quello di una volta.

Realtà o leggenda? Semplice superstizione o qualcosa di più?
A voi lettori il compito e soprattutto il piacere di scoprirlo.



Quipotete trovare gli altri post dedicati ai romanzi di Cristina Caboni.


mercoledì 26 giugno 2019

“Giuliano e Lorenzo. La primavera dei Medici” di Adriana Assini


GIULIANO E LORENZO
La primavera dei Medici
di Adriana Assini
Scrittura & Scritture

Il romanzo di apre con il funerale di Alessandro Filipepi, l’arista a tutti noto con il nome di Botticelli.

Corre l’anno 1510 ed uno dei più grandi pittori del Rinascimento sta per essere tumulato nella chiesa di Ognissanti a Firenze; le sue spoglie riposeranno per sempre accanto a quelle di colei che ispirò le sue opere più famose, Simonetta Cattaneo in Vespucci.

Giotto di Bicci Torregiani, detto il Saraceno per aver a lungo vissuto sulle rive del Bosforo, è da poco tornato a Firenze e, a causa della prolungata assenza, ignora tutti gli eventi  degli ultimi anni.

Il Torregiani avrà modo di essere ragguagliato in merito ai fatti accaduti grazie a Maso, un pittore conosciuto per caso ed all’amico di questi, un certo Cosma, giovane ed affascinante dottore in legge.

La storia che Maso e Cosma racconteranno al Saraceno e a sua moglie, Beatrice Giandonati, non sarà un racconto annalistico, ma piuttosto i due amici esporranno i fatti così come da loro stessi percepiti a suo tempo.

Inizia così il racconto della vita dei giovani principi di Firenze, dalla loro adolescenza fino al giorno in cui il giovane Giuliano de’ Medici, verrà assassinato nel Duomo per mano di coloro che prenderanno parte alla tristemente famosa Congiura dei Pazzi, il giorno 26 aprile del 1478.

La figura di Lorenzo de’ Medici è sempre stata una figura piuttosto controversa: considerato un uomo di straordinarie virtù e qualità dai suoi sostenitori, era invece visto dai suoi detrattori come un despota mosso unicamente dai propri interessi.

Il romanzo tiene conto di entrambi questi aspetti di Lorenzo il Magnifico, ma pur evidenziandone limiti e difetti caratteriali, il giudizio sul suo operato è decisamente a lui favorevole.

Inevitabilmente un numero considerevole di pagine sono dedicate al racconto della storia tra Simonetta Cattaneo, moglie di Marco Vespucci, ed il giovane e affascinante Giuliano.

Sul racconto dei due sfortunati amanti si inseriscono le schermaglie amorose e gli incontri romantici che vedono protagonisti l’attraente Cosma e l’irrequieta Beatrice, donna sognatrice sposata ad un uomo con il doppio dei suoi anni.

Il libro di Adriana Assini è un libro particolare, diverso dal racconto che guardando al titolo il lettore si aspetterebbe; la storia della primavera dei Medici si inserisce infatti in una cornice più ampia, diviene una storia nella storia.

Protagonisti del romanzo della Assini sono Maso e le sue impressioni sulla Firenze ai tempi di Lorenzo e di Giuliano, sono la voglia di Giotto di recuperare il tempo perduto lontano dalla sua Firenze, sono la passione che sboccia tra Cosma e Beatrice, per i quali il racconto di Giuliano e Simonetta diviene un dantesco “galeotto fu il libro e chi lo scrisse”.

Lascio a voi scoprire se la fine della storia tra Bice e Cosma avrà lo stesso tragico epilogo della storia di Paolo e Francesca oppure se, nel loro caso, si avrà un esito più felice.

“Giuliano e Lorenzo. La primavera dei Medici” è un romanzo interessante e scorrevole; una lettura piacevole che riesce a coniugare perfettamente avvenimenti storici e finzione narrativa attraverso un sapiente intreccio di personaggi reali e d’invenzione.

Non era facile scrivere un romanzo in grado di coinvolgere il lettore parlando di due personaggi quali Giuliano e Lorenzo de’ Medici, vuoi perché al momento l’argomento è particolarmente di moda ed in libreria possiamo trovare numerosissimi romanzi che li vedono protagonisti di gialli, thriller, romanzi rosa, storici e d’avventura; vuoi perché la storia dei Medici è comunque una storia a tutti noi nota spesso fin nei minimi particolari.

Adriana Assini è stata brava ancora una volta a riuscire a creare qualcosa di diverso, un romanzo interessante e coinvolgente che riesce a porre anche stuzzicanti interrogativi all’interno di una storia che sembrava in apparenza non avere più nulla di nuovo da raccontare.
                                                                                                 
  

Della stessa autrice:




domenica 16 giugno 2019

“Ninfa dormiente” di Ilaria Tuti


NINFA DORMIENTE
di Ilaria Tuti
LONGANESI
Ilaria Tuti, dopo il grande successo ottenuto con il suo romanzo d’esordio “Fiori sopra l’inferno”, in traduzione in più di 25 paesi, torna finalmente in libreria, per la gioia di noi lettori, con un nuovo appassionante romanzo.
                      
In “Ninfa dormiente” il commissario Teresa Battaglia ed il suo braccio destro Massimo Marini sono alle prese con un complicatissimo caso di omicidio, un vero e proprio cold case poiché l’efferato assassinio è stato compiuto nel lontano aprile del 1945.

Tutto nasce con il ritrovamento di una famosa opera di Alessio Andrian, La Ninfa dormiente, un disegno che ritrae una giovane donna dalla grazia singolare, un viso in grado di affascinare chiunque lo osservi.

Il disegno però nasconde un terribile segreto: l’opera è stata eseguita con una bacchetta di pietra nera ed una di ematite come era d’uso all’epoca della sua realizzazione, ma sul foglio vi è molto di più, vi sono tracce di sangue umano.
Il disegno è stato eseguito intingendo le dita nel cuore di qualcuno, verosimilmente nel cuore della donna raffigurata.

Il primo ad essere sospettato dell’omicidio è ovviamente l’artista  Alessio Andrian.

Andrian era all’epoca un partigiano della Brigata Garibaldi, la sua brigata era di stanza nel Carso e verso la fine della guerra si era spostata nel Canal del Ferro, vallata montana della provincia di Udine.

L’uomo però vive inchiodato ad una sedia a rotelle e non proferisce verbo da quell’aprile del 1945 quando fu ritrovato che vagava febbricitante in un bosco nei pressi del paesino di Bovec.
Egli non ha nessuna patologia che giustifichi il suo stato, resta quindi un mistero perché un giovane uomo abbia deciso di votare la sua vita all’immobilità ed al silenzio.

Le indagini condurranno il commissario Battaglia nei boschi della Resia e nei paesini di questa valle i cui abitanti si adoperano ostinatamente ed instancabilmente ogni giorno nel tentativo di mantenere vive le loro tradizioni e difendere le loro origini.

Trattandosi di un thriller non posso ovviamente dilungarmi ulteriormente nell’esporvi la trama del romanzo con il rischio di anticiparvi qualche colpo di scena che vi rovinerebbe il piacere della lettura.

Posso però assicurarvi che questo secondo romanzo di Ilaria Tuti non vi deluderà assolutamente.

“Ninfa dormiente” è una storia carica di suspense e colpi di scena che trascina il lettore fin dalle prime pagine, una storia che si fa leggere tutta d’un fiato.

La scrittura è scorrevole e la trama affascinate ed intrigante; coinvolgente ed appassionante in modo particolare è poi l’alone di mistero che aleggia per tuta la durata del racconto strizzando l'occhio al mondo soprannaturale.

Da non sottovalutare il piacere nel ritrovare una vecchia conoscenza come quella di Teresa Battaglia; il commissario è uno di quei personaggi letterari in grado di coinvolgere emotivamente il lettore e renderlo partecipe delle sue vicende stabilendo con lui una forte connessione.

La Battaglia è sempre la donna forte, combattiva ed empatica conosciuta nel primo romanzo, forse un po’ più provata a causa dell'avanzare della malattia, ma lei non è intenzionata a mollare e si aggrappa alla sua memoria di carta per restare a galla.

Teresa Battaglia è più che mai decisa a scoprire una volta per tutte anche che cosa tormenti il giovane Massimo Marini.

L’equilibrio del loro rapporto fatto di continui battibecchi, frasi non dette e misteri è destinato in questo secondo romanzo a mutare notevolmente, ma quanto ed in che modo lascio a voi la possibilità di scoprirlo.

Personalmente posso dirvi che Massimo Marini è un personaggio a me molto caro quasi quanto quello della Battaglia e non vi nego che la lettura di questo secondo episodio sia riuscito ad accrescere ulteriormente la mia simpatia nei suoi confronti.

In “Ninfa dormiente” incontriamo anche nuovi personaggi che, con ogni probabilità, ci accompagneranno anche nei prossimi episodi, come Albert Lona, vecchia conoscenza del commissario, una creatura brutale che si mimetizzava con abiti eleganti e modi raffinati e come Blanca con il suo amico a quattro zampe Smoky, non un semplice cane, ma un cane HRD (Human Remains Detection).

Blanca e Smoky in verità sono reali e nella vita di tutti i giorni si chiamano Cristina e Ice come Ilaria Tuti stessa riporta nelle sue note poste al termine del volume.

Appassionante e coinvolgente “Ninfa dormiente” è un romanzo assolutamente da leggere perché, che siate amanti del genere o meno, il personaggio di Teresa Battaglia è un personaggio al quale non potrete non affezionarvi ed appassionarvi.






domenica 2 giugno 2019

“Il sentiero dei profumi” di Cristina Caboni


IL SENTIERO DEI PROFUMI
di Cristina Caboni
GARZANTI
Fin da piccola Elena Rossini ha dovuto fare i conti con la solitudine e l’insicurezza.

Abbandonata ancora bambina da una madre che le aveva preferito l’amore di un uomo che non accettava quella figlia non sua, Elena era stata cresciuta dalla nonna materna.

Lucia Rossini aveva trasmesso alla nipote la conoscenza di un’arte antica, quella della profumeria, e lo aveva fatto all’interno del laboratorio di famiglia a Firenze, quel laboratorio che apparteneva alle Rossini da più di tre secoli.

Oggi Elena ha ventisei anni e di nuovo si trova a dover affrontare il tradimento e la separazione.

Ha appena scoperto che il suo fidanzato la tradisce e la scoperta è avvenuta nel peggiore dei modi ovvero cogliendo il traditore sul fatto.

Quella relazione nella quale aveva investito tutto sia emotivamente che economicamente si è rivelata essere per lei l’ennesimo fallimento e così, dopo un primo momento di smarrimento, la giovane donna accetta la proposta dell’amica Monie e si trasferisce a Parigi.

Qui Elena imparerà a fare i conti con il passato, ad affrontare le sue insicurezze riscoprendo se stessa e le sue origini.

Conoscerà molte persone ognuna delle quali in modi molti diversi contribuirà alla sua crescita personale, rendendola una persona diversa, più matura e sicura di sé.

Ma a Parigi Elena farà sopratutto l’incontro che cambierà per sempre la sua vita: grazie a Cail, un uomo schivo e gentile, la giovane donna tornerà a credere nell’amore ritrovando la fiducia in se stessa e nel prossimo.

“Il sentiero dei profumi” è il primo romanzo di Cristina Caboni.

Come per gli altri romanzi la storia della protagonista è legata ad un evento del passato, in questo caso a fare da filo conduttore è la ricerca del profumo perfetto creato da Beatrice, l’antenata di Elena, tre secoli prima.

A differenza degli altri due libri di cui vi ho parlato in altri post “La rilegatrice di storie perdute” e “La stanza della tessitrice” in questo romanzo d’esordio non c’è il doppio piano narrativo, tecnica della quale Cristina Caboni dimostrerà successivamente di essere una vera maestra.
                                         
Beatrice Rossini è un personaggio intrigante e gli accenni alla sua appassionante storia lasciano sfortunatamente il lettore con il desiderio inappagato di sapere qualcosa di più sulle vicende di questa donna così affascinante vissuta in un’epoca lontana e sul suo amore sfortunato.

Ogni libro di Cristina Caboni è incentrato sulla professione della sua protagonista e, grazie a scrupolose ricerche, l’autrice riesce sempre a condurre il lettore in un mondo a lui sconosciuto, un mondo ricco di dettagli che si svela pagina dopo pagina ai suoi occhi.

Se con “La rilegatrice di storie perdute” abbiamo fatto la conoscenza del mondo dei libri antichi e dell’arte della legatoria e con “La stanza della tessitrice” siamo diventati esperti di stoffe e tessuti, ne “Il sentiero dei profumi” l’autrice ci conduce per mano nel magico mondo della profumeria e lo fa con la grazia e la passione che sempre contraddistinguano la sua scrittura.

Lidia Catalano (ttL – La Stampa) ha giustamente scritto che le atmosfere del romanzo ricordano quelle di "Chocolat" di Joanne Harris e se vogliamo essere più precisi questo lo si avverte soprattutto nelle pagine in cui Lucia è intenta a spiegare alla nipote che il profumo non è qualcosa che si sceglie. Il profumo è il sentiero. Percorrerlo significa trovare la propria anima.

Il libro indubbiamente ha anche alcune analogie con un altro romanzo che ho amato moltissimo intitolato “Il linguaggio segreto dei fiori” di Vanessa Diffenbaugh; così come al termine di questo romanzo si trova un dizionario sul significato di ogni fiore, al termine del romanzo di Cristina Caboni è presente un  interessante dizionario dei profumi.
I due romanzi però hanno in comune tra loro molto più di questo, entrambi ad esempio hanno la capacità di riuscire a commuovere il lettore attraverso il racconto di una storia profonda e potente.

Elena è una donna fragile, insicura e timida, ma al momento giusto sa trovare la forza e la determinazione necessari per cambiare.

Il punto di forza dei romanzi di Cristina Caboni sta tutto in questa sua capacità di saper raccontare con delicatezza e sentimento storie sull’insicurezza dell’animo umano e sul coraggio di affrontare questa stessa insicurezza, trasmettendo al lettore positività e speranza.

“Il sentiero dei profumi”, come tutti le storie di questa autrice, è un romanzo in grado di stupire, emozionare e coinvolgere il lettore conquistandolo fin dalle prime pagine.