sabato 1 agosto 2020

“Il segreto di Ippocrate” di Isabella Bignozzi

Hippokràtes avverte che la sua fine è ormai vicina; vorrebbe avere ancora la forza di poter mettere nero su bianco i ricordi e gli insegnamenti del padre Heraclides e di tutti gli altri suoi maestri, raccontare dei suoi studi e dei suoi numerosi viaggi, delle molte persone conosciute nel corso degli anni, ma
Hippokràtes è ormai anziano e i suoi occhi sono troppo stanchi per poter mettere a fuoco il segno dell’inchiostro sulla pagina.

Così, il genero Pòlybos, il suo miglior discepolo, si offre di aiutarlo scrivendo per lui sotto dettatura quanto vorrà rivelargli della sua esistenza piena e ricca di avvenimenti.

Il racconto inizia con i ricordi di infanzia del medico nato sull’isola di Kos e del tempo da lui trascorso insieme all’amico fraterno Timàs, il figlio di Agapios, il fattore della sua famiglia.

Hippokràtes, unico figlio maschio, apparteneva ad una famiglia agiata e molto stimata.

I suoi genitori, seppur esponenti di una classe privilegiata, erano però persone scevre da ogni tipo di pregiudizio e così, fin da bambino, Hippokràtes aveva potuto condurre un’esistenza molto serena accanto alle persone più diverse.

Durante le giornate accompagnava l’amico Timàs nei campi per aiutarlo nei lavori della fattoria e alla sera, dopo le consuete abluzioni, era solito prendere lezioni da un anziano insegnante.

Il romanzo racconta degli studi condotti dal giovane Hippokràtes, della sua passione per la medicina, divampata quasi per caso ascoltando una lezione tenuta dal padre ai suoi studenti, delle cure occorse al suo primo paziente e dell’amore per la bellissima e imprevedibile Chlòe.

“Il segreto di Ippocrate” è basato su avvenimenti realmente accaduti e tramandatici dagli storici, ma la storia di Hippokràtes raccontata da Isabella Bignozzi è per la maggior parte frutto della sua fervida fantasia.

Il vecchio Hippokràtes che si confronta ogni giorno con Pòlybos ha i tratti tipici della persona anziana: i repentini scatti d’umore, la frustrazione nel dover prendere coscienza che il proprio corpo non risponde più come prima, gli sforzi fatti nel tentativo di rassegnarsi al fatto di essere giunti ormai al capolinea quando in realtà si avrebbe ancora tanta voglia di fare e tante cose da dire, la malinconia nel ricordare i tempi passati soffermandosi con indulgenza su quell’immagine di sé in gioventù.

Il giovane Hippokràtes raccontato dall’anziano è invece, un ragazzo prima e un uomo poi, sempre molto critico con se stesso e spesso insicuro, ma la sua insicurezza è ciò che lo renderà il grande medico che noi tutti oggi conosciamo.

Proprio grazie a questi suoi dubbi egli è spronato fin dall’inizio a lavorare duramente per acquisire sempre più sicurezza in se stesso e nel suo sapere.

Il più grave errore che un medico potrebbe compiere sarebbe proprio quello di essere troppo sicuro e presuntuoso.

Uno dei primi preziosi insegnamenti che Hippokràtes riceve dal padre Heraclides è infatti quello di ascoltare sempre il malato, perché il vero protagonista della medicina non è mai il medico ma il malato stesso. Un utile consiglio che gli verrà dispensato anche in seguito da altri medici incontrati sul suo cammino.

Ho consumato gli occhi nel leggere mille manoscritti, ho impolverato i calzari in innumerevoli viaggi, ai confini della civiltà; ho impegnato la mente senza posa, riflettendo su cause ed effetti; graffiato le mani per cogliere e mondare erbe, fiori e arbusti.

L’immagine di Hippokràtes che ci regala Isabella Bignozzi è quella di un novello Prometeo che ruba il fuoco agli dei per donarlo agli uomini.

La sete di conoscenza di Hippokràtes non è un qualcosa di fine a se stesso, qualcosa che lui ricerchi per lusingare la propria intelligenza, ma piuttosto la necessità di capire, comprendere quanto più possibile delle cause e degli effetti al fine di mettersi al servizio del prossimo.

Egli rifugge la gloria, non vuole essere un eroe, il suo desiderio più grande è semplicemente quello di salvare delle vite umane e di lenire, per quanto più gli è possibile, le sofferenze altrui.

La sua è una vita dedicata a fare del bene e ogni suo dubbio nasce dal fatto di poter sbagliare, di non essere in grado di arrivare in tempo al capezzale di un malato, di non riuscire a fare tempestivamente una diagnosi corretta.

Egli è angosciato dall’idea che il destino giochi un ruolo eccessivo e perverso nella vita degli uomini.

Hippokràtes è descritto in fin dei conti come un uomo come tanti altri, con le sue insicurezze e le sue debolezze, anch’egli come tutti nella vita prova talvolta sconforto ed entra in crisi, ma tutto ciò non fa che renderlo una figura ancora più vera, più reale.

Tutti i personaggi del libro in verità sono ben caratterizzati e sanno come farsi amare dal lettore dal lettore, ma la figura di Hippokràtes sopravanza indubbiamente tutti gli altri per carisma e fascino.

Isabella Bignozzi con la sua prosa elegante e raffinata ha ricreato un affresco dell’epoca così vivo e particolareggiato che per il lettore è impossibile non farsi trascinare dalla fantasia tanto da riuscire a percepire quasi in prima persona il fragore di quelle onde che si infrangono contro la scogliera e scorgere le navi all’orizzonte che si dirigono verso il porto.

Tra le pagine de “Il segreto di Ippocrate” possiamo perderci tra le fila dell’immenso esercito di Ciro, ripercorrere i miti, incontrare personaggi quali Socrate e Empedocle, ritrovare l’antica saggezza degli antichi greci, visitare gli antichi templi, tutto grazie alle descrizioni dettagliate e puntuali della sua autrice.

Leggendo questo bellissimo e struggente romanzo si intuisce quanto grandi siano l’amore e il rispetto che Isabella Bignozzi prova per questo mondo da lei descritto così accuratamente spesso facendo uso anche di termini in greco antico che contribuiscono sensibilmente a ricreare l’atmosfera dell’epoca.

“Il Segreto di Ippocrate” è un libro che conquista il lettore fin dalla prima pagina proprio grazie alla passione dell’autrice, una passione che si rivela fin da subito irrimediabilmente contagiosa.

   

 


2 commenti:

  1. Ancora prima di arrivare alla fine di questo post, mi è subito venuto alla mente Socrate! Interessante che lo si incontri.

    "Il segreto di Ippocrate è basato su avvenimenti realmente accaduti e tramandatici dagli storici, ma la storia di Hippokràtes raccontata da Isabella Bignozzi è per la maggior parte frutto della sua fervida fantasia."

    Eeh... non si sa mai cosa aspettarsi in questi casi. Per quanto mi riguarda bisogna essere proprio bravi a trovare un equilibro tra elementi di fantasia e storia credibile. Dalle tue riflessioni, in ogni caso, pare proprio che la trama dia delle belle soddisfazioni.

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  2. Socrate fa una brevissima apparizione come altri filosofi e personaggi dell'epoca.

    Capisco cosa intendi e qualche dubbio l'ho avuto anch'io prima di leggerlo.
    Devo però dire che mi ha conquistata e ho amato ogni pagina di questo libro.
    Un mix perfetto tra verità storica e finzione letteraria.
    Mi sono ritrovata a leggere di un mondo dal quale mi ero allontanata parecchio negli ultimi tempi, credevo di fare molta fatica, invece grazie alla bravura dell'autrice mi sono sentita subito a casa.

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