lunedì 22 marzo 2021

“Praecurrit fatum!” a cura di Marcantonio Lucidi e Alessandro Orlandi

È possibile arrivare prima del destino? Questo libro, primo volume di una nuova collana edita da La Lepre Edizioni, si propone di provare a dare una risposta affermativa a questa domanda in modo costruttivo e quanto più possibile efficace attraverso una serie di saggi scritti da umanisti e scienziati di varie discipline.

Nell’arco dei prossimi vent’anni l’uomo è chiamato ad affrontare sfide molto impegnative che non possono essere vinte dalle singole Nazioni, ora più che mai serve una collaborazione fattiva di tutti gli stati europei.

Il libro è composto da nove saggi che toccano gli argomenti più svariati: intelligenza artificiale, ambiente e clima, genetica molecolare, economia, arte e politiche europee.

Nel primo saggio intitolato “Il cellulare di Perseo, ovvero il crepuscolo” lo psicanalista Mauro Mancini ci parla delle ripercussioni sul senso di identità e sulla facoltà di apprendimento dovute al crescente utilizzo di cellulari e computer. Uno dei suoi interrogativi è rivolto alla fine della storia. Noi tutti siamo portati a pensare che questa coinciderà con una catastrofe naturale oppure a seguito di un evento causato dall’uomo come ad esempio una guerra nucleare. E se invece la fine fosse determinata da una mutazione psicologica profonda dell’umanità? Se coincidesse con la perdita di quel senso di identità costruito nel corso dei millenni a partire dal neolitico? Inquietante, vero? 

Nel secondo saggio “Sui cambiamenti climatici. Colloquio tra un fisico e un etologo”, il fisico Vincenzo Artale e il biologo/etologo Enrico Alleva cercano di dare una risposta a quelle stesse domande che tutti noi, interessati al futuro dell’ambiente, ci stiamo ponendo. L’argomento viene affrontato da due punti di vista scientifici diversi come diverse sono le loro discipline di studio.

“L’RNA e il futuro della biologia” è un saggio di Piero Benedetti. Il biologo molecolare ci conduce alla scoperta della biologia genetica e delle sue ultime conquiste. Le ultime ricerche sull’RNA hanno aperto orizzonti impensabili fino a poco tempo fa nel campo della medicina, della biologia e sulla possibilità di ricostruire in modo più rigoroso l’evoluzione della vita sulla terra. Se la scoperta del DNA e del sequenziamento completo del genoma umano ha segnato la biologia del Novecento, la scoperta dell’RNA senza dubbio è destinata a segnare nello stesso modo quella del XXI secolo.

Nell’intervista di Marcantonio Lucidi, “L’invenzione dell’anima artificiale”, il musicista Nicola Piovani risponde su quale sia secondo lui il futuro dell’arte nell’era dell’Intelligenza Artificiale. È ormai chiaro da tempo che l’Intelligenza Artificiale possa produrre arte o, come in questo specifico caso, musica “alla maniera di”. Quello che però risulta più angosciante è il fatto che oggi potrebbe essere in grado di intuire le emozioni che l’opera d’arte suscita nel fruitore, riuscendo così a produrre qualcosa di nuovo che infonda in questo quanto da lui desiderato. Dalle parole di Piovani la sua sembrerebbe una reazione rassegnata più che pessimistica dinnanzi a quella che si prospetterebbe essere la fine dell’umanesimo in favore di un mondo dove le Intelligenze Artificiali potrebbero scrivere musica e creare opere d’arte per altre Intelligenze Artificiali. In questo verosimile mondo fantascientifico l’uomo diventerebbe inutile. Lo scenario prospettato da Nicola Piovani e che egli sembrerebbe accettare serenamente, devo dire a me inquieta invece profondamente. Mi ha intrigato molto invece l’idea dell’uomo-macchina e del suo sesto senso visto come un’organizzazione inconscia di dati accumulati.

In “Riformare il sistema economico: perché e come?” l’economista Maurizio Franzini ci parla delle origini del PIL (Prodotto Interno Lordo) e di come sia stato possibile che questo sia diventato fin da subito l’indicatore ritenuto più efficace per misurare il benessere nazionale. Analizzando i dati non solo si ha conferma di cose magari ovvie come il fatto che il benessere economico, quello che viene indicato dal PIL, non coincida quasi mai con l’idea che i singoli individui hanno della definizione di benessere, ma si scoprono anche altre cose interessanti. L’incremento del PIL comporta spesso oltre a diseguaglianze sociali, anche gravi danni all’ambiente come la perdita di biodiversità, l’accelerazione del cambiamento climatico e l’aggravarsi del problema dello smaltimento dei rifiuti. Il saggio di Franzini affronta anche altre tematiche legate alla nostra società PIL dipendente come quelle relative all’esagerato controllo del lavoratore, alla scarsa mobilità sociale e al disatteso quanto agognato sistema meritocratico. Un cambiamento radicale sembrerebbe necessario e per Franzini tre sarebbero le parole chiave: etica, politica e istituzioni. 

“I chicchi sugli scacchi e la sorveglianza quantica” di Duccio Piovani ci spiega cosa sia la legge di Moore. Nel 1965 Gordon Moore, il fondatore di Intel, fece una previsione che si rivelò davvero indovinata. Secondo la sua teoria la velocità dei microchip dei computer sarebbe raddoppiata ogni anno per i prossimi dieci anni. Questa legge è rimasta valida fino al 2016, anno in cui si è raggiunto il limite non potendo più inserire altri transistor all’interno di un microchip in quanto raggiunta la capienza massima. Ovviamente la ricerca per trovare una soluzione alternativa non si è mai fermata e oggi sembrerebbe che quella più accreditata sia da identificarsi nella computazione quantistica. Duccio Piovani si interroga sui pro e contro che la crescita esponenziale della potenza di calcolo dei computer ha avuto sulle nostre vite e su cosa dovremmo aspettarci per il futuro.

Con il saggio di Piercosma Bisconti Lucidi e Davide Orsitto “L’intelligenza artificiale e il mercato dell’ozio” torniamo ad occuparci di intelligenza artificiale e informatizzazione. L’argomento qui viene affrontato guardando a quali potrebbero essere le conseguenze per l’uomo nel mondo del lavoro qualora le sue mansioni venissero un giorno svolte totalmente dalle macchine. Nel saggio si fa distinzione tra lavoro manuale e lavoro intellettuale, intendendo con il secondo tutti quei lavori che necessitino di processi creativi e che implichino l’uso dell’immaginazione. La cosa che colpisce di più in questo saggio è la terribile prospettiva che un giorno possa essere stravolta la nozione stessa di “lavoro”. Il lavoro costituisce infatti uno degli elementi fondanti della nostra identità sociale. Lo stesso primo articolo della nostra Costituzione recita: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”. Cosa accadrebbe se il lavoro improvvisamente fosse destinato solo ad una piccola élite? Se non fosse più un aggregante sociale?

L’ultimo saggio “Da Roma a Bruxelles: breve storia dell’Europa disunita e del suo unico futuro” è di Franco Chiarenza. Dopo aver tracciato una breve storia dell’Europa, il professore e giornalista si interroga su quale possa essere il futuro dell’Unione Europea. Ci parla dell’Impero Romano come primo e forse unico esempio di inclusione che la storia abbia mai conosciuto. Roma riuscì ad unire genti e culture diverse non tanto grazie alla forza del suo esercito quanto piuttosto alla creazione di uno stato di diritto e alla convenienza economica. La strada che i paesi europei dovranno percorrere non potrà essere uguale a nessun’altra mai percorsa prima, ma se proprio si vuole guardare ad un esempio quello lo si può intravedere solo nell’antica Roma. Il nazionalismo aggressivo, la paura della perdita di identità, la falsa credenza che il proprio benessere si possa raggiungere solo a scapito di quello altrui sono tutte criticità di non facile soluzione. L’unica idea di Unione Europea attuabile secondo Chiarenza è quella di una Europa percepita non come un’entità che superi gli stati nazionali, ma piuttosto quella di una Europa intesa come una necessità per la sopravvivenza degli stati nazionali stessi.

Questo libro non solo offre molti spunti di riflessione al lettore ma allo stesso tempo cerca anche di suggerire, per quanto più possibile, delle fattive soluzioni teoriche e pratiche a quei problemi che le nostre società sono chiamate ad affrontare e davanti ai quali non è più possibile sfuggire.

Credo che nessuno di noi comunque possa sottrarsi dal dedicare un po’ del proprio tempo a riflettere sul cambiamento epocale che stiamo vivendo, un cambiamento che la pandemia ha contribuito ad accelerare o forse ha semplicemente reso più evidente.

 



2 commenti:

  1. L'invenzione dell'anima artificiale mi intriga parecchio, proprio perché richiama alla mente scenari fantascientifici. Mi ha, tra l'altro, fatto tornare alla mente il libro Girl reading di Katie Ward, mai tradotto in italiano e unica opera dell'autrice, che guarda anche a quello che sarà dell'arte nel futuro

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    1. In effetti leggendo questo libro ho scoperto delle cose davvero interessanti e sono riuscita ad aggiornarmi un po' sulle ultime scoperte visto che io vivo sempre con la mente rivolta al passato nelle mie letture.
      La fantascienza come sai non fa per me.
      Certi scenari mi mettono ansia perché ti rendi conto, leggendo questi saggi, che non sono più così distanti da una realtà possibile. Vero che non si può demonizzare tutto però certe cose sono così distanti dal mio modo di sentire, soprattutto in ambito artistico e umanistico.

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