giovedì 6 maggio 2021

“Dante enigma” di Matteo Strukul

Dopo la disfatta delle truppe senesi alle Giostre del Toppo il 26 giugno 1288, Corso Donati brama sempre più la guerra e cerca in ogni modo di spingere Firenze a scendere in campo contro Arezzo e Pisa.

A Pisa Ugolino della Gherardesca, schierato con i guelfi, è stato imprigionato nella Torre della Muda dove verrà lasciato morire di fame insieme ai figli e ai nipoti.

Dante è un uomo giovane e innamorato di Beatrice, la donna alla quale non potrà mai dichiarare il proprio amore. Demoralizzato per non poter vivere apertamente i propri sentimenti sceglie di rifugiarsi nelle lettere e nella poesia.

Gemma, sua moglie, non riesce a darsi pace della freddezza che Dante le riserva e giorno dopo giorno cerca in ogni modo di abbattere i muri innalzati dal marito. Non sarà facile per lei convincerlo a scegliere di accogliere anche la parte più reale della vita, ma Gemma è una donna determina e coraggiosa, nulla la spaventa tranne l’idea di perdere in battaglia l’uomo che ama.

Dante si arruolerà infatti come feditore tra le fila di Vieri de’ Cerchi, l’antagonista di Corso Donati, e parteciperà all’epocale battaglia di Campaldino dove l’11 giugno 1289 le truppe alleate di Firenze, Pistoia, Lucca, Siena, Volterra con l’appoggio del re di Francia affronteranno e sconfiggeranno i ghibellini aretini.

Chi è il Dante di Matteo Strukul? È un uomo di lettere, un poeta, un innamorato, un amico, un visionario, un marito, un soldato, ma sopratutto è un uomo che deve fare i conti con un mondo nel quale stenta a riconoscersi, un mondo violento ed estremista, dove non è contemplata alcuna neutralità, o si è guelfi o si è ghibellini, o sì è seguaci della fazione dei Donati o di quella dei Cerchi.

Tra verità storica e finzione letteraria il romanzo racconta la vita di Dante fino alla vittoria dei guelfi nella battaglia di Campaldino; evento che, per la sua sanguinosa ed efferata violenza, segnò profondamente l’immaginario dantesco.

Il Dante nel romanzo soffre di epilessia, la storiografia non conferma né smentisce tale ipotesi, ma queste crisi si prestano ottimamente allo sviluppo narrativo anticipando sia le infernali visioni presenti nella prima cantica della Divina Commedia sia proprio quegli svenimenti a cui Dante andrà soggetto nel corso del viaggio ultraterreno da lui narrato “e caddi come corpo morto cade”.

Come sempre nei romanzi di Strukul molti sono i personaggi che si muovono intorno al protagonista e che entrano immediatamente nel cuore del lettore.

In questo caso abbiamo la figura dell’artista Giotto, amico e confidente di Dante, sempre pronto a venire in suo soccorso. Non ci sono certezze del fatto che i due si conoscessero e che tanto più si frequentassero, ma essendo entrambi vissuti a Firenze in quello stesso periodo, quanto narrato nel romanzo seppur non reale resta quanto mai verosimile.

Inoltre molto appassionante è la storia della moglie di Ugolino della Gherardesca Capuana da Panico che, insieme al Lancia braccio destro del marito, vuole vendicarne la morte.

In generale non amo molto le pagine dedicate al racconto delle battaglie, ma Matteo Strukul è un vero maestro nel saperle narrare, riesce davvero a far appassionare anche i lettori più distaccati. Strukul ha, infatti, il dono prezioso di saper condurre il lettore al centro della mischia rendendolo partecipe non solo dello scontro armato ma anche delle emozioni e dei pensieri propri di coloro che lo stanno combattendo.

"Dante enigma" è un racconto affascinante come il suo protagonista, il “poeta guerriero” come viene definito da Omero nelle pagine del romanzo. 

Ci sarà un seguito? L’autore non l’ha escluso, staremo a vedere…








2 commenti:

  1. Quella dell'epilessia è una trovata interessante. So che molti ricollegavano visioni e svenimenti all'assunzione da parte di Dante di allucinogeni, di cui molti facevano usano all'epoca.

    L'idea di leggere dei sentimenti di Dante verso Beatrice e Gemma verso il marito mi suona vagamente più romantico di quanto vorrei, ma, non avendo letto il romanzo, non posso esprimermi con cognizione di causa.

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    1. Qualcuno ha realmente ipotizzato e sostenuto che Dante fosse affetto da epilessia, quindi la teoria del romanzo non è del tutto fantasiosa.

      Per quanto riguarda il "sapore romantico" della storia, è vero, è un po' così e anche io ho sorriso leggendo alcune pagine. Diciamo che il romanzo è abbastanza realistico, si attiene alla storia, ed è un buon romanzo. Secondo me si rivolge più ad un pubblico che ha una conoscenza molto scolastica di Dante e che è ancora legato ad un'immagine "convenzionale" del poeta. La recente saggistica fortunatamente ha sdoganato molto questa immagine stereotipata e convenzionale di Dante. Ho letto diversi bei saggi ultimamente che umanizzano molto la figura del poeta. Il libro segue ovviamente in forma di romanzo questa strada.

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