mercoledì 26 maggio 2021

“Raimondo Sirotti (1934-2017). La retrospettiva” Genova, Palazzo Ducale

Incontrai per la prima volta le opere di Raimondo Sirotti (Bogliasco, 1934-2017) quasi per caso nel 2010 in occasione della mostra a lui dedicata ospitata negli spazi espositivi del Teatro Falcone (Genova, Palazzo Reale). Ricordo che rimasi subito colpita dai suoi dipinti e forse anche un po’ stupita della mia inaspettata reazione così positiva dinnanzi ad opere che appartenevano ad un genere pittorico certamente non tra i miei preferiti.

A distanza di undici anni, nei giorni scorsi, ho visitato la mostra a lui dedicata a Palazzo Ducale (aperta fino al 25 luglio 2021), una mostra retrospettiva che, a pochi anni dalla morte del pittore, vuole ripercorrere, come dice il titolo stesso, la storia e l’evoluzione della sua opera.


Foresta lacustre

Non posso dire che i lavori esposti nella prima sezione “Gli esordi 1955-1960” mi abbiano particolarmente coinvolta, ma i colori delle tele eseguite negli anni successivi mi hanno conquistata come la prima volta.

La mostra è articolata in diverse sezioni:

- Gli esordi (1955-1960)

- Ipotesi di naturalismo astratto

- La finestra sul paesaggio 

- Eventi naturali 

- Tane, rocce e forre

- Paesaggi interiori

- Giardini 

Non essendo un’esperta di storia dell’arte non sono certamente in grado di parlarvi in modo appropriato di pittura informale e di impressionismo astratto, posso solo tentare di condividere con voi l’emozione provata dinnanzi all’intensità di quei colori che, da profana, talvolta mi hanno riportato alla mente le opere Monet e in particolare le sue Ninfee.



Nubi in movimento

Un plauso senza dubbio deve essere fatto anche all’allestimento del suggestivo percorso espositivo perfettamente integrato con l’architettura dello spazio che ospita le opere, ottima l’illuminazione e di grande effetto la finestra che, al termine del percorso, si apre sulla prima sala.



Gli spazi espositivi



Affaccio sulla prima sala

E ora la parola al alcune opere esposte…



Ringhiera



Galaverna



Silenzio verde



Paesaggio interiore




Finestra allo specchio




Le erbe alte di settembre

Per concludere con la filosofia del pittore...



L'affaccio sulla prima sala e la didascalia


2 commenti:

  1. L'idea di concludere il percorso con la finestra sulla prima sala è, effettivamente, una trovata geniale e sensata nel contesto.

    Dalle immagini che hai riportato, posso scrivere di essere attratta soprattutto dalle tele in cui vengono impiegati colori freddi.

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    1. Io devo dire che forse prediligo i colori caldi.

      Non sono certamente opere che mi metterei in casa perché i miei gusti restano comunque orientati verso altri generi, ma trovo sempre davvero piacevole fare una "passeggiata" tra le tele di questo pittore. Lo trovo rilassante.

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