venerdì 29 aprile 2022

“Gli ultimi Medici” di Harold Acton

Il libro di Harold Acton, pubblicato per la prima volta nel 1932, fu oggetto di revisione da parte dell’autore alla fine degli anni Cinquanta in occasione di una nuova edizione dell’opera, Acton però preferì non apportare modifiche per non stravolgere l’unità della narrazione originaria.

Oggetto delle ricerche di Harold Acton sono gli ultimi anni della dinastia medicea, argomento ancora poco noto al suo tempo quando la letteratura aveva invece già molta familiarità con la storia del ramo primigenio della famiglia.

Il volume ripercorre la storia a partire da Ferdinando II fino al VII Granduca di Toscana Giovanni Gastone (conosciuto come Gian Gastone), o meglio fino alla morte dell’ultima rappresentante della stirpe Anna Maria Luisa de’ Medici Elettrice Palatina.

E’ uno splendido affresco quello che emerge dalle pagine di questo libro popolato da  granduchi, principesse e sovrani. Il racconto scorre in modo fluido come in un romanzo: arte, musica, scienza, ma anche feste, intrattenimenti e tanti piacevoli pettegolezzi, tanta ironia ma nessuna volgarità

Nel volume la dettagliata introspezione psicologica dei protagonisti affianca il racconto di un periodo storico caratterizzato da costanti ingerenze da parte delle potenze straniere sul territorio italiano nel continuo tentativo di spartirselo.

Qualcuno mi aveva sconsigliato di leggere questo testo perché datato. Che dire? Sono contenta di aver seguito il mio istinto perché “Gli ultimi Medici” non si è rivelato solo una piacevolissima lettura, ma anche un saggio illuminato, perspicace e imparziale molto più di tanti libri di recente pubblicazione.

Harold Acton non nega i difetti che contraddistinsero gli ultimi Granduchi che potevano essere tra le tante caratteristiche l’indolenza di Ferdinando II piuttosto che la bigotteria di Cosimo III o la rilassatezza di Gian Gastone, ma guarda anche ai loro pregi e riconosce i loro meriti come, cosa da non sottovalutare assolutamente, la capacità di essere riusciti, in un periodo in cui i conflitti sembravano non cessare mai, a tenere lontano la guerra dal Granducato di Toscana, l’ultima in cui fu coinvolto infatti fu quella di Castro.

Tanti i documenti citati: dagli epistolari familiari, alle lettere dei ministri, ai resoconti di visitatori e ambasciatori stranieri, ma anche tante fonti d’archivio e manoscritti dell’epoca. Tra le lettere riportate c’è anche in versione integrale la famosa minuta in cui Marguerite Louise d'Orléans esprimeva a Cosimo III il suo più vivo desiderio di vederlo morto impiccato e non si può non sorridere leggendo il passaggio in cui gli scriveva perché voi siete un fior di ruta. Dio non vi vuole e il Diavolo vi rifiuta.

“Gli ultimi Medici” è un libro davvero unico di cui non si possono non apprezzare lo stile, la scelta narrativa, ma soprattutto la sensibilità dell’autore nel saper cogliere lo spirito e la personalità degli ultimi esponenti della dinastia riconoscendo ad ognuno di essi la dignità e il rispetto che meritano.

Nella descrizione di Gian Gastone ci sono molti punti di contatto con gli scritti di Alberto Bruschi, non vi è ovviamente la stessa liricità né il medesimo pathos, ma senza dubbio la stessa delicatezza e la stessa onestà intellettuale nel rendere giustizia all’immagine di questo ultimo Granduca Medici che nonostante la depressione e le sbornie, fece quanto in suo potere per il bene di Firenze guidato da un notevole buon senso, una viva intolleranza verso gli abusi ecclesiastici e la viva simpatia per gli uomini di cultura.

Molti i punti di contatto anche con il romanzo di Anna Banti “La camicia bruciata”, non solo nelle descrizioni di Marguerite Louise e di Violante di Baviera, ma anche in quella del Gran Principe Ferdinando dotato di quell’impulsività che caratterizza il temperamento artistico, ma anche del pessimismo che è proprio degli edonisti.

Devo ammettere che se la Banti con il suo romanzo mi ha fatto ricredere sulla principessa Violante, Acton è riuscito a farmi mutare opinione almeno in parte sul Gran Principe Ferdinando.

Per assurdo forse la figura con la quale Harold Acton è stato più severo, pur riconoscendogli ogni merito, è stata quella di Anna Maria Luisa che finché visse volle mantenere ancora le splendide illusioni e convenzioni.

Alla luce dei nuovi studi si riscontrano nel libro alcune imprecisioni, per esempio, contrariamente a quanto scritto nel manoscritto Moreniano, Giuliano Dami, il famigerato aiutante di Camera, conobbe Gian Gastone dopo il matrimonio e lo seguì a Reichstadt solo dopo il soggiorno di quest’ultimo a Firenze. Piccole inesattezze a parte, “Gli ultimi Medici” è un libro assolutamente da leggere.

Una lettura affascinante e coinvolgente che mi ha fatto comprendere ancora meglio il perché mi sia tanto appassionata alla storia di questi ultimi e tanto discussi esponenti della dinastia.

 

 

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