mercoledì 21 settembre 2022

“La congiura del doppio inganno” di Tiziana Silvestrin

Mantova, 1597. Il capitano di giustizia Biagio dell’Orso si reca da Vincenzo Gonzaga per rassegnare le proprie dimissioni.

La scelta di lasciare Mantova e trasferirsi a Venezia è stata presa a malincuore, ma la preoccupazione per l’incolumità della sua compagna alla fine ha prevalso su tutto. Dopo aver assicurato alla giustizia gli assassini di Alfonso Gonzaga, Biagio teme infatti che qualcuno dei loro complici possa volersi vendicare di lui colpendo la sua fidanzata. 

Il Duca chiede qualche giorno per trovare un valido sostituto, mentre Biagio indaga su un duplice omicidio. I corpi delle due donne uccise riportano i segni di un’aggressione brutale e ci sono pochissimi indizi.


A Mantova, nel frattempo, ha fatto ritorno il Crotta, l’ex podestà, un uomo violento che ha un conto in sospeso con Biagio dell’Orso e che diventa inevitabilmente il sospettato numero uno. Anni prima il capitano di giustizia era riuscito a farlo allontanare dalla città portando le prove della sua colpevolezza al Duca.


A Venezia il Signore della Notte al Criminal Antonio Mocenigo è invece alle prese con un assassino seriale che lascia accanto ad ogni cadavere una berretta gialla con la chiara intenzione di far ricadere la colpa dei delitti sugli ebrei della città. Inutile dirlo, l’esperienza di Biagio dell’Orso sarà fondamentale per le indagini nella città lagunare.


“La congiura del doppio inganno” è il sesto episodio della saga dei Gonzaga nata dalla penna di Tiziana Silvestrin. So che avevo detto che avrei seguito l’ordine cronologico nella lettura dei volumi ma, essendomi trovata tra le mani quest’ultima uscita e trattandosi di romanzi autoconclusivi, non sono riuscita a proprio ad aspettare.


Come i precedenti volumi anche questo nuovo episodio è avvincente ed affascinante come il suo protagonista, l’onesto e saldo Biagio dell’Orso.

La storia è coinvolgente e stupisce come ogni volta Tiziana Silvestrin riesca a tessere una trama più coinvolgente della precedente Il ritmo serrato e i personaggi magistralmente caratterizzati coinvolgono il lettore fin dalla prima pagina.


Le storie, sempre perfettamente inquadrate nel periodo storico in cui sono calate, regalano un vivido affresco dell’epoca preciso e autentico.


In questo ultimo romanzo facciamo la conoscenza degli Uscocchi, pericolosi pirati che imperversavano sulle coste adriatiche, e di una figura storica di particolare fascino, la dogaressa Morosina Morosini, moglie del doge Marino Grimani.


La Morosini fu una donna di primo piano nella Venezia dell’epoca. Venne insignita della Rosa d’Oro da papa Clemente VIII e si ricorda ancora oggi con meraviglia il fasto delle celebrazioni per la sua incoronazione avvenuta il 4 maggio 1597. Una femminista ante litteram che si adoperò per l’emancipazione delle donne. Fondò a sue spese una scuola di merlettaie dando nuovo impulso alla produzione del merletto che in seguito si spostò sull’isola di Burano.


Ogni storia della saga è suggestiva, ricca di fascino e fantasia, mai ripetitiva. Non è certo facile riuscire a mantenere la stessa intensità per tutti gli episodi di una saga, ma la Silvestrin ha dimostrato ancora una volta di saper tessere trame sempre diverse e avvincenti dosando sapientemente fantasia e fatti storici.


Gli ingredienti di questo successo sono amore, amicizia, suspense, onore, vendetta... Ingredienti che sarebbero perfetti per farne un’avvincente serie tv di successo. Si accettano suggerimenti per l’attore che vorreste vedere nel ruolo dell’affascinante Biagio dell’Orso.





2 commenti:

  1. Hai, quindi, letto la conclusione della serie, giusto? Questo mi ricorda i tempi in cui leggevo la saga di fratello Cadfael di Ellis Peters, i cui volumi si possono leggere, per lo più, nell'ordine che si preferisce o a caso.

    Il periodo storico non è esattamente uno di quelli che mi attira, ma i romanzi di indagine sono sempre intriganti.

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    1. Si tratta dell'ultima uscita, ma non credo che Tiziana Silvestrin abbia intenzione di fermarsi. Secondo me ci saranno altri episodi.
      Non ho mai letto i romanzi di Ellis Peters anche se spese volte mi sono ripromessa di farlo.
      Credo però che potrebbero essere assimilabili come genere.
      Per il periodo storico della saga dei Gonzaga, lo ammetto, gioco in casa. Vincenzo Gonzaga aveva sposato Eleonora de' Medici, figlia di Francesco I, quindi i riferimenti a Firenze e alla corte medicea non mancano mai.

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