Visualizzazione post con etichetta Donato Carrisi. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Donato Carrisi. Mostra tutti i post

venerdì 8 dicembre 2017

“L’uomo del labirinto” di Donato Carrisi

L’UOMO DEL LABIRINTO
di Donato Carrisi
LONGANESI
Samantha Andretti frequenta la seconda media, è una ragazzina come tante. La mattina del 23 febbraio esce da casa prima del solito per andare a scuola.
E’ particolarmente emozionata perché Tony Baretta, il ragazzo più popolare della scuola, il giorno prima le ha fatto sapere che vuole parlarle.

Samantha però non riuscirà mai a parlare con il ragazzo perché il destino le ha riservato un brutta sorpresa mettendo sulla sua strada un coniglio con gli occhi a forma di cuore.

Quindici anni dopo una telefonata anonima avverte la polizia che una donna ferita e nuda sta vagando nella palude. La donna ha 28 anni. Samantha Andretti è riuscita a sfuggire, non si sa come, al suo aguzzino dopo una lunghissima prigionia.

Quindici anni senza notizie, senza un indizio, una speranza. Quindici anni di silenzio. Un incubo lunghissimo, che si è concluso in modo felice e inaspettato.

Donato Carrisi, a pochi giorni dall’uscita del film evento dell’anno tratto da uno dei suoi successi “La ragazza della nebbia”, ci regala un nuovo ed avvincente romanzo.

Non sono un’appassionata di thriller eppure ogni volta che inizio un romanzo di Carrisi non riesco a non leggerlo d’un fiato.
E’ successo per i precedenti libri ed è accaduto anche in questa occasione: ho letto “L’uomo del labirinto” in nemmeno due giorni!

La scrittura di Carrisi è una scrittura asciutta, semplice e fluida.
Il lettore vede scorrere le immagini dinnanzi a sé, pagina dopo pagina, come se un film scorresse davanti ai propri occhi ed è proprio questo uno dei punti di forza dei romanzi di Carrisi: una scrittura cinematografica.

Questo elemento però da solo ovviamente non è sufficiente a rendere i libri di Carrisi dei bestseller internazionali.
Cosa c’è quindi di così seducente ed accattivante nei suoi romanzi?

Ci sono storie cariche di suspense e ben congeniate, ma soprattutto ci sono protagonisti indimenticabili e la magistrale capacità dell’autore di tracciarne un profilo psicologico perfetto, dettagliato e sempre verosimile.

Ne “L’uomo del labirinto” due sono i personaggi che cercano di incastrare il mostro: il dottor Green, un profiler dai metodi di indagine non molto ortodossi, ma dall’ottima reputazione e Bruno Genko, un talentuoso detective privato.

Bruno Genko è un personaggio affascinate e capace di creare una forte empatia con il lettore.
L’immagine di sé che egli mostra al mondo esterno è una maschera utile per riuscire al meglio nel proprio lavoro, ma nulla più. Egli è tutt'altra persona da quella che gli altri conoscono.

Nulla è mai come sembra nei romanzi di Donato Carrisi.
Ne “L’uomo del labirinto” l’ordine è sovvertito, non esistono certezze; persino il clima è impazzito e sullo sfondo c’è un’estate torrida e apocalittica, dove il ritmo della vita è stato capovolto: gli uffici aprono la notte e la gente riposa durante il giorno.

Sin dall’inizio si avverte che qualcosa non funziona, che alcuni personaggi nascondono qualcosa di particolarmente inquietante.

Il mostro non sa mai di esserlo, egli non si riconosce come tale. Il mostro è sempre qualcuno organizzato, socialmente integrato e per questo è insospettabile.

Il lettore, forse messo in guardia dalla lettura dei romanzi precedenti, è costantemente in allarme, attento a cercare di interpretare i segnali e gli indizi che l’autore lascia a tratti intravedere.

Per quanto però attento egli possa essere, il finale gli riserverà comunque delle sorprese che non gli permetteranno di archiviare la storia una volta terminata la lettura.

Non esiste il crimine perfetto, esiste solo l’indagine imperfetta e, proprio per questo motivo, vi ritroverete per molto tempo ancora a ritornare con la mente su alcuni passaggi del romanzo.
Vi domanderete spesso come possa essere accaduto che vi siano sfuggiti alcuni particolari e vi interrogherete a lungo sullo sviluppo della storia: presentava forse qualche crepa?

Vi avverto, non sarà facile uscire dal labirinto…





giovedì 5 gennaio 2017

“Il maestro delle ombre” Donato Carrisi

IL MAESTRO DELLE OMBRE
di Donato Carrisi
LONGANESI
A.D. 1521 Papa Leone X, nove giorni prima di morire, emana una bolla nella quale la città di Roma non dovrà mai rimanere al buio.
La bolla pontificia sarà nel corso dei secoli oggetto di studio di storici e teologi che si interrogheranno sulle ragioni che spinsero Leone X ad emanarla.

23 febbraio 2015. Roma è in piena emergenza, una tempesta senza precedenti si sta abbattendo sulla città. Per poter riparare un guasto occorso ad una delle centrali elettriche, le autorità si vedono costrette ad imporre un blackout totale di ventiquattro ore.
Dalle ore 7.41 del mattino la Città Eterna piomberà in un vero incubo, un azzeramento tecnologico che la riporterà per ventiquattro ore all’epoca medievale.

Nonostante le autorità abbiano ordinato il coprifuoco dopo il tramonto, nonostante siano stati mobilitati tutti i corpi speciali di polizia, l’esercito ed ogni risorsa disponibile, nulla potrà bloccare l’inevitabile eccesso di violenza che si scatenerà non appena l’oscurità offrirà la sua protezione ad assassini, stupratori, ladri, psicopatici e persino a tutti i semplici cittadini, persone insospettabili, che non attendono altro che potersi vendicare di qualcuno senza la paura di essere puniti.

In mezzo al caos scatenato dalla violenza della forza della natura e dall’aggressività  umana, un’ombra si sta aggirando già da qualche tempo indisturbata seminando una scia di morte. Solo un uomo potrebbe essere in grado di fermarla.

Marcus è un prete, ma non un semplice sacerdote, egli appartiene all’ordine dei Penitenzieri e come tale risponde esclusivamente al Tribunale della Anime.
Ultimo del suo ordine, egli è il guardiano che sorveglia il confine laddove il mondo della luce incontra quello del buio.
Marcus vive pericolosamente al limite della terra delle ombre dove tutto è confuso, incerto e rarefatto; il suo compito è quello di ricacciare indietro qualunque cosa riesca talvolta a varcarne la soglia.
Cercare anomalie, impercettibili strappi nel quadro della normalità, è la sua abilità.

Marcus però ha perso la memoria e purtroppo non ricorda assolutamente nulla di quello che gli è accaduto nei giorni precedenti il blackout.
A supportarlo nella ricerca dell’assassino sarà Sandra Vega, una preparatissima ex foto rilevatrice della polizia scientifica che, a causa dello stress accumulato per il tipo di lavoro svolto oltre che per un grave lutto subito, aveva deciso in passato di chiedere il trasferimento e abbandonare il lavoro sul campo.
Sandra però, suo malgrado, si ritroverà coinvolta nelle indagini.

“Il maestro delle ombre” è il terzo volume di un ciclo i cui protagonisti sono Marcus e Sandra Vega. I primi due titoli erano “Il tribunale delle anime” (2011) e “Il cacciatore del buio” (2014).

Il libro è perfettamente leggibile come romanzo a sé, non è necessario aver letto i due volumi precedenti per farsi affascinare dalla storia. Vi anticipo però che sarà difficile, se non impossibile, una volta terminata la lettura di questo terzo volume, resistere alla tentazione di recuperare i primi due libri.

Donato Carrisi si conferma ancora una volta uno dei nostri migliori scrittori di thriller, pochi come lui infatti sono in grado di tenere incollato il lettore alle pagine e ammaliarlo con il racconto di storie ad alta tensione e carica adrenalinica.

La lettura scivola veloce e sciolta grazie ad una scrittura pulita e scorrevole; ogni particolare, ogni singolo elemento si incastra alla perfezione regalandoci un quadro ed una visione d’insieme perfetta della storia.
Ogni elemento è ben studiato, nulla è lasciato al caso ed appare evidente la minuziosa ricerca e gli accurati approfondimenti eseguiti dall’autore per rendere il tutto il più credibile e realistico possibile.

Perfetta la caratterizzazione dei numerosi personaggi. I capitoli iniziali introducono ognuno un diverso soggetto ed il lettore incuriosito non vede l’ora di addentrasi nella narrazione al fine di riuscire a comprendere come questi personaggi interagiscano tra loro e come si inseriscano all’interno della trama del romanzo.

Il tema sul quale si basa la storia, ovvero l’idea del buio e dell’eclissi tecnologica, è un tema molto attuale che mette il lettore dinnanzi ad un qualcosa di davvero plausibile ed allo stesso tempo terribilmente angosciante nella sua verosimiglianza con una possibile realtà.
Ed è forse proprio questo lato credibile della storia che, più di ogni altra cosa, è in grado di risvegliare angosce e paure nel lettore rendendolo davvero partecipe e coinvolgendolo sempre più pagina dopo pagina.

Ero un po’ scettica sulla lettura di questo romanzo nonostante avessi letto dello stesso autore un altro libro, “La ragazza nella nebbia” (2015), restandone tra l’altro piacevolmente sorpresa.

Dopo “Angeli e Demoni” di Dan Brown sono usciti una serie infinita di romanzi con argomento e trama molto simili ed inevitabilmente temevo che questo di Carrisi potesse essere, nonostante ormai l’accreditata e meritata fama dell’autore, l’ennesimo libro dalla trama scontata appartenente a questo genere.

Donato Carrisi è riuscito invece a creare qualcosa di nuovo nonostante il filone sia ormai davvero molto sfruttato. Merita davvero di essere annoverato tra i migliori scrittori del genere e non stupisce affatto che i suoi thriller vengano esportati anche all’estero.

“Il maestro delle ombre” è un romanzo talmente avvincente ed appassionante, da consigliarne la lettura anche a chi non è particolarmente interessato al genere, perché grazie a questo romanzo potrebbe scoprire una nuova insospettata passione.





domenica 27 dicembre 2015

“La ragazza nella nebbia” di Donato Carrisi

LA RAGAZZA NELLA NEBBIA
di Donato Carrisi
LONGANESI
Vi riporto subito qualche notizia sull’autore del libro di cui vi parlerò oggi, anche se Donato Carrisi non ha certo bisogno di presentazioni: classe 1973, nato a Martina Franca, vive a Roma.
Laureato in Giurisprudenza e specializzato in Criminologia e Scienza del comportamento, è sceneggiatore di serie tv e cinema.
Scrive per il Corriere della Sera ed è autore di bestseller internazionali, tanto che il suo libro “Il suggeritore” è uscito in ben 23 paesi.
Donato Carrisi è l’autore italiano di thriller più venduto nel mondo.

Il suo ultimo lavoro si intitola “La ragazza nella nebbia”.

La storia è ambientata ad Avechot, un piccolo paese delle Alpi.
Avechot è stato nel passato un’importante meta turistica, ma dopo la scoperta di un importante giacimento di fluorite nella zona, si è ormai trasformato in piccolo centro isolato.
Gli abitanti che possedevano terreni, grazie alla vendita degli stessi, si sono arricchiti più di quanto mai avrebbero sperato di riuscire a fare, quelli che vivevano invece dei proventi del turismo hanno dovuto assistere impotenti al fallimento delle proprie attività commerciali.

Il racconto ha inizio il 23 febbraio, ovvero 62 giorni dopo la scomparsa della giovane Anna Lou Kastner, la sedicenne con i capelli rossi e le lentiggini che il 23 dicembre, uscita di casa per recarsi in chiesa,  non vi era mai arrivata. Nonostante il percorso da compiere fosse di poche centinai di metri, la ragazza era scomparsa nel nulla e di lei si era persa ogni traccia.

La notte in cui tutto cambiò per sempre era iniziata.

L’agente Vogel viene fermato dalla polizia dopo un incidente stradale. Nella fitta nebbia la sua auto ha sbandato ed è uscita di strada. Vogel ha i vestiti sporchi di sangue ma quel sangue non è suo.
La giovane procuratrice Rebecca Meyer non crede all’apparente stato confusionale in cui sembra trovarsi l’agente speciale Vogel e decide quindi di richiedere una consulenza ad Auguste Flores, lo stimato psicologo che lavora da quarant’anni nell’ospedale di Avechot.

Lo stato confusionale di Vogel si dirada pian piano e inizia così il racconto dell’agente sulla terribile vicenda, sugli indizi e sulle prove vere, false o presunte raccolte nel corso delle indagini nonché del fondamentale ruolo giocato dai media nel corso delle operazioni.

Personaggi principali del romanzo sono l’agente Vogel e il principale indiziato il professor Martini.

Due protagonisti perfettamente delineanti da Carrisi.

Il professor Martini, marito premuroso, padre esemplare, insegnate capace sembra il soggetto ideale destinato a divenire la perfetta vittima di un errore giudiziario.
L’autore è bravissimo però a far si che il lettore, dapprima convinto dell’innocenza del professor Martini, vacilli nel corso delle indagini tanto da non essere più certo di nulla.
Allo stesso modo il lettore che sin dalle prime pagine nutre un profondo disprezzo per l’agente Vogel e i suoi metodi poco ortodossi, nel corso della lettura è più volte indotto a chiedersi se, pur continuando a ritenere deprecabili i mezzi da lui usati, questi sia poi davvero così lontano dalla scoperta della verità.

Quello che più colpisce del romanzo di Donato Carrisi è l’attualità dell’argomento.
Ogni giorno le televisioni ci riportano casi di cronaca nera: delitti efferati commessi da persone comuni.
Assistiamo ogni giorno alla “creazione del mostro” da sbattere in prima pagina o di cui discutere in trasmissioni e talk show televisivi sempre più numerosi.
Donato Carrisi con “La ragazza nella nebbia” mette in evidenza quanto il pubblico sia da considerarsi “una bestia feroce e famelica”, pubblico di cui fanno parte anche “i turisti dell’orrore” come li defisce lo stesso agente speciale, intere famiglie che nelle giornate di festa si muovono in massa per recarsi sul luogo del delitto.

Lo sciacallaggio mediatico non si preoccupa dei sentimenti delle persone coinvolte e neppure della giustizia e della verità: conta solo l’indice di ascolto.

La giustizia non fa ascolti. La giustizia non interessa a nessuno. La gente vuole un mostro…E io le do quello che vuole.

In questa prospettiva l’agente Vogel riesce a volgere a suo vantaggio l’enorme caso mediatico da lui stesso creato, non solo procurandosi notorietà e fama, ma anche ottenendo maggiori mezzi e finanziamenti per condurre le indagini.

Qual è il prezzo da pagare?

Il mostro diventa il vero protagonista della vicenda, a discapito della vittima stessa che alla fine, dopo essere stata santificata, viene dimenticata, tanto che quando tutto sarà finito  non sarà il suo nome ad essere ricordato ma piuttosto quello del suo carnefice.

“La ragazza della nebbia” non può definirsi un romanzo dai ritmi serrati ma è un racconto molto intenso e scorrevole; una storia stimolante, coinvolgente e soprattutto ricca di colpi di scena.

Ho cercato per ovvie ragioni di anticiparvi il meno possibile sulla trama e lo svolgersi degli avvenimenti, tralasciando anche di raccontarvi dettagli sui personaggi e sulla comunità in cui questi vivono per non influenzarvi nella lettura del libro che consiglio a tutti, non solo agli appassionati del genere.

Posso assicurarvi che, dopo averlo letto, la vostra prospettiva e le vostre opinioni sulle indagini dei delitti di cronaca nera e sulle trasmissioni televisive a queste dedicate non saranno più le stesse.