giovedì 12 aprile 2012

"Il prigioniero del cielo" di Carlos Ruiz Zafón


Questo libro fa parte di un ciclo di romanzi che si intrecciano nell’universo letterario del Cimitero dei Libri Dimenticati. I romanzi che compongono questo ciclo sono legati attraverso personaggi e fili argomentativi che gettano tra loro ponti narrativi e tematici, sebbene ciascuno di essi offra una storia indipendente e chiusa in se stessa.Le varie puntate della serie del Cimitero dei Libri Dimenticati possono essere lette in qualunque ordine o separatamente, consentendo al lettore di esplorare il labirinto di storie accedendovi da diverse porte e differenti sentieri, i quali, una volta riannodati, lo condurranno nel cuore della narrazione.

Così recita l’introduzione de “Il prigioniero del cielo”, l’ultimo romanzo appartenente alla trilogia del Cimitero dei Libri Dimenticati.
Ad essere sincera non mi trovo molto d’accordo con il fatto che ogni libro sia indipendente e che quindi la lettura di questi possa essere affrontata in ordine “sparso”. Il personaggio di David Martin ed i riferimenti alla sua opera “La città dei maledetti” nonché i continui richiami a “L’ombra del vento” ed a “Il gioco dell’angelo”, rendono a mio avviso consigliabile aver letto i due romanzi precedenti.

Ritengo che “L’ombra del vento” sia il miglior libro che Zafón abbia scritto, mentre devo ammettere  di essere stata un po’ delusa da “Il gioco dell’Angelo”. “Il prigioniero del cielo”, anche se ovviamente non all'altezza del primo capitolo del Cimitero dei Libri Dimenticati, è comunque un buon romanzo intrigante ed enigmatico, dal finale sospeso ad effetto che lascia le porte aperte ad un altro possibile capitolo della storia o forse a quello conclusivo.

Ho ritrovato con piacere le bellissime descrizioni che solo Zafón è in grado di fare di una città tetra e misteriosa. Descrizioni che mi hanno spinto a visitare Barcellona qualche tempo fa alla ricerca dei luoghi vissuti da quei personaggi diventati ormai per me così familiari…

Ed ora qualche frase del libro accompagnata da alcune foto che ho scattato durante il mio “pellegrinaggio” nella città di uno dei miei autori contemporanei preferiti:


Le persone dall’animo piccino cercano sempre di rimpicciolire anche gli altri.



In questa vita si perdona tutto, tranne dire la verità.



Pazzo è chi si ritiene savio e crede che gli stupidi non siano della sua condizione.






Ci sono epoche e luoghi in cui essere nessuno è più onorevole di essere qualcuno.




Ho sempre pensato che chi ama appartenere ad un gregge deve avere qualcosa della pecora.





Il destino non fa visite a domicilio, ma bisogna andarlo a cercare.











Gli uomini sono così, come i gerani. Quando sembra che ormai si debbano buttare via, si ravvivano.

2 commenti:

  1. di questo autore ho letto Marina e me ne sono innamorata! dell'autore non di Marina eheh!
    anche io ho sottolineato e trascritto alcune frasi (di solito lo faccio se ne vale la pena)!
    Tra quelle che hai citato tu "Le persone dall’animo piccino cercano sempre di rimpicciolire anche gli altri" è quella che preferisco perchè sperimentata!

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  2. molto bello anche Marina...alcune pagine ti mettevano un'ansia!!!
    Una volta quando leggevo avevo l'abitudine di sottolineare e trascrivere le frasi che mi avevano colpito, abitudine che con il tempo ho perso ed ho ritrovato solo ultimamente.
    Nei libri di Zafón si trovano sempre frasi bellissime e VERE!! Condivido pienamente il giudizio su quella che hai citato.

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