domenica 2 ottobre 2016

“I tre moschettieri” di Alexandre Dumas (1802 – 1870)

I TRE MOSCHETTIERI
di Alexandre Dumas
CRESCERE EDIZIONI
Nato dalla penna di Alexandre Dumas (padre), “I tre moschettieri” è il primo volume di una trilogia.
I due volumi successivi “Vent’anni dopo” (1845) ed “Il visconte di Bragelonne” (1850) ebbero però meno fortuna del primo libro che ancora oggi rimane uno dei romanzi più famosi e tradotti della letteratura francese.
“I tre moschettieri” venne pubblicato a puntate nel 1844 sul giornale Le Siècle, metodo molto diffuso nell’Europa dell’epoca.
Alexandre Dumas prese spunto per la sua opera da "Mémoires de M. D'Artagnan" opera del settecento scritta da Gatien de Courtilz de Sandras, un ex moschettiere che narrava delle vicende di D’Artagnan, personaggio realmente esistito.

“I tre moschettieri” di Alexandre Dumas, ambientato nel 1625, racconta la storia del giovane guascone D’Artagnan che si reca a Parigi per entrare tra le fila dei moschettieri di re Luigi XIII.
Fin da subito il giovane dimostra tutto il suo valore, il suo coraggio e la sua irriverente irruenza scontrandosi con coloro che diventeranno presto i suoi tre inseparabili compagni: Porthos, Aramis e Athos.
Tre personalità molto diverse quelle dei moschettieri: Porthos sbruffone e spaccone; Aramis, raffinato ed elegante, un uomo di chiesa mancato; Athos introverso, freddo e bravissimo a nascondere le proprie emozioni.
La storia vede contrapposti i moschettieri di Luigi XIII, devoti al re ed alla sua consorte Anna d’Austria, alle guardie del cardinale Richelieu.
Il rapporto tra Luigi XIII con quest’ultimo è un rapporto piuttosto controverso: infatti, pur essendo molto legato al cardinale, il re ne è allo stesso intimidito, temendo fortemente l’influenza che questi esercita su di lui e sulla sua corte.
Richelieu non ama la regina, soprattutto perché imparentata con la famiglia reale spagnola, nemica della Francia.
Il cardinale, sfruttando la simpatia nata tra la regina Anna e il duca di Buckingham, ordisce una trappola per screditare la regina agli occhi di Luigi XIII.
Sarà proprio D’Artagnan, avvertito dalla donna di cui è innamorato, Costance Bonacieux, guardarobiera nonché confidente della regina, che con l’aiuto dei suoi tre amici moschettieri, riuscirà a sventare il complotto ordito dal cardinale.


“I tre moschettieri” hanno avuto una straordinaria fortuna non solo come romanzo, ma anche come adattamenti cinematografici per il piccolo e grande schermo.
Tra i più recenti adattamenti possiamo ricordare il film del 2011 in versione “fantasy” diretto da Paul W.S. Anderson e la serie televisiva (2014-2016) creata da Adrian Hodges e prodotta dalla BBC.

Perché leggere un classico così conosciuto? Personalmente avevo visto numerosi adattamenti televisivi e diversi film tratti dal romanzo di Dumas.
Quello che mi ha spinto alla lettura è stato il fatto che in ognuna di queste versioni alcuni particolari, a volte insignificanti altre volte fondamentali, venivano resi sempre in modo diverso.
In poche parole volevo una volta per tutte conoscere la “vera” trama del romanzo e soprattutto conoscere il finale ideato dall’autore.


Il volume non ha disatteso le mie aspettative, si è rivelato una lettura piacevole e scorrevole, dal ritmo incalzante.
Un bel libro che presenta tutti gli elementi tipici di un romanzo di avventura di “cappa e spada” dove duelli, intrighi, passioni sono i veri protagonisti che affiancano i vari personaggi ognuno dei quali è seducente a modo suo ed è dotato di un particolare fascino.

Un ultimo appunto sull’edizione da me scelta, ovvero l’edizione integrale edita da Crescere Edizioni. Il formato del libro è perfetto, il rapporto qualità prezzo decisamente favorevole, attenzione però agli errori di traduzione: il tatuaggio sulla spalla di Milady era un giglio.
In questa edizione si parla di un fiordaliso, errore probabilmente dovuto alla cattiva interpretazione del fleur- de-lys, forma araldica propria del giglio.

Qualunque edizione scegliate, tra le numerosissime disponibili, “I tre moschettieri” resta comunque n classico assolutamente da leggere per un milione di motivi, ma soprattutto per ritrovare quel bimbo che ama le storie di avventura e che è nascosto in ciascuno di noi.



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