sabato 24 novembre 2018

“Dante. Una vita in esilio” di Chiara Mercuri


DANTE
UNA VITA IN ESILIO
di Chiara Mercuri
EDITORI LATERZA
Non è facile comprendere oggi cosa davvero significasse nell’Italia del Trecento essere mandati in esilio.
Essere cacciati non comportava esclusivamente dover lasciare la propria città, il proprio nido per mai più farvi ritorno, ma voleva dire perdere tutto sia dal punto di vista economico che dal punto di vista morale ed affettivo.
I beni confiscati, la casa distrutta pietra a pietra erano solo gli effetti tangibili dell’esilio, ma ciò che più di ogni altra cosa decretava la rovina dell’esule era dover fare i conti, giorno dopo giorno, con la propria dignità calpestata, con la freddezza e l’imbarazzo degli amici, con la consapevolezza che i propri figli avrebbero pagato duramente per le colpe dei padri.

Il libro di Chiara Mercuri parte proprio da questi aspetti per raccontarci la vita e le opere di Dante Alighieri.

La prima parte del libro si focalizza su Firenze e sugli scontri sempre più accesi che nacquero tra le due opposte fazioni, quella dei Guelfi Bianchi capitanata dalla famiglia Cerchi  e quella dei Guelfi Neri capeggiata dalla famiglia Donati.
La lotta andava ben oltre una mera questione politica che contrapponeva la benevolenza dei Bianchi nei confronti dell’Impero al vigoroso sostegno dei Neri nei confronti del Papato, in verità quello per cui si combatteva davvero era il dominio sulla città di Firenze.

stemma dei Cerchi
I Cerchi erano una famiglia nuova, arrivata dal contado, che in poco tempo, grazie alle ricchezze derivanti dal commercio, era diventata una delle famiglie più ricche d’Europa.
Al contrario i Donati, famiglia di antico lignaggio, ancora legati all’immagine di un tempo per cui la nobiltà si misurava con le armi e non col il dialogo ed il fiorino, mal digerivano l’avanzata di questi parvenu che amavano ostentare il loro ingente patrimonio.

Due furono le grandi passioni di Dante Alighieri: la politica e la poesia.

Così, se la prima parte del libro è dedicata alla sua attività politica, la seconda parte è incentrata sulla sua poetica e sulla genesi delle sue opere letterarie.
stemma dei Donati
L’approccio alle opere di Dante che Chiara Mercuri propone è lontano da quello  scolastico a cui la maggior parte dei lettori è abituato; quello della Mercuri è un approccio più vivo, più intimo che coinvolge il lettore rendendolo partecipe della vita del poeta, tanto che, per la prima volta, riusciamo a provare empatia nei confronti dell’uomo del quale ognuno di noi sui banchi di scuola ha sempre percepito la grandezza, ma anche un certo straniamento.
Chiara Mercuri ci regala un’immagine di un Dante decisamente meno distaccato; facciamo così la conoscenza di un uomo appassionato di politica, un amico fedele, un letterato moderno, un padre in pena per i figli, un cittadino preoccupato per la sua città.

Il Dante di cui leggiamo nelle pagine del libro di Chiara Mercuri è un personaggio scomodo per la Firenze dell’epoca perché, proprio a causa di quell’amore che egli prova per la sua città, non desiste mai dal denunciarne pubblicamente, con le sue epistole e con le sue opere, i mali e vizi  che la affliggono: corruzione, violenza e cupidigia.

Dante condanna pesantemente Vieri de’ Cerchi per non aver reagito con decisione nel momento cruciale; non gli perdona di aver temporeggiato, di aver rimandato lo scontro con Corso Donati, un uomo violento e nemico delle leggi.
Secondo le accuse di Dante Vieri de’ Cerchi si sarebbe fatto rovinare per tirchieria, per paura di sperperare denaro pagando armati che difendessero il suo partito, ma come giustamente  l’autrice ci ricorda, per quanto sia nostro desiderio essere solidali con Dante, non possiamo esimerci dal notare che i Cerchi pagarono  a caro prezzo l’atteggiamento del loro capo poiché la loro famiglia tra le più ricche d’Europa venne di colpo spazzata via.

“Dante. Una vita in esilio” è un libro che, pur presentando diverse inesattezze storiche,  risulta una lettura interessante perché porge notevoli spunti di riflessione sulla vita del poeta e sulla Firenze del suo tempo.

La scrittura scorrevole, lo stile appassionato ed i puntali e numerosi riferimenti alle opere di Dante rendono la lettura del libro piacevole come se si trattasse di un romanzo.

Gli errori riportati nel libro, possiamo citarne ad esempio uno molto evidente ovvero Beatrice sposata a Forese Donati anziché a Simone de’ Bardi, pesano indubbiamente sulla sua veridicità, così da non poterlo ritenere un saggio valido ed affidabile.

A dispetto di tutto però non mi sento di sconsigliarne la lettura perché il libro di Chiara Mercuri ha, nonostante gli evidenti limiti, una grande pregio ossia quello di saper risvegliare in noi l’interesse nei confronti delle opere di Dante, ma soprattutto, servendosi di accostamenti con quella contemporanea, di risvegliare il nostro interesse nei confronti della politica dell’epoca.




3 commenti:

  1. Strano, Chiara Mercuri è nota per non scrivere inesattezze. Ho letto un suo libro storico "la vera Croce" suggerito in un noto programma per questo motivo e l'ho trovato stupendo anche se pesante per gli argomenti strettamente storici. Grazie del consiglio lo terrò a mente. Buon fine di settimana

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    1. Sarei davvero curiosa di leggere un altro libro di Chiara Mercuri. Due inesattezze le avevo notate, le altre mi sono state indicate. Il libro però a me è piaciuto molto e anche il suo modo di scrivere. Inoltre ero particolarmente interessata alla lotta tra Cerchi e Donati ed il suo libro mi ha dato molti spunti. Buona domenica.

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  2. Sono stato uno Studente-Operaio, Operaio Alla Fiat e Studente Presso L'istituto Avogadro di Torino, ora in pensione ho sempre posseduto una cultura più tecnica che umanistica.
    Ho letto il libro e alla fine mi sono anche commosso. Dall'alto dei miei quasi ottant'anni posso dire "Grazie Chiara, Grazie, Grazie, Grazie!"

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