sabato 29 maggio 2021

“Gian Gastone (1671-1737) Testimonianze e scoperte sull'ultimo Granduca de' Medici" a cura di Monica Bietti

Il libro dovrebbe essere il primo volume di una collana dedicata agli studi e alle scoperte sulla famiglia Medici. Dico dovrebbe perché in realtà le mie ricerche in rete per adesso non hanno prodotto alcun risultato sulla pubblicazione di ulteriori volumi dell’opera.

La collana si prefiggeva come scopo quello di rendere noti i dati scientifici, storici e storico artistici che sarebbero emersi nel corso degli studi legati al Progetto Medici. Un progetto che prese avvio nel 2004 con lo scopo principale di effettuare una ricognizione sui resti del ramo Granducale della famiglia partendo da Cosimo I fino ad arrivare all’ultimo esponente Gian Gastone. 

Questo volume è la prima pubblicazione istituzionale su quanto emerso dalle prime ricerche effettuate dall’Università di Firenze, dall’Università di Pisa e dalla Soprintendenza affiancate dall’Opificio delle Pietre Dure, dall’Opera Medicea Laurenziana, dalla Parrocchia di San Lorenzo e da numerosi altri istituti di ricerca.

Il libro fu pubblicato nel 2008 in occasione della mostra ospitata nella Cappella dei Principi dedicata alla contraddittoria figura di Gian Gastone; in questa occasione venne anche esposto per la prima volta il piccolo corredo funebre rinvenuto nella sepoltura dell’ultimo Granduca Medici.

Contrariamente all’idea iniziale di seguire l’ordine cronologico per le esumazioni, fu scelto di esumare per primo il corpo di Gian Gastone. Infatti, mentre le altre famiglie erano state esumate negli anni Quaranta e Cinquanta del Novecento, la sepoltura di Gian Gastone non era stata più visitata dall’anno 1857. L’intervento si rendeva quindi prioritario soprattutto per i danni che senza dubbio, come fu subito chiaro all’apertura dell’ipogeo, erano seguiti all’inondazione dell’Arno del 1966.

Nel libro diversi saggi sono dedicati proprio a come si è operato per il recupero dei materiali, quali difficoltà si sono incontrate nel corso delle indagini e quali sono state le misure adottate per mettere in sicurezza il sito.

Alcuni saggi sono dedicati al ritrovamento e al restauro del corredo funerario altri alle indagini radiodiagnostiche effettuate sui resti di Gian Gastone. Tali indagini hanno evidenziato alcune patologie la cui sintomatologia potrebbe confermare alcuni disturbi di cui la cronaca dell’epoca ci ha lasciato memoria.

Molto interessante è il saggio di Franco Ugo Rollo in cui si vuole verificare attraverso la tecnica di sovrapposizione cranio-facciale la somiglianza dei ritratti di Gian Gastone giunti sino a noi con il suo vero volto.  

I primi due saggi del volume sono dedicati invece alla storia di Gian Gastone.

Il primo, scritto da Giovan Battista de’ Medici di Toscana (Principe di Ottajano, Duca di Sarno), come si evince dal titolo stesso “Due matrimoni sbagliati”, indaga su quanto abbiano influito negativamente sulla personalità di Gian Gastone la figura inesistente della madre Marguerite Louise d’Orléans e quella della moglie Anna Maria Franzisca di Saxe Lavemburg, vedova del principe Filippo di Neuburg. Una politica matrimoniale quella franco-fiorentina che si rivelò deleteria per la dinastia medicea.

Il secondo saggio del volume molto più articolato ad opera di Patrizia Urbani racconta la vita dell’ultimo Granduca della famiglia Medici cercando di indagarne la complessa psicologia e, attraverso quanto emerso proprio dagli ultimi studi e indagini, comprendere quanto ci sia di vero sugli eccessi di cui fu accusato Gian Gastone e quanto invece sia dovuto ad una falsa propaganda lorenese per cercare di legittimare la propria posizione come successori.

Patrizia Urbani ci racconta di un Gian Gastone che senza dubbio fu soggetto fin da giovane a crisi depressive, un giovane dal carattere introverso che mal si adattò alla rigida etichetta di Palazzo Pitti e al cerimoniale di corte.

Gian Gastone rimase schiacciato dal peso delle proprie responsabilità e non resse la tensione di dover dare per forza un erede alla dinastia. Patrizia Urbani non esclude inoltre che la sua misoginia potesse derivare sia dall’abbandono materno in giovane età sia dal pessimo rapporto che ebbe con la moglie. Non possiamo dimenticare che gli eccessi nel gioco e nel bere di Gian Gastone si manifestarono come diretta conseguenza dell’afflizione matrimoniale, un modo di evadere dalla gabbia a cui la politica paterna lo aveva condannato.

Se negli ultimi anni della sua vita vi furono eccessi di altro tipo le indagini non escludono che potessero essere causate da una malattia degenerativa forse causata anch’essa dall’eccesso di alcol e dall’intensificarsi delle crisi depressive. Non va però dimenticato che i racconti di coloro che incontrarono Gian Gastone alle corti europee lo descrivevano sempre come un principe che sapeva ben comportarsi, elegante e piacevole, tanto che lo stesso Cosimo III ricorreva spesso alle grandi doti da mediatore del suo figlio cadetto.

Gian Gastone era un uomo colto, nonostante fosse il secondogenito aveva ricevuto un’istruzione di prim’ordine, era un principe filosofo, amante delle arti, curioso e dalle maniere squisite la cui immagine venne purtroppo cancellata da quella di dissoluto e vizioso con la quale la cronaca lo ha fatto poi passare alla storia.

Il libro è corredato da un’amplia documentazione fotografica sia relativamente all’iconografia del Granduca e non solo sia come supporto esplicativo delle varie fasi degli studi (indagine del sito, indagini radiodiagnostiche, salvaguardia dei materiali e relativo restauro).

Non è facile riassumere questo libro in poche righe in quanto si tratta di una ricca raccolta di saggi molto approfonditi e ben strutturati.

Il mio giudizio potrebbe essere un po’ offuscato vuoi perché mi sono appassionata da tempo alla figura di Gian Gastone de’ Medici vuoi perché da laureata in archeologia la materia trattata mi è piuttosto familiare, ma credo che la lettura possa essere affrontata tranquillamente e interessare tutti nonostante all’apparenza alcuni aspetti trattati possano sembrare ostici per i non addetti ai lavori.

Un libro vivamente consigliato a chiunque voglia approfondire le sue conoscenze su, come recita la dedica del volume:

GIOVAN GASTON DE’ MEDICI

PRINCIPE DI GRAN MENTE

DI SOMMA AFFABILITÀ

E DI UNA VOLONTÀ TUTTA INCLINATA

AL PUBBLICO BENE




2 commenti:

  1. Questo è semplicemente pane per i tuoi denti, Elisa!

    I contributi riguardanti il recupero dei materiali sono quelli che, tendenzialmente, mi intrigano maggiormente, anche se non sono laureata in archeologia, come te.

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    1. Sì, hai ragione! Ho amato ogni singola pagina di questo libro.

      Le parti relative allo scavo sono davvero interessanti e dettagliate.
      Inoltre mi è piaciuto il modo in cui ogni singolo saggio aggiunge un tassello così che alla fine si ottiene una visione interdisciplinare e globale sia del personaggio e sia della sua storia.

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