sabato 1 gennaio 2022

“Gian Gastone un trono di solitudine nella caligine di un crepuscolo” di Alberto Bruschi

Il romanzo si apre con l’immagine di Anna Maria Luisa che al capezzale del fratello morente con il quale si è da poco riconciliata lo assiste cristianamente nell’ora del trapasso.

Giuliano Dami che fino a poco tempo prima spadroneggiava senza alcuna moderazione sul Palazzo e su Firenze si presente ora timidamente nella stanza di Gian Gastone, ma ne viene scacciato con un solo duro sguardo dall’Elettrice Palatina. Per lui, il corruttore dell’anima dell’ultimo Granduca Medici, è finita, esiste solo la paura dell’incerto futuro che l’attende.

Gian Gastone ormai vicino alla morte ripercorre la sua triste e solitaria esistenza fin da quando ancora giovassimo cercava riparo nei luoghi più appartati dei giardini di Boboli dove si fermava a ragionare con se stesso sul senso della vita e sul significato della felicità. Scorrono così gli anni come in una lenta e triste pellicola d’altri tempi, come malinconica e solitaria fu la vita di questo mite e illuminato Principe che non era nato per regnare, ma che il fato volle vedere seduto sul trono del Granducato di Toscana, ultimo della sua stirpe.

Tanta solitudine e poco amore così si potrebbe riassumere la vita di Gian Gastone de’ Medici, il figlio minore, quello meno amato da un padre bigotto, frustrato da un matrimonio fallimentare e amareggiato per la mancanza di un nipote e dimenticato dalla madre che, dopo averlo abbandonato ancora bambino, non ebbe per lui neppure una tenerezza quando da adulto si recò a farle visita in Francia.

Il matrimonio al quale il giovane Gian Gastone da figlio ubbidientemente si sottomise per assecondare il volere paterno e la fredda ragion di stato si rivelò fin da subito un totale disastro. Un solo lampo di fugace felicità squarciò la fredda e solitaria esistenza del principe cadetto allorquando si imbatté nel bellissimo e sfrontato Giuliano Dami, ma quello che Gian Gastone volle credere un benigno dono del destino, si rivelò invece essere la tomba per la sua anima, l’inizio della sua discesa agli inferi ancora in vita.

Particolarmente suggestiva l’immagine dell’ultimo Medici che nel corso della sua esistenza si trova più volte a discorrere con una cutrettola fino alla conversazione finale quando il piccolo uccello si posa sul davanzale della finestra della camera del Granduca per congedarsi definitivamente da lui.

Alberto Bruschi partendo dalla consultazione delle numerose carte presenti negli archivi, analizzando le coeve opere d’arte e visitando i luoghi vuole restituire a noi contemporanei, sotto forma di romanzo, una nuova immagine di Gian Gastone, un’immagine più umana e senza dubbio più vicina alla verità storica.

Complici prima i Lorena che cercarono in ogni modo di legittimare la loro posizione sminuendo il loro predecessore e poi il perbenismo ottocentesco, la storia ha trasmesso dell’ultimo Granduca Medici l’immagine di un uomo inetto, corrotto e depravato. Gian Gastone è vero era omosessuale e poco importa se l’iniziativa quel giorno l’avesse presa il Dami, come viene scritto nel romanzo, o invece il timido Principe, questo non è una colpa, l’amore non è mai una colpa, quindi non può valergli alcuna condanna. Fu un uomo molto solo, afflitto dalla melanconia e dalla mancanza di affetti sinceri.

Detto questo, non è però neppure possibile ignorare la nefasta influenza che il Dami ebbe sul suo signore il quale non avrebbe potuto donare il proprio amore a nessuno meno meritevole di lui.

Ma tutto ciò non giustifica che si possa dimenticare che l’ultimo Granduca fu un principe liberale e illuminato, amante delle arti e della filosofia, che ebbe a cuore le sorti del suo popolo tanto da sgravarlo fin da subito dei numerosi balzelli che il padre Cosimo III aveva imposto persino dal letto di morte.

Leggere gli scritti di Alberto Bruschi è sempre un immenso piacere. La sua prosa è raffinata ed elegante; ogni frase, ogni citazione sono frutto di un’assoluta padronanza della lingua e della materia così come perfetta è la scelta di ogni singola parola. 

Gli incipit dei suoi libri che si tratti di saggi o di romanzi così come le prime pagine sono di una bellezza quasi commovente e l’empatia dell’autore verso i propri personaggi si riversa sull’affascinato lettore che ne resta completamente conquistato.

Alberto Bruschi non fa sconti a Gian Gastone, non edulcora la pillola quando deve raccontare dello stato in cui il Granduca trascorse gli ultimi anni, non si tira indietro, ma la sua penna riesce a farlo sempre con estrema delicatezza anche quando deve raccontare i fatti più penosi e squallidi.

La prima volta che incontrai la figura di Gian Gastone fu in occasione della lettura di “L’ultima regina di Firenze” di Luca Scarlini, libro che ho riletto, cosa che faccio molto raramente, non molto tempo fa per fare chiarezza sul mio sentire alla luce di tutte le successive letture.

Il racconto di Scarlini è un racconto dissacrante, le descrizioni riprendono molto dal testo di Giuseppe Conti e dai vecchi manoscritti tra cui il famoso manoscritto Moreniano n. 352. Ricordo che, pur non sapendo nulla di Gian Gastone, mi ero ribellata a quelle descrizioni e a quelle pagine, qualcosa di risultava troppo stonato e forzato. Così, per caso, è iniziato il mio viaggio alla ricerca del vero volto dell’ultimo Granduca. Quando poco tempo fa mi sono imbattuta nei libri del compianto Alberto Bruschi ho trovato finalmente tra le sue pagine un sentire comune e quell’immagine di Gian Gastone de’ Medici che avevo solo incidentalmente avvertito mi si è da ultimo palesata rivelandomi la fondatezza delle mie iniziali sensazioni. 

Il volume pubblicato nel 1995 da SP 44 Editore è ormai purtroppo fuori catalogo. Ho dato la caccia a questo libro per parecchio tempo perché non risultava di facile reperibilità neppure sul mercato dell’usato, ma direi che la fatica fatta per rintracciarlo è stata oltremodo ben ricompensata dal piacere della lettura.



2 commenti:

  1. Chi inizia l'anno con I Medici, si dedica a I Medici tutto l'anno.

    Scherzi a parte, si percepisce che la figura di Gian Gastone ti ha proprio presa. Mi chiedo se le ricerche su questo personaggio finiranno per spadroneggiare sul blog.

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    1. Eh sì, la storia di Gian Gastone mi sta appassionando molto.
      Prometto di non lasciarlo spadroneggiare troppo o almeno ci proverò.

      Quest'anno mi piacerebbe continuare ad approfondire l'argomento mediceo, ma vorrei riuscire a portare avanti anche altre letture.

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