lunedì 29 giugno 2020

“Regina di sangue” di Joanna Courtney


REGINA DI SANGUE
di
Joanna Courtney
BEAT EDIZIONI
Nel Regno di Alba, meglio conosciuto oggi con il nome di Scozia, nell’XI secolo due casati si contendevano il trono.

Il casato di Aed e il casato di Costantino avrebbero dovuto in teoria rispettare l’antica legge secondo la quale i discendenti di entrambi i casati dovevano sedere a turno sul trono, ma Re Malcolm II, discendente della linea di Costantino, aveva deciso di interrompere questa tradizione.

Cora Mac Duff e suo fratello Kendrick, figli di Mormaer Lachlan, fratello del re, ancora bambini furono gli unici della loro famiglia a salvarsi dall’attentato ordito dallo stesso Malcolm II.
Trovarono rifugio nella provincia settentrionale del Moray, presso Mormaer Finlay, padre di Macbeth.

Il principe Macbeth possedeva una bellezza in grado di attirare gli sguardi di tutte le fanciulle e anche Cora si era ovviamente innamorata di lui.

Cora, però, nonostante fossero passati ormai diversi anni da quando aveva dovuto assistere impotente al massacro della propria famiglia, era ancora troppo piena di odio verso chi le aveva procurato tanto dolore.
Non poteva accettare l’idea di essere felice accanto all’uomo che amava, almeno finché non fosse prima riuscita ad ottenere la sua vendetta

Così, quando Macbeth le aveva chiesto di sposarlo, ella aveva tentennato e aveva accettato solo nel momento in cui egli le aveva rivelato che, in quanto discendente della linea di Aed, egli stesso avrebbe potuto rivendicare il trono per loro, per il suo risarcimento.
La sorte però segue spesso vie misteriose e Cora, prima di poter coronare il suo sogno di diventare Lady Macbeth prima e regina di Alba poi, aveva ancora dure prove davanti a sé da affrontare.

Re Malcolm II era un sovrano che si serviva della forza e della paura per governare il paese.

A malincuore aveva riconosciuto nel nipote Duncan il suo successore, egli non lo convinceva pienamente in quanto lo riteneva un ragazzo  troppo debole.
Per questo motivo aveva chiesto al genero, l’abate Crinan, il padre di Duncan, di trovare al ragazzo una moglie dal carattere forte e determinato che lo sapesse affiancare in futuro nel difficile compito che lo attendeva.

La scelta era caduta su Sybill, la sorella del conte Ward.
Sybill e Ward erano figli di una comunità di pescatori danesi, il loro paese dieci anni prima era stato attaccato dalla temibile tribù di Wend, lei aveva solo otto anni all’epoca e lui sedici.
Riusciti a fuggire, una volta in salvo, avevano raggiunto l’Inghilterra con l’esercito di Cnut dove Ward si era fatto strada prima come soldato di fanteria, poi come guardia, in seguito come huscarlo reale fino a diventare conte della Northumbria meridionale.

“Regina di sangue” è un romanzo coinvolgente e appassionante, capace di catturare l’attenzione del lettore fin dal prologo.

I personaggi sono tutti affascinanti e Joanna Courtney è bravissima nel saper ricreare le atmosfere dell’epoca, tanto che il lettore si ritrova calato egli stesso nella Scozia dell’XI secolo riuscendo ad immedesimarsi nelle vicende come se gli avvenimenti si svolgessero proprio attorno a lui.

E’ difficile schierarsi per l’uno o per l’altro casato, in entrambi gli schieramenti ci sono personaggi con cui inevitabilmente si crea un rapporto empatico.

Le regine provengono ambedue da storie molto simili, entrambe costrette a fuggire fin da piccole dopo aver assistito ad orrendi massacri, hanno dovuto lottare duramente per affermare la loro posizione.

Tra Cora e Sybill è la prima quella più assetata di vendetta, tanto che a volte si fatica a comprendere la forza di tanto odio che sembra albergare in lei, ma è anche quella che ha perso di più e a cui la vita ha riservato spiacevoli sorprese anche in età adulta.

Due donne segnate da un’infanzia traumatica, entrambe destinate ad un grande futuro, entrambe destinate ad essere regine, mogli e madri di re, ma soprattutto due donne forti, caparbie, a cui la vita non ha mai regalato nulla, dotate di una resilienza, di un’intelligenza e di una tempra non comuni.

Due donne così simili eppure allo stesso tempo così diverse: Cora è una nobile per nascita, il sangue reale scorre nelle sue vene mentre Sybill è figlia di pescatori, la sua è una nobiltà conquistata sul campo.

Accanto a Cora e Sybill, vere protagoniste di questo romanzo, troviamo numerosi personaggi maschili, impossibile parlare dettagliatamente di tutti loro.

Tre più di tutti però colpiscono la fantasia del lettore: Duncan, Maldred e Macbeth.

L’amore tra Cora e Macbeth nasce quando sono ancora ragazzi e nonostante le numerose battaglie, le innumerevoli avversità, nulla può scalfire i loro sentimenti, il loro amore è per sempre.
Macbeth accetta di diventare re semplicemente per amore della sua regina, egli ama le sue terre, è un uomo del nord, ma per Cora è disposto a farsi carico del trono di Alba.

Duncan e Maldred sono fratellastri, nati dallo stesso padre, ma è Duncan il secondogenito quello che può vantare il diritto al trono in quanto nipote di Re Malcolm II per parte di madre.
Duncan è un uomo buono, ma insicuro e non adatto al comando.
Sybill riconosce la sua fortuna per esserle toccato in sorte un marito così devoto e gentile, ma non può in cuor suo dimenticare che è Maldred colui di cui è innamorata.
Maldred è un uomo vigoroso, energico, ma anche rispettoso delle leggi e non farebbe mai nulla che potesse disonorare o mettere in pericolo il fratello; non lo ha mai invidiato perché un giorno sarebbe diventato re, ma non può in cuor suo non provare gelosia perché il destino gli ha concesso la donna di cui egli stesso è innamorato.

I personaggi di “Regina di sangue” sono davvero molto numerosi e ognuno di essi ha una storia affascinante da raccontare.

Il libro di Joanna Courtney è  uno splendido romanzo corale dove violenza, amore, morte, passione si avvicendano pagina dopo pagina riportando in vita un mondo spietato in cui per sopravvivere era necessario bandire dal proprio cuore ogni forma di misericordia e di umanità.

“Regina di Sangue” è forse uno dei romanzi storici più belli che mi sia capitato di leggere negli ultimi tempi, è un libro emozionate, coinvolgente e dai personaggi indimenticabili, un romanzo assolutamente imperdibile e al quale è difficile rendere giustizia attraverso una semplice recensione.

In verità questo libro è il primo romanzo di una trilogia con cui l’autrice ha voluto esplorare il mondo delle donne shakespeariane, gli altri due volumi sono dedicati ai personaggi di Ophelia e di Cordelia.

Inutile sottolineare che non vedo l’ora di poter leggere il prossimo romanzo che spero esca presto in edizione italiana.




4 commenti:

  1. Si intuisce da ciò che hai scritto quanto ti abbia coinvolta questo romanzo.

    Trovo che la vendetta sia sempre un tema molto interessante nella letteratura, specialmente quando è portata agli estremi e ti consuma. Quanto spesso si incontra questo nella realtà di tutti i giorni? Sarò un'ingenua, ma non sono capace di riportare degli esempi concreti in cui mi sia imbattuta personalmente.

    Il romanzo che celebrerà Cordelia mi ispira molto.

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    1. Secondo si incontra abbastanza anche se non è una cosa che mi appartiene.
      Quando subisco un torto di solito mi inalbero da matti, ma non riesco poi a portare rancore e come dice il detto "la vendetta è un piatto che va servito freddo".
      Io sono più da "can che abbaia non morde".

      Io sono molto curiosa di leggere quello di Ophelia.

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    2. @Elisa
      Vicenda sicuramente interessante, che mi ha colpito moltissimo per voler recuperare le figure femminili di Shakespeare. Ci farà un pensierino!

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    3. L'avevo scoperto per puro caso ancora prima che uscisse e, come spesso accade, ero rimasta affascinata dalla copertina e dal titolo.
      Direi che ha mantenuto le promesse...

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