venerdì 18 settembre 2020

“Le nemiche” di Carla Maria Russo

Anno 1501, dopo lunghe ed estenuanti trattative, papa Alessandro VI  riesce ad accordarsi con Ercole d’Este.

Grazie ad una cospicua dote di ben 300.000 ducati, sua figlia Lucrezia Borgia, nata dalla sua lunga relazione con Vannozza Cattanei, una tenutaria di bordello come la definirà Isabella d'Este, potrà sposare in terze nozze il primogenito di Ercole d’Este, Alfonso d’Este.

La tanto discussa Lucrezia, una donna dalla dubbia moralità, figlia di un papa aborrito da tutti e sorella di Cesare Borgia, uomo corrotto, arrivista e violento come tutti i suoi familiari, diverrà quindi, alla morte del duca Ercole d’Este, la nuova duchessa di Ferrara prendendo il posto della defunta e compianta Eleonora d’Aragona.

Nel frattempo è destinata a spodestare dal ruolo di duchessa in pectore Isabella, la figlia prediletta di Ercole d’Este, che tale ruolo aveva assunto subito dopo la morte della madre Eleonora.

Isabella d’Este Gonzaga, marchesa di Mantova e moglie di Francesco II Gonzaga, è molto preoccupata che l’entrata in scena di Lucrezia le faccia perdere anche quel titolo di primadonna d’Italia, di arbiter elegantiarum, a lei unanimemente riconosciuto e al quale tiene moltissimo.   

La ventisettenne Isabella e la poco più che ventenne Lucrezia sono due figure dalle qualità non comuni, ma anche troppo diverse tra loro per poter andare d'accordo; è quindi chiara fin da subito l'inevitabilità di un acceso scontro tra le due donne.

La raffinata, orgogliosa e nobile Isabella fin dall’inizio dimostrerà di non aver alcuna intenzione di lasciarsi schiacciare da una donna arrivista, viziata e sensuale quale è da tutti considerata sua cognata Lucrezia.

Isabella è abituata a dominare la scena non solo sociale, ma anche politica di Mantova; quando il marito non è presente tocca a lei sostituirlo, ma in verità anche quando Francesco è a Mantova è sempre lei che si fa carico di indicargli quale sia la rotta politica migliore da seguire.

Isabella è da tutti riconosciuta come la regina indiscussa dell’arte del governo, della diplomazia oltre che del gusto della cultura e della moda.

Lucrezia, da parte sua, capirà fin dall’inizio che il matrimonio da lei tanto auspicato, quel matrimonio che desiderava perché l’avrebbe affrancata per sempre dall’autorità che il padre e il fratello esercitavano prepotentemente su di lei trattandola come una semplice pedina nei loro giochi di potere, non si rivelerà la fonte di pace nella quale aveva sperato.

La famiglia del marito non la accetterà mai, si limiterà semplicemente a tollerarla per la cospicua dote portata nella casse estensi, ma non smetterà mai di rinfacciarle le sue dubbie origini e i crimini dei suoi parenti.

La giovane Borgia non può vantare né la vasta cultura né la conoscenza dell’arte del governo che contraddistinguono la sua rivale Isabella, ma a suo favore giocano una straordinaria bellezza e un disarmante fascino, inoltre, cosa da non sottovalutare, Lucrezia è cresciuta nella Roma dei papi affiancata da figure del calibro di Cesare Borgia e di Alessandro VI per cui è ben consapevole delle proprie capacità.  Sempre pronta a dare battaglia, non si farà piegare facilmente dai suoi nemici né si fare abbattere dalle avversità.

Più che mai decisa a ritagliarsi il suo posto nel mondo e a conquistarsi un suo angolino di libertà non si tirerà indietro di fronte a nulla e non esiterà a colpire anche la scaltra Isabella là dove la sua avversaria è più vulnerabile ossia nei suoi affetti.

Attorno alle due donne, protagoniste indiscusse del romanzo, ruotano molti altri personaggi che non possono certamente definirsi minori in quanto anch’essi sono di elevata caratura.

Così, se all’inizio percepiamo tutta la tensione tra l’avido Ercole d’Este e l’ambizioso Alessandro VI, pagina dopo pagina facciamo la conoscenza con gli altri personaggi della famiglia.

Alfonso I, futuro duca di Ferrara, è un uomo capace con le armi, ma troppo poco accorto nelle questioni di stato, si lascia conquistare dalla bellezza della moglie, ma non per questo rinuncia ai piaceri della carne e della caccia.

Alfonso in realtà è costantemente ricattato del fratello, il cardinale Ippolito d’Este, un uomo malvagio, prepotente e corrotto che nulla ha da invidiare in quanto a nefandezze al tanto vituperato duca Valentino; di fatto è proprio Ippolito colui che nell’ombra governa il ducato.

Abbiamo poi gli altri tre fratelli d'Este: il più piccolo, Sigismondo, è una figura piuttosto marginale, un ragazzo servizievole e gentile con tutti;  il secondogenito, Ferrante, al quale sarebbe toccato il ruolo di cardinale, ma gli è stato preferito dal padre il terzogenito Ippolito in quanto più lungimirante e scaltro, è un tipo rancoroso e inconsistente e, infine, c'è il bellissimo Giulio, il figlio illegittimo, nato dalla  relazione del duca Ercole con una delle dame di compagnia della moglie Eleonora d’Aragona.

Sebbene Giulio e  Ferrante siano entrambi considerati dei damerini troppo concentrati sul loro guardaroba e sulle loro conquiste femminili per poter dare pensiero agli altri fratelli in merito ad eventuali congiure che potrebbero ordire ai loro danni, Giulio in realtà si rivelerà essere un uomo fiero ed orgoglioso, non così sottomesso e facile da piegare come si è portati a pensare in un primo momento.

Carla Maria Russo, della quale poco tempo fa avevo letto un altro splendido romanzo intitolato “Il cavaliere del giglio” ha una capacità straordinaria nel saper raccontare non solo la storia e i personaggi che la animano, ma anche nel saper dipingere un affresco quanto mai realistico dei luoghi in cui si svolgono i fatti.

Pagina dopo pagina, sembra davvero di aggirarsi in prima persona in quella corte nella quale si muovo amanti, spie, giovani affascinanti e uomini spietati, sembra di poterli toccare quei preziosi tessuti di cui sono fatti quegli straordinari abiti emblema essi stessi del potere di chi li indossa, di poter intravvedere il luccichio di quegli splendidi gioielli di Lucrezia Borgia e di poter ammirare le bellissime opere d’arte, il grande vanto della marchesa Isabella d’Este.

“Le nemiche” è un romanzo storico dalla lettura scorrevole e piacevole che racconta in modo appassionante e coinvolgente quel mondo rinascimentale fatto di intrighi e complotti, ma anche terribilmente affascinante e seducente come i suoi protagonisti.

Alle figure di Lucrezia e di Isabella è dedicato anche un saggio di Alessandra Necci, edito da Feltrinelli, intitolato “Isabella e Lucrezia, le due cognate” che a questo punto sarei piuttosto curiosa di leggere e credo quindi che provvederò ad aggiungerlo alla mia, ahimè, già lunghissima wishlist.

 


2 commenti:

  1. Elisa, sai che avevo postato un commento a questo post tempo fa... mah, deve essersi perso da qualche parte.
    In ogni caso, tu che idea ti sei fatta di Lucrezia Borgia? Il basso medioevo e le signorie non sono mai stati argomenti di grande approfondimento per me, ma la tradizione è sempre stata dura nei confronti di Lucrezia. Sembra che ora, però, si stia cercando di presentare la sua figura in modo più obiettivo.

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    1. Ho provato a cercarlo, ma non l'ho più trovato. Sapevo di aver sentito parlare di questo libro, ma non ricordavo più da chi. Magari proprio da te.

      Non ho mai avuto una passione per Lucrezia Borgia, mentre mi ha sempre affascinato il personaggio di Cesare Borgia.

      Come dici tu è stata una figura molto strapazzata dalla storiografia, ma ultimamente stiamo assistendo ad una rivalutazione della sua figura.
      Indubbiamente ha pagato dazio perché esponente di una famiglia molto particolare.
      Credo però che, per quanto gente avida e corrotta, i Borgia siano stati nei secoli descritti peggio di quanto fossero poi stati realmente.
      Violenza, sete di potere e quant'altro all'epoca erano all'ordine del giorno, la maggior parte dei papi aveva figli e il nepotismo era praticato da tutti, quindi questo odio nei confronti dei Borgia sembra motivano da altro più che dai loro comportamenti che, per quanto decisamente discutibili, erano comunque comuni a molti.

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