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venerdì 5 maggio 2023

“Il ponte dei delitti a Venezia” di Matteo Strukul

Dopo “Il cimitero di Venezia” Matteo Strukul torna a raccontarci una storia ambientata nel Settecento veneziano. Protagonista del libro è nuovamente Antonio Canal, conosciuto da tutti come Canaletto. Più che un secondo romanzo vero e proprio, come tiene a precisare lo stesso autore, si tratta della seconda parte della saga.

Sono trascorsi quattro anni da quando Canaletto e i suoi amici furono coinvolti nell’impegnativo compito di smascherare l’identità del colpevole di una serie di delitti in cui trovarono la morte alcune donne del patriziato. Olaf Teufel però riuscì a sottrarsi all’arresto. Oggi il diabolico e spietato assassino è tornato ed è più che mai deciso a portare a termine i suoi piani. 

La prima vittima questa volta è Marco Grisoni, segretario della Cancelleria della Serenissima Repubblica di Venezia. L’uomo viene ritrovato presso il Ponte delle Guglie a Cannaregio con un pugnale conficcato nel petto e un biglietto con su scritto il nome di Canaletto.

Il fatto agghiacciante è che la morte dell’uomo non è sopraggiunta a seguito della pugnalata, ma per dissanguamento. Il collo della vittima presenta, infatti, due fori quasi perfettamente rotondi che sembrano essere dovuti al morso di un animale non identificabile.

Inizia così, come quattro anni prima, una corsa contro il tempo per poter fermare quello che si preannuncia essere solo il primo di una serie di efferati delitti.

Pittore famoso ed affermato, Canaletto, nonostante la sua precedente esperienza, continua a non ritenersi all’altezza dell’incarico che il Doge Alvise Mocenigo non esita nuovamente a conferirgli.

Antonio Canal può contare sempre sui suoi amici più cari, l’irlandese Owen McSwiney, il medico ebreo Isaac Liebermann, il feldmaresciallo Joahann Matthias von der Schulenburg e il mecenate Joseph Smith, ma il pittore continua a sentirsi l’uomo sbagliato nel posto sbagliato. Egli, però, non è comunque tipo da tirarsi indietro e fuggire le proprie responsabilità, tanto più questa volta che è stato direttamente chiamato in causa dall’assassino.

Ritroviamo la bellissima Charlotte von der Schuleburg con la quale Antonio intrattiene una relazione ormai da quattro anni. Charlotte è ancora la donna volitiva e indipendente di un tempo, ma la sua determinazione e la sua forza di carattere verranno messe a dura prova dagli eventi.

Altre due donne monopolizzano la scena con la loro personalità. L’affascinante seppur non più giovanissima Rosalba Carriera, pittrice e ritrattista di gran fama, e la seducente e diabolica baronessa Orsola Esterhàzy che sembra nascondere un terribile segreto.

“Il ponte dei delitti di Venezia” è un thriller storico avventuroso dalle tinte fosche. Fin dalle primissime righe Matteo Strukul riesce a ricreare un’atmosfera carica di suspense che coinvolge il lettore trascinandolo in un’adrenalinica ricerca alla scoperta di indizi e prove che possano svelare l’arcano mistero, un mistero che sembra infittirsi sempre più pagina dopo pagina.

Il lettore cerca di non lasciarsi fuorviare da quanto accade, non vuole credere a spiegazioni soprannaturali, ma proprio come Canaletto anche il lettore fa molta fatica a razionalizzare e a mantenersi saldo nelle proprie certezze. Questo sentire comune facilita grandemente la creazione di una forte empatia da parte del lettore nei confronti del protagonista.

Arte, storia, meraviglia, bellezza, tensione, amore, leggenda, tormento, pentimento, amarezza, amicizia insomma, come avrete capito, non manca davvero nulla a questo romanzo dalla trama così abilmente disegnata dal solito ineguagliabile Matteo Strukul.






martedì 22 novembre 2022

“Tre insoliti delitti” di Matteo Strukul

Marco ha ventisette anni e studia all’Università di Marburg. Ha solo pochi giorni per consegnare un lavoro sulla figura di San Nicolò al suo esigente professore.

Fortunatamente la sua fidanzata Gundola viene in suo soccorso lasciandogli in biblioteca un libro che risolverà tutti i suoi problemi.

Il vecchio volume dalla copertina in cuoio riporta in lettere dorate il titolo “Le avventure di Kaspar Trevi, cavaliere”. Sebbene dubbioso, Marco inizia la lettura.

Il libro racconta la storia di Kaspar Trevi appartenente a quel ristretto gruppo di cavalieri dell’Ordine dei Templari esperti di demonologia.

Kaspar si trova a Bari pochi giorni prima che si festeggi il Natale e viene convocato inaspettatamente dal reggente Marcovaldo di Annweiler. Questi, nonostante si comporti come se fosse il sovrano del Regno di Sicilia, in verità, è solo il tutore del re infante Federico II di Hohenstaufen.

Marcovaldo di Annweiler chiede a Kaspar Trevi di ritrovare e riportare a Bari Filomena Monforte. La donna è accusata di stregoneria per aver indotto al suicidio Giuseppe Filangieri, un tempo consigliere della regina Costanza di Altavilla morta pochi mesi prima. L’uomo è stato trovato impiccato ai merli della torre del castello con il ventre squarciato.

Kaspar Trevi accetta l’incarico, ma fin da subito si rende conto che qualcosa non torna nelle accuse che vengono mosse a Filomena Monforte, un tempo dama della regina.

Inizia così una corsa contro il tempo alla ricerca della donna e della verità, un percorso irto di pericoli e insidie che porterà il cavaliere templare prima a Roma e poi a Venezia.

Stupisce sempre l’apparente semplicità con cui Matteo Strukul sembra riuscire a tessere nuove storie capaci di coinvolgere il lettore.

Il personaggio di Kaspar Trevi, l’irreprensibile e leale monaco guerriero, esperto di demonologia sebbene egli stesso scettico sull’esistenza delle streghe, ottima lama e abile politico e oratore, non può che entrare anch’egli fin da subito nel cuore del lettore.

Altra grande dote di Strukul è quella di saper descrivere ogni particolare ricreando perfettamente l’atmosfera dei luoghi in cui si muovono i personaggi senza permettere mai che questa sua minuziosa ricerca descrittiva comprometta la scorrevolezza del testo o diminuisca la suspense della narrazione.

“Tre insoliti delitti” è un racconto natalizio insolito. La vicenda prende avvio proprio nei giorni precedenti il Natale per vedere il suo epilogo in questo stesso giorno. Un racconto gotico, medievale e mistico che narra la leggenda di San Nicola o San Nicolò o Santa Claus  a seconda del luogo in cui ci troviamo. La storia inizia a Bari e finisce a Venezia, le due città dove sono custodite le ossa del Santo che si narra vennero trafugate da Myra da un marinaio.

Questo breve romanzo o, se preferite, lungo racconto è un viaggio nelle tradizioni popolari. Un’opera di fantasia indubbiamente ma che, come sempre quando si tratta di questo autore, si fonda su valide ricerche storiche.

La storia è autoconclusiva, ma potrebbe essere solo la prima di una serie di avventure di questo intrepido cavaliere.




 

giovedì 5 maggio 2022

“Il cimitero di Venezia” di Matteo Strukul

Il calderaio Sante sta rientrando a casa quando la sua imbarcazione urta contro qualcosa, quello che riaffiora dall’acqua è il corpo di una donna. L’efferato delitto è stato commesso da qualcuno senza dubbio spinto da una rabbia e una ferocia inaudite visto che la donna ha il petto squarciato e il cuore le è stato strappato.

Antonio Canal, soprannominato Canaletto, è l’artista più ammirato di Venezia. Tutti gli amanti dell’arte veneziani e stranieri ambiscono a possedere una sua opera poiché nessuno come lui sa cogliere in un dipinto la luce e la bellezza della città lagunare. 

Canaletto si è preso, almeno così sostiene, una pausa dalla sua attività legata al teatro, in verità sta lavorando ad una scenografia per un’opera di Antonio Vivaldi che promette di essere piuttosto sovversiva.

Quando Antonio Canal viene convocato d’urgenza a Palazzo Ducale dall’Inquisitore Rosso, Sua Eccellenza Matteo Dandolo, che lo riceve nella camera del tormento insieme al Capitano Grando Giovanni Morosini, capo dei Signori di Notte al Criminal, teme che questa convocazione abbia a che fare proprio con questo suo lavoro. I due magistrati invece sono interessati al suo quadro che raffigura il Rio dei Mendicanti il luogo legato al ritrovamento del corpo della donna assassinata e, prima di congedarlo, gli intimano di tenersi alla larga da certi ambienti che pullulano di bordelli e ridotti,

Finito il colloquio però Canaletto viene convocato addirittura dal Doge Alvise Mocenigo che, in compagnia di una donna misteriosa, inizia ad interrogarlo su uno dei tre uomini da lui dipinti in quello stesso quadro. L’uomo a cui sono interessati il Doge e la donna che vuole mantenere l’anonimato altri non è che il marito di lei. Alvise Mocenigo chiede a Canaletto di investigare sul perché l’uomo si trovasse presso l’Ospedale dei Mendicanti e il pittore, per quanto stupito e preoccupato per la missione assegnatagli, non può certo esimersi dall’accettare un incarico affidatogli dal al Doge in persona.

Inizia così una corsa contro il tempo in una escalation di rivelazioni che renderanno l’indagine sempre più complicata e pericolosa.

Venezia vive un momento particolare: l’epidemia di vaiolo, gli efferati omicidi, l’antisemitismo crescente e il malcontento popolare contro l’oligarchia al potere fanno della città una polveriera pronta ad esplodere.

Tantissimi i personaggi sulla scena ognuno caratterizzato fin nei più piccoli dettagli sia fisici che psicologici: il medico ebreo Isaac Liebermann, il feldmaresciallo conte Johann Matthias von der Schulenburg, l’irlandese Owen McSwiney, il cicisbeo Olaf Teufel solo per citarne alcuni.

Ovviamente trattandosi di un thriller storico-avventuroso non posso addentarmi di più nella descrizione dei protagonisti per non rovinarvi il piacere della lettura e l’effetto sorpresa. Posso però anticiparvi che non potrete non farvi coinvolgere dalla figura di Canaletto che pagina dopo pagina, acquistando sempre più fiducia in se stesso anche grazia al sentimento che nascerà in lui per la bellissima e appassionata Charlotte, si trasformerà da uomo timido ed esitante in un uomo pronto a tutto e quasi spericolato.

Ancora una volta Matteo Strukul è riuscito a ricreare splendidamente l’atmosfera del tempo che ha scelto di raccontare. Ogni particolare, ogni dettaglio è frutto di precise ricerche e attenti studi. L’autore ha la grande capacità di riuscire a fondere la finzione narrativa con la storia, sicché personaggi storici realmente esistiti si sposano perfettamente sulla scena con personaggi di pura invenzione.

“Il cimitero di Venezia” è una storia carica di suspense che affascina il lettore proiettandolo nella Venezia del Settecento all’inseguimento di spie e spietati assassini, introducendolo nei palazzi del vizio, rendendolo edotto sull’arte del vetro e conducendolo per le calli, i rii e i fondaci della città.

Un romanzo assolutamente ben costruito, dalla trama avvincente e dai personaggi terribilmente affascinanti che siano essi schierati dalla parte del bene o arruolati tra le oscure file del maligno.

Sarei davvero curiosa di conoscere gli sviluppi della storia del dottor Liebermann e Viola ma, visto che è inevitabile per qualsiasi lettore non affezionarsi a Canaletto, chissà che in futuro l’autore non decida magari di regalarci una seconda indagine condotta da questo pittore ormai perfettamente a suo agio nelle vesti di un settecentesco Sherlock Holmes.

  

 

 

sabato 24 ottobre 2020

“Le sette dinastie” – “La corona del potere” di Matteo Strukul

12 ottobre 1427, battaglia di MaclodioL’esercito visconteo capitanato da Carlo Malatesta viene sconfitto dall’esercito della lega anti-viscontea capitanato dal Carmagnola, al soldo della Repubblica di Venezia.

Inizia qui il racconto del Rinascimento italiano nato dalla penna di Matteo Strukul, una trilogia che si concluderà con il racconto del sacco di Roma avvenuto nel 1527.

“Le sette dinastie”, primo volume della saga, ci racconta delle città (Milano, Venezia, Roma, Firenze, Ferrara, Napoli) che dominano la scena italiana partendo dal 1427 fino a pochi anni prima della morte di Lorenzo il Magnifico e della scoperta dell’America.

Le figure che occupano la scena in questo primo romanzo sono soprattutto la potente famiglia Condulmer di Venezia che ha stretti legami con Roma, avendo avuto un papa in famiglia e muovendosi ora per poter insediare un altro famigliare sul soglio pontificio alla morte di Martino V, e i Visconti di Milano.

Filippo Maria Visconti non ha eredi maschi, non ha avuto figli né dalla prima moglie Beatrice di Toledo né dalla seconda Maria di Savoia.

Solo Agnese del Maino, la sua storica amante, è riuscita a renderlo padre di una bellissima e intelligente figlia, Bianca Maria, e a lei Filippo Maria vuole garantire il ducato.

Bianca Maria sposerà l’abile condottiero Francesco Sforza consegnando così se stessa e il ducato di Milano nelle mani della famiglia Sforza.


“La corona del potere”
inizia il racconto dal 1488, pochi anni prima della morte del Magnifico, morte della quale non viene dato alcun dettaglio.

È un volume dedicato per la maggior parte alla famiglia Borgia: papa Alessandro VI, al secolo Rodrigo Borgia, e ai suoi figli in particolar modo all’affascinate Lucrezia e al temuto Duca Valentino, Cesare Borgia.

Come per il primo volume non sono solo le figure di condottieri e politici a dominare la scena, ma bellissime ad esempio in questo secondo volume sono le pagine dedicate alla figura di Leonardo Da Vinci, alla sua pittura e ai suoi studi.

“La corona del potere” si conclude con le morti di Cesare Borgia e di Ludovico il Moro, due figure carismatiche e importanti che avevano a lungo dominato la scena politica e non solo.

Un progetto complesso ed ambizioso questo di Strukul dedicato al Rinascimento italiano, non è facile infatti riunire un periodo tanto complesso e che vede sulla scena così tanti personaggi in pochi volumi, per quanto ognuno di questi due primi libri conti più di 500 pagine ciascuno.

Il rischio è quello già corso da Burckhard nel suo “La civiltà del Rinascimento in Italia”, saggio al quale lo stesso Strukul ha dichiarato di essersi ispirato, ovvero di tralasciare alcune cose o al contrario di soffermarsi troppo su altre.

Il Rinascimento fu un periodo ricco di arte e letteratura, filosofia e studi scientifici, ma fu anche un periodo politicamente insidioso e in perenne stato di guerra.

L’Italia era un paese fatto di tanti piccoli stati, regni, repubbliche, ducati incapaci di trovare un punto di unione, un paese dove le informazioni erano la fonte di potere più efficace, un paese di traditori e disonesti dove la parola data veniva il più delle volte disattesa.

Matteo Strukul ci narra questo mondo in modo minuzioso senza tralasciare nulla, ci racconta in modo perfetto le battaglie, tanto che sembra di partecipare agli scontri sul campo in prima persona, ci racconta dell’arte, le pagine dedicate al Cenacolo di Leonardo e ai tarocchi commissionati da Agnese del Maino per Filippo Maria  Visconti ne sono un esempio su tutti, delle città e delle loro fortificazioni, delle chiese e dei palazzi, ma soprattutto riesce a ricreare l’atmosfera di quel mondo facendoci incontrare i suoi protagonisti.

Matteo Strukul non dedica molto spazio alla famiglia Medici, a loro del resto aveva già dedicato i volumi di un’intera saga, ma da queste pagine si evince il suo forte interesse per il ducato di Milano, per i Visconti e per gli Sforza e tale inclinazione risulta evidente nelle bellissime caratterizzazioni di personaggi quali Filippo Maria Visconti, Ludovico il Moro e Caterina Sforza.

Altri personaggi indimenticabili del secondo volume sono Lucrezia Borgia e Cesare Borgia del quale dà una descrizione straordinaria

Cesare Borgia, l’uomo che fu tutto e fu niente, fu notte e giorno, croce e spada, ma mai, mai gli riuscì d’essere chi davvero voleva.

Non posso affermare che siano romanzi sempre scorrevoli, a volte il ritmo rallenta e ho avvertito a tratti alcune difficoltà, non dovute di certo alla scrittura quanto piuttosto dall’insieme del racconto che presenta indubbiamente una trama davvero complessa.

Matteo Strukul però ha dimostrato di saper condurre per mano il lettore anche nei passaggi più difficili e il risultato è una saga assolutamente avvincente come il periodo storico a cui si riferisce.

Non si può correre leggendo queste pagine, bisogna avere la pazienza di aspettare per capire e comprendere le implicazioni che ogni singolo evento, ogni singola parola comporta nel quadro storico, solo così è possibile riuscire ad entrare appieno in quel mondo tanto spietato e allo stesso tempo così affascinante che è stato il Rinascimento italiano.

 

venerdì 17 aprile 2020

“I Medici. Decadenza di una famiglia” di Matteo Strukul


DECADENZA DI UNA FAMIGLIA
di Matteo Strukul
NEWTON COMPTON EDITORI
Ultimo libro della tetralogia, “Decadenza di una famiglia” è incentrato sulla figura di Maria de’ Medici, figlia di Francesco I de’ Medici, granduca di Toscana.

Nel 1600 Maria de’ Medici sposò Enrico IV, divenendo così la seconda esponente della sua famiglia a sedere sul trono di Francia.

Il ricordo di Caterina de’ Medici, la regina maledetta, era ancora troppo vivo perché  Maria non venisse osteggiata in quanto anch’essa fiorentina e per giunta esponente della stessa illustre famiglia.

Maria al contrario di Caterina era molto affascinante, ma neppure questo le risparmiò l’umiliazione di essere continuamente tradita dal consorte come era accaduto a colei che l’aveva preceduta.

Enrico IV sembrava però tenere in gran conto il giudizio della moglie che da scaltra fiorentina qual era, avvezza ai sotterfugi e alle confidenze, seppe manovrare nell’ombra per far valere la propria influenza sugli affari di Francia.   

Accanto a Maria troviamo l’inseparabile Leonora Galigai, la sua dama di compagnia giunta con lei da Firenze,  una donna scaltra, seducente e molto pericolosa.

Leonora Caligai insieme al marito Concino Concini anch’egli toscano, grazie all’amicizia di Maria, furono colmati di onori e riconoscimenti.

Questo atteggiamento di Maria de’ Medici nel favorire i suoi amici più cari non fece che alimentare giorno dopo giorno sempre più l’odio della nobiltà francese nei suoi confronti e nei confronti dei coniugi Concini.

Alla morte di Enrico IV, poiché Luigi XIII era ancora un bambino, Maria poté assumere la reggenza a suo nome, ma una volta cresciuto, il figlio la esautorò.

La regina madre venne imprigionata nel castello di Blois dal quale riuscì però a fuggire grazie all’aiuto di Richelieu la cui ascesa politica era stata alquanto favorita proprio da Maria stessa.

Ahimè però, come ben sappiamo, Richelieu era un uomo astuto e ambizioso e Maria comprese troppo tardi di aver concesso la sua fiducia all’uomo sbagliato.
Al momento opportuno infatti il cardinale Richelieu, divenuto ormai primo ministro, non si fece scrupolo di sbarazzarsi di lei.

Il romanzo, come i precedenti, si basa su dati storici; le ricerche dell’autore sono state effettuate non solo attraverso lo studio di biografie e documenti, ma anche attraverso numerosi viaggi nei luoghi in cui si svolsero i fatti.

Quello che più colpisce sono le bellissime e minuziose descrizioni che Matteo Strukul fa dei luoghi, dei palazzi e delle tele; il lettore si sente trasportato in un’altra epoca e la sua voglia di viaggiare per poter vedere dal vivo quegli stessi luoghi, quegli stessi dipinti così magistralmente raccontati viene oltremodo stimolata dalla lettura.

Alcuni fatti storici come ad esempio l’incidente della carrozza reale o la rocambolesca fuga dal castello di Blois della regina, potrebbero sembrare invenzioni di pura fantasia e invece,  per quanto romanzeschi e romanzati, sono fatti realmente accaduti.

Il materiale a disposizione dell’autore per quanto concerne la vita di Maria de’ Medici era in effetti già piuttosto ricco, ma a Matteo Strukul va il merito di averne fatto un romanzo davvero avvincente.

“Decadenza di una famiglia” più che il precedente “Una regina al potere” schiaccia l’occhio al romanzo di cappa e spada e soprattutto ai romanzi di Alexandre Dumas; non possiamo certo dimenticare che lo stesso Richelieu è protagonista di famosi suoi romanzi.

I personaggi di questo ultimo libro sono davvero tutti ben caratterizzati, affascinanti e seducenti seppur molti di loro siano ingannevoli, pericolosi e  voltagabbana.

La figura di Mathieu Laforge, l’uomo della regina prima e di Richelieu dopo, incarna perfettamente questo tipo di personaggio disinvolto e opportunista, tipico esponente di quest’epoca assai spregiudicata.

In ogni romanzo della tetralogia c’è una figura particolare che affianca il personaggio principale appartenente alla famiglia Medici: Brunelleschi, Leonardo Da Vinci, Nostradamus e in questo ultimo romanzo troviamo Pieter Paul Rubens, il celebre pittore fiammingo.

L’amicizia tra Maria de’ Medici e l’artista, al contrario di quanto uno sarebbe portato a pensare, è una realtà storica al punto che qualcuno ipotizza che veramente Maria abbia trascorso alcuni anni nella casa di Rubens.

Matteo Strukul ha dedicato i primi due capitoli della tetralogia al racconto di due figure maschili e fiorentine, mentre gli altri due capitoli sono stati dedicati alla storia di due figure femminili e francesi.
Ognuno dei quattro volumi può però essere letto tranquillamente come un romanzo a sé.

“Decadenza di una famiglia” è il libro che ho apprezzato in maggior misura; ho trovato la narrazione di questo romanzo più scorrevole delle precedenti e il ritmo narrativo molto più incalzante.

Un racconto avvincente e adrenalinico, personaggi  accattivanti ed ambigui, descrizioni di meravigliose dimore storiche e di dipinti di straordinario valore artistico, fanno di questo ultimo romanzo della saga dei Medici un libro che sa come affascinare il lettore e catturarne fantasia.


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lunedì 13 aprile 2020

“I Medici. Una regina al potere” di Matteo Strukul


UNA REGINA AL POTERE
di Matteo Strukul
NEWTON COMPTON EDITORI
Eccoci al terzo volume della quadrilogia di Matteo Strukul dedicato alla celebre famiglia Medici.

Protagonista del romanzo è Caterina de’ Medici, moglie di Enrico II di Valois, re di Francia dal 1547 al 1559.

Ad Enrico II succedette il figlio primogenito, Francesco II, appena quindicenne e sposato con la giovane Maria Stuart di Scozia.

Francesco II era di salute cagionevole e morì poco tempo dopo senza lasciare eredi, così il trono passò al fratello Carlo IX che, avendo appena dieci anni, consentì a Caterina di assumerne la reggenza.

Appena due anni dopo però anche Carlo morì e a salire sul trono fu il figlio prediletto di Caterina, Enrico III.
Egli prese in mano la guida del regno, ma Caterina lo affiancò sempre nelle decisioni senza mai farsi veramente da parte.

La storia di Caterina de’ Medici si presta particolarmente ad essere raccontata in forma di romanzo. 
Quella sorta di leggenda nera e quella fama sinistra che da sempre ne hanno accompagno il nome, l’hanno portata ad essere soprannominata in passato la regina maledetta.

Accusata soventemente di avvelenamenti e di stregoneria, sospettata di lasciarsi influenzare da maghi e da astrologi dai quali si diceva amasse contornarsi, a lei fu imputata una delle pagine più violente della storia di Francia, il massacro della notte di San Bartolomeo, massacro avvenuto nella notte tra il 23 e il 24 agosto del 1572.

Oggi sappiamo di dover riconoscere a Caterina de‘ Medici di essere stata in grado di dimostrare una forza e una capacità non comuni nel saper gestire il regno di Francia e nel saper difendere l’eredità dei suoi figli in un momento così violento ed incerto della storia francese.

L’amore per l’arte, la capacità di mediazione, ma anche la forza dimostrata nel saper punire i propri nemici così come il suo saper attendere prima di colpire, hanno fanno di Caterina de’ Medici una degna erede di figure quali Cosimo de’ Medici e Lorenzo Il Magnifico, dai quali la regina di Francia sembrava aver quindi ereditato non solo il patrimonio culturale, ma anche il carattere.

Due figure in particolare che si muovevano sulla scena dell’epoca si prestavano ad essere romanzate e Matteo Strukul attinge ampiamente ad esse per tessere la trama del suo terzo volume della saga dedicata alla famiglia Medici.

La prima, quella forse più scontata, è quella della leggendaria Diana di Poitiers, favorita di re Enrico II, figura con la quale Caterina dovette convivere per buona parte della sua vita.
Un ménage à trois che la Medici dovette sopportare fino alla morte del consorte quando finalmente poté togliersi i proverbiali sassolini dalle scarpe.
Nonostante tutto però Caterina dimostrerà, verso chi l’aveva umiliata per tanti anni, più clemenza di quanto non ci si sarebbe aspettati da colei che tutti definivano implacabile e vendicativa.

L’altra figura, il cui ruolo l’autore ha volutamente enfatizzato, è quella di Nostradamus.
Gli incontri tra Caterina de’ Medici e Nostradamus sono storicamente provati, ma Strukul ne fa un personaggio fondamentale nella vita della regina.
I riti e le pozioni di Nostradamus, la cui figura nel romanzo ricorda molto quella di Merlino, sono indispensabili a Caterina per poter sbaragliare i nemici.
La regina proprio grazie a Nostradamus, ai suoi consigli e alla sua presenza, ritrova fiducia in se stessa e grazie alle visioni del mago, pur non potendo ovviamente cambiare il futuro, ha la possibilità almeno di non farsi trovare impreparata davanti alle avversità che il destino metterà sul suo cammino.

La figura che più di tutte ho amato nel romanzo è però quella di Raymond de Polignac, il protettore della regina, la sua guardia del corpo.
Raymond pur amandola, non solo come sovrana ma anche come donna, rimane fermo nei suoi propositi, non tradisce il proprio onore, per tutta la vita riesce a starle accanto, proteggendola con la sua spada e confortandola con la sua presenza, senza mai lasciar trapelare nulla dei propri sentimenti.
Raymond del Polignac è la figura che ti aspetti di trovare nei romanzi di Dumas, il moschettiere senza macchia e senza paura, il paladino valoroso e coraggioso

Caterina de’ Medici governò la Francia per circa trent’anni in un periodo storico dominato dalle guerre di religione.

Fu dipinta come una mercantessa, un’eretica, un’adoratrice del diavolo, una corruttrice, un’assassina, ma ella in realtà fu una donna di potere in terra straniera, una donna dotata di forte pragmatismo e di grande pazienza.
La verità è che non le furono mai  perdonate le sue origini fiorentine, così come non le fu mai perdonato di essere una Medici.

“Una regina al potere” è un libro che come i precedenti, e forse ancor più dei precedenti, può essere letto come un romanzo a se stante e non come parte di una saga.

La ricerca di documenti, gli studi e la lettura di alcune biografie del personaggio sono stati fondamentali per  la stesura di questo romanzo, come lo stesso Strukul scrive nelle note dell’autore al termine del libro.
Per chi poi si fosse appassionato alle vicende della protagonista, è possibile trovare in questa stessa nota diversi interessanti testi per poterne approfondire ulteriormente la storia.





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domenica 5 aprile 2020

“I Medici. Un uomo al potere” di Matteo Strukul


UN UOMO AL POTERE
di Matteo Strukul
NEWTON COMPTON EDITORI
Il secondo libro della quadrilogia di Matteo Strukul dedicata alla famiglia Medici vede come protagonista il suo più famoso esponente Lorenzo il Magnifico.
                                                                                                       
Siamo nel 1469 e Lorenzo de’ Medici ha appena vinto il torneo a cui ha preso parte dedicando la vittoria alla donna da lui amata: Lucrezia Donati.

In realtà Lorenzo ha da poco sposato per procura Clarice Orsini che giungerà a Firenze poco tempo dopo scortata da Giuliano, fratello del Magnifico.

Il matrimonio con una nobildonna romana porterà non solo lustro alla famiglia Medici ma gli garantirà anche l’appoggio di una famiglia, quella degli Orsini appunto, che rafforzerà i rapporti e l’influenza medicea in Vaticano qualora venisse eletto un papa avverso alla famiglia fiorentina.

Pochi mesi dopo l’arrivo di Clarice a Firenze, Piero de’ Medici muore ed il ventenne Lorenzo viene chiamato a guidare la Repubblica.

Lorenzo fin da piccolo ha sempre avuto coscienza di quello che sarebbe stato il suo destino: la guida della famiglia Medici e il governo della Repubblica.
Nonostante questa sua consapevolezza però egli si sente profondamente combattuto tra desideri e obblighi, tra amore e potere.

Il Magnifico deve guardarsi le spalle da nemici molto agguerriti tra i quali spiccano Girolamo Riario, nipote di Sisto IV, Jacopo e Francesco Pazzi, storici avversari della sua famiglia, e l’arcivescovo di Pisa Francesco Salviati.
                                                                                                                                                 
Tra tutti i nemici che tramano nell’ombra c’è anche una vecchia conoscenza del lettore, Laura Ricci, protagonista di fantasia del primo volume della saga di Matteo Strukul, “Una dinastia al potere”.
In questo secondo libro la donna è più agguerrita che mai ed al suo fianco ora fa il suo ingresso anche il figlio di lei, Ludovico.

Il romanzo non racconta tutta la vita di Lorenzo il Magnifico, ma si ferma all’anno 1478, anno della famosa congiura dei Pazzi, l’attentato in cui Lorenzo riuscì a salvarsi per miracolo e nel quale invece perse la vita suo fratello Giuliano.

In “Un uomo al potere” Matteo Strukul ci racconta la vita di due importanti figure dell’epoca: quella Lorenza il Magnifico e quella di Leonardo Da Vinci.

Leonardo Da Vinci era una figura di spicco dell’epoca del Magnifico eppure il suo genio brillò a Milano più che a Firenze.
La corte di Ludovico il Moro, alla quale senza dubbio il genio approdò grazie anche ai buoni rapporti del duca con Lorenzo de’ Medici, si rivelò senza dubbio più vicina alle sue inclinazioni.

Il tipo di rapporto che viene quindi descritto tra Lorenzo e Leonardo in questo romanzo, per quanto verosimile, è però da considerarsi privo di ogni comprovato rigore storico.

La storia raccontata da Strukul è però davvero affascinante: appassionante è la storia d’amore di Lucrezia e Lorenzo e altrettanto coinvolgente è il racconto del legame di amicizia profonda seppur conflittuale che lega Leonardo a Lorenzo.

Lorenzo era indubbiamente molto innamorato della bella Lucrezia Donati e si sa che il matrimonio con Clarice Orsini era stato un matrimonio non d’amore, ma di interesse.

A mio avviso l’autore ha calcato un po’ la mano sull’indifferenza di Lorenzo nei confronti della povera Clarice che, non dimentichiamolo, gli diede pur sempre dieci figli di cui tre morti in fasce e Lorenzo, a differenza dei suoi predecessori, non ebbe figli illegittimi.

La figura di Clarice Orsini nel romanzo di Matteo Strukul però è una figura davvero ben riuscita.
Clarice affascina il lettore per la sua fragilità e per l’amore che nonostante tutto prova per il marito.
È una bella donna, seppur non sensuale come Lucrezia e non è affatto una donna sciocca, ma è cresciuta in Vaticano e la sua educazione di carattere religioso mal si accorda all’ambiente dalla mentalità aperta della Firenze umanista di cui Lorenzo è il perno.  
Clarice è a tutti gli effetti una straniera e mai riuscirà a godere delle bellezze e delle opportunità che le può offrire la sua nuova patria.
Mortificata dalla vita non vede altra strada che cedere all’autolesionismo e rifugiarsi sempre più in se stessa e nella preghiera.

Lorenzo, invece, è costretto ad affrontare ogni giorno i suoi conflitti interiori, egli è un personaggio fatto di luci ed ombre, è un personaggio affascinante proprio perché sempre in bilico tra il bene e il male, tra il giusto e l’ingiusto, costretto spesso a dover agire in modo riprovevole in nome di un bene superiore.

La descrizione del carattere di Lorenzo e l’esposizione dei fatti della congiura dei Pazzi, al di là della presenza di alcuni personaggi di finzione, sono forse le due realtà più fedeli alla verità storica.

Leggendo l’innumerevole saggistica che ci racconta la figura di Lorenzo il Magnifico ci facciamo un’idea del carattere dell’uomo molto vicina a quella narrata da Strukul nel suo romanzo e per quanto riguarda la congiura, argomento che è stato anch’esso sviscerato in numerosi saggi, la narrazione si attiene piuttosto fedelmente all’esposizione dei fatti del saggio di Franco Cardini e Barbara Frale intitolato “La congiura”, libro che ho apprezzato molto.
                                                                                                                                                   
Un consiglio, se conoscete davvero bene la storia di Lorenzo de’ Medici, cercate per quanto più vi è possibile di mettere da parte le vostre conoscenze storiche, perché solo così riuscirete ad apprezzare totalmente l’intrigante trama e gli affascinanti personaggi del romanzo di Strukul.





domenica 3 giugno 2018

“I Medici. Una dinastia al potere” di Matteo Strukul


I MEDICI
UNA DINASTIA AL POTERE
di Matteo Strukul
Newton Compton Editori
“Una dinastia al potere” è il primo capitolo di una trilogia, alla quale si è poi aggiunto un quarto volume intitolato “Decadenza di una famiglia”, opera di Matteo Strukul dedicata ad una delle famiglie più importanti della storia italiana, i Medici:

Una dinastia al potere” è dedicato alla figura di Cosimo de’ Medici

Un uomo al potere” il secondo volume della trilogia, è  dedicato alla figura di Lorenzo il Magnifico

Una regina al potere” terzo capitolo è dedicato alla figura di Caterina de’ Medici, regina di Francia

Il racconto del primo volume inizia nel 1429 con la morte di Giovanni de’ Medici, avvenuta in circostanze sospette, e si chiude nel 1440 subito dopo la battaglia di Anghiari, la vittoria che sancisce il definitivo trionfo di casa Medici.

Nel 1429 Firenze era l’essenza stessa della magnificenza e del potere, ma allo stesso tempo era anche un covo di vipere e di traditori; l’ascesa di Giovanni de’ Medici, che nel giro di un ventennio era riuscito a realizzare un vero e proprio impero finanziario, non era stata vista di buon occhio dalle nobili e potenti famiglie fiorentine.

Alla morte del patriarca i figli Cosimo e Lorenzo si trovano a dover fronteggiare una situazione politica piuttosto complicata.
Nonostante siano a capo di un vasto impero finanziario e possano vantare importanti alleanze al di fuori di Firenze, nella loro città i Medici vivono accerchiati dai nemici, due in particolari sembrano essere i più agguerriti: Rinaldo degli Albizzi e Palla Strozzi.

Cosimo e Lorenzo, benché abbiano caratteri molto diversi tra loro; perspicace, intelligente ed abile manipolatore il primo, uomo pragmatico e d’azione il secondo, sono molto uniti e sicuri di poter contare sempre l’uno sull’altro.

A Lorenzo, uomo instancabile e dotato di vivace ingegno, è stata affidata la direzione del Banco, mente a Cosimo, amante dell’arte e delle lettere,  sono state affidate la strategia e la politica che, non dimentichiamo, nella Firenze Rinascimentale passavano in gran parte attraverso il mecenatismo.
Proprio in questo periodo proseguono i lavori per il completamento della cupola di Santa Maria del Fiore affidati a Filippo Brunelleschi, artista molto apprezzato da Cosimo, lavori ufficialmente commissionati dall’Opera del Duomo ma in realtà sovvenzionati in massima parte dalla famiglia Medici.

Molti gli eventi che si susseguono negli anni che vanno dal 1429 al 1440: le continue cospirazioni, la lunga guerra contro Lucca, la ratifica di nuove e vecchie alleanze, la peste a Firenze, la prigionia di Cosimo, l’esilio e il rientro a Firenze di Cosimo e di Lorenzo e il trasferimento da Ferrara a Firenze del concilio episcopale indetto per tentare di riunificare le due Chiese, quella di Oriente e quella di Occidente.

Il libro di Matteo Strukul è molto ben strutturato. Il racconto è frutto di una minuziosa ricerca storica e bibliografica, l’attinenza con i fatti storici è rispettata tranne ovviamente per alcune licenze che l’autore si è giustamente concesso trattandosi di un romanzo e non di un saggio.

“Una dinastia al potere” è un thriller ambientato nella Firenze rinascimentale in cui i personaggi, nati dalla fantasia del suo autore, interagiscono e si incastrano perfettamente con la vita dei protagonisti della storia realmente vissuti.

Laura Ricci è una donna bellissima e sensuale, dal passato tormentato. Venduta in giovanissima età dal padre ad un mercante di passaggio, che l’aveva fin da subito fatta prostituire, un giorno era stata picchiata a sangue da un pazzo che indossava i colori dei Medici.
Appena recuperate le forze Laura era fuggita dal suo padrone, promettendo a se stessa che da quel giorno sarebbe vissuta esclusivamente per vendicarsi della famiglia Medici.
Proprio per questo accetta senza scrupoli di fornire i suoi servigi prima a Rinaldo Albizzi e in seguito al Filippo Maria Visconti.
La storia di Laura è legata a quella di un altro singolare personaggio: Schwartz, un mercenario svizzero, un uomo ombroso e spietato, che nasconde un segreto che nessuno conosce e che pesa gravemente sulla sua coscienza.
Laura Ricci è una donna pericolosa che ricorda un po’ la Milady de “I tre moschettieri” di Dumas o, se vogliamo rimanere nella letteratura contemporanea, la protagonista femminile de “Il giglio di fuoco” di Vic Echegoyen.

Nel romanzo di Matteo Strukul fiction e storia si integrano perfettamente; la trama è avvincente ed emozionante, perfettamente bilanciata tra verità storica e finzione.

L’anno scorso la Rai ha trasmesso la prima stagione di una serie TV dedicata ai Medici. Il periodo storico descritto dalla fiction coincide più o meno con quello narrato nel primo volume della trilogia/tetralogia di Strukul, ma la serie televisiva e il romanzo si discostano parecchio nelle trame.

Il personaggio di Maddalena, per esempio, la schiava amante di Cosimo de’ Medici incontrata da questi a Venezia, non è un personaggio di totale fantasia, ma ha qualche fondamento storico, seppur non ne appaia menzione nel libro di Strukul.
In verità Cosimo ebbe realmente una relazione con una schiava dalla quale nacque un figlio che venne poi allevato in seno alla famiglia Medici insieme ai figli legittimi di Cosimo e Contessina.
Strukul ha preferito puntare ad una versione più edulcorata della storia d’amore tra Contessina e Cosimo, concentrandosi più sulla profondità dei sentimenti di Contessina nei confronti di Cosimo piuttosto che parlare dell’impegno da questa profuso nelle questioni del Banco durante l’assenza del marito e di quanto da lei messo in atto per impedirne la condanna, come invece abbiamo visto nella serie televisiva.

Anche il rapporto tra Lorenzo e Cosimo presenta alcune differenze; rispetto al romanzo infatti il rapporto tra i due fratelli nella serie tv risulta essere decisamente più conflittuale.

La descrizione poi di Cosimo de’ Medici come un bell’uomo è decisivamente arbitraria e  finalizzata alla pura finzione letteraria, in quanto è risaputo, come poi si evince anche dai ritratti che sono giunti fino a noi, che gli esponenti della famiglia Medici erano tutto tranne che belli ed affascinanti.

Serie televisiva o romanzo di Strukul? Personalmente preferisco il libro. Affascinante il personaggio di Piccarda, la madre di Cosimo e Lorenzo, coinvolgente il racconto della battaglia di Anghiari, interessanti le descrizioni della Firenze e dei protagonisti dell’epoca.

Il romanzo di Strukul è un buon romanzo storico, un ottimo spunto per trovare la voglia di approfondire la storia della famiglia che tra intrighi e colpi di scena divenne la famiglia più potente del Rinascimento.

“I Medici. Una dinastia al potere” è stato il libro vincitore del Premio Bancarella edizione 2017.