venerdì 2 novembre 2018

“La battaglia degli albi” di Markus Heitz

LA BATTAGLIA DEGLI ALBI
di Markus Heitz
TEA
Secondo volume della leggenda degli albi, la saga fantasy nata dalla penna di Markus Heitz, “La battaglia degli albi” riprende il racconto dall’episodio con il quale si chiudeva il primo romanzo vale a dire dalla vittoria riportata da Chapalor e Sinthoras.

Grazie all’alleanza stretta con il Demone di Nebbia, i Nostàroi, erano riusciti finalmente a spezzare l’incantesimo che difendeva la Porta di Pietra, unica via di accesso al Tark Draan.

Caphalor e Sinthoras alla testa di un grande esercito costituito dagli albi e dai loro alleati, le creature dell’Ishìm Voróo (orchi, umani, giganti…), possono ora finalmente pianificare l’attacco contro i loro odiati nemici: gli elfi.

Purtroppo però dopo l’entusiasmo iniziale per la vittoria riportata, le cose sembrano precipitare: il Demone di Nebbia non esita a tradire gli alleati intenzionato a sottometterli insieme a tutte le altre razze con l’intento di proclamarsi signore assoluto; il Dsôn Faïmon viene assediato dai dorón ashont, un nemico che gli albi pensavano di aver sconfitto per sempre tanti frammenti di infinito prima; Caphalor e Sinthoras sono costretti a fare i conti con chi nel Dsôn Faïmon trama alle loro spalle per vendetta e gelosia.

Il secondo volume, contrariamente al primo che coinvolge il lettore fin dalle prime pagine, stenta un po’ a decollare forse complice anche l’introduzione di molti nuovi personaggi e la frammentarietà del racconto che apre molteplici luoghi di azione disorientando non poco colui che affronta la lettura del romanzo.

È vero che i cultori del genere fantasy sono abituati a districarsi tra racconti le cui azioni sono ambientate in luoghi diversi, pensiamo ad esempio alle “Cronache del ghiaccio e del fuoco” di George R.R. Martin, ma ne “La battaglia degli albi” Markus Heitz tende, a mio avviso, a cambiare ambientazione ad intervalli un po’ troppo brevi costringendo così il lettore a salti narrativi troppo repentini.

Il secondo libro introduce molte nuove figure sia tra le fila degli umani che tra le fila degli albi.

Interessanti sono i personaggi che appartengono alla schiera dei maghi, primo tra tutti la giovane apprendista Famenia che si trova all’improvviso investita di responsabilità tali da richiedere conoscenze che sembrano andare ben oltre gli insegnamenti ricevuti dal suo maestro Jujulo, ma che invece saprà dimostrare una straordinaria forza d’animo e delle capacità sorprendenti.

Tra i personaggi albici invece su tutti spicca Carmondai, maestro dell’immagine e della parola, a lui viene affidato il compito di scrivere il poema che tramanderà ai posteri la gloriosa impresa della conquista della Terra Nascosta.
Carmondai si rivelerà una risorsa molto preziosa per i Nostàroi e per la causa degli albi perché ben presto le sue abilità si riveleranno essere ben superiori ad ogni aspettativa.

Introdurre nuovi personaggi e non concentrarsi solo sulle vicende che riguardavano direttamente Sinthoras e Caphalor, protagonisti del primo libro, è stata una scelta ponderata da parte dell’autore al fine di lasciare spazio ad altre figure.

Il terzo libro della saga infatti “Il cammino oscuro” avrà come protagonisti personaggi diversi e differente sarà anche l’ambientazione.
Con il terzo volume Markus Heitz ci condurrà infatti nelle caverne nel Phondrasôn per rivelarci i segreti della “Forra Oscura”.

Chi fosse interessato a conoscere il destino di Caphalor e Sinthoras sarà quindi costretto a leggere i romanzi sui nani che fanno parte dell’altra saga, “La saga dei nani”, altra opera di Markus Heitz.

Chi ha letto la mia recensione di “La leggenda degli albi” sa che ero entusiasta di quel romanzo, purtroppo questo secondo volume non è riuscito ad affascinarmi quanto il primo.
Nonostante le vicende raccontate in questo romanzo siano comunque coinvolgenti, manca quella scintilla che avevo riscontrato nel primo volume.
Gli stessi nuovi personaggi, a parte Carmondai e in parte Famenia, restano solo abbozzati e manca quella dettagliata caratterizzazione che contrassegnava le figure del primo libro, figure come Raleeha, Karjuna e la stessa Timānris.

Non credo quindi che proseguirò nella lettura della saga, ma sarei a questo punto piuttosto tentata di iniziare a leggere i volumi riguardanti i nani.
L’impressione, infatti, è che possa essere una lettura necessaria per meglio comprendere i romanzi dedicati agli albi da leggersi quindi in un secondo tempo.

Vi informo, per chi fosse interessato, che il quarto volume della saga degli albi intitolato “L’ira degli albi” è in uscita proprio in questi giorni nelle librerie.






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