domenica 6 dicembre 2020

“Il libro dei cinque anelli” di Miyamoto Musashi

Gorin no sho (Il libro dei cinque anelli) può essere considerato il testamento di Miyamoto Musashi, l’opera che spiega la sua lunga esperienza nella Via.

Ma chi era Miyamoto Musashi? E quando è stato scritto questo libro?

Miyamoto Musashi, il cui vero nome era Bennosuke, nacque a Miyamoto nel 1584 e fu il più grande uomo di spada della storia dei samurai. In più di trent’anni di attività affrontò ben sessanta combattimenti e non fu mai sconfitto; il suo primo incontro avvenne quando, appena tredicenne, combatté e vinse contro il famoso spadaccino Arima Kihei.

La sua fu un’esistenza molto movimentata durante la quale condusse una vita raminga e solitaria, per un certo periodo fu anche un ronin ovvero un samurai senza padrone, un outsider diremmo oggi, ma in seguito ottenne anche incarichi prestigiosi come quello di alto consigliere e maestro di strategia del signore Hosokawa e, infine, fondò un suo proprio dojo.

Nel 1643, sentendo che la sua fine si stava avvicinando, si ritirò per scrivere “Il libro dei cinque anelli”, opera che termino due anni più tardi nel 1645.

Musashi morì quello stesso anno all’età di sessantadue anni. Egli fu molto più di un maestro di spada, fu anche pittore, calligrafo, metallurgista, esperto di poesia, di opere del teatro No e di cerimonia del tè, di falegnameria e progettazione di giardini.

Come lui stesso scrisse nel prologo del suo libro tutte le sue capacità in così tante arti e differenti mestieri sono però da ascriversi alla sola virtù dell’Arte Marziale.

“Il libro dei cinque anelli” si compone di cinque capitoli, ognuno dei quali è dedicato ad un elemento: Terra, Acqua, Fuoco, Vento e Vuoto.

Il libro della Terra è dedicato alla Via dell’Arte Marziale in generale, all’arte della spada e all’addestramento. In questo primo libro viene inoltre presentato il piano dell’opera e si fa cenno alle quattro classi in cui è divisa la società giapponese (contadini, mercanti, guerrieri e artigiani). L’addestramento, precisa in questo capitolo Musashi, non è utile solo al guerriero, ma a ciascuno di noi. Inoltre, egli ci insegna che non si deve mai prediligere un’arma ad un’altra perché una cosa grande vale quanto una piccola, l’arma deve essere sempre adeguata alle proprie capacità.

Il libro dell’Acqua è un libro più filosofico. Come l’acqua si adatta al suo contenitore così si deve adattare la nostra mente. È necessario mantenere sempre l’equilibrio in ogni situazione, mai farsi sopraffare dalla rabbia, mai perdere l’attenzione e la lucidità. Bisogna fare attenzione che la mente non trascini il corpo, ma neppure il corpo deve mai trascinare la mente.

Nel libro del Fuoco vengono trascritti gli argomenti che riguardano la vittoria e la sconfitta. Miyamoto Musashi in questo terzo capitolo evidenzia l’importanza di saper scegliere sempre la posizione più vantaggiosa in un combattimento oltre a quella di riuscire ad intuire i punti deboli dell’avversario così come la sua personalità in modo da poter approfittare di tali conoscenze durante lo scontro. Se la situazione ristagna è importante inoltre sapersi rinnovare, abbandonare la tattica precedente per adottarne una nuova che possa sorprendere l’avversario.

Il libro del Vento parla delle altre scuole perché è importante conoscere le altre tradizioni per comprendere l’essenza di Niten Ichi-ryu (letteralmente “due cieli in uno”) ovvero l’uso di due spade contemporaneamente, insegnamento della scuola di Musashi. Il maestro mette inoltre in evidenza come le altre scuole, al contrario della sua, abbiano una visione limitata. Nella sua scuola, infatti, non esiste né esteriore né interno, ma vi è una ricerca dell’insieme.

Il libro del Vuoto è brevissimo, poco più di una pagina, ed è un capitolo prettamente filosofico. Il Vuoto non deve essere inteso come ciò che non si comprende. Il Vuoto è ciò che non c’è, il nulla; il Vuoto è ciò che non si può conoscere.  Bisogna fare molta attenzione a non confondere il Vuoto con la confusione ed essere abili a non lasciarsi allontanare dalla vera Via dai pregiudizi e dalla distorsione della visione.

La traduzione de “Il libro dei cinque anelli” in questa nuova edizione Feltrinelli (2020) è opera di Yoko Dozaki, ma il volume presenta anche un’ampia introduzione ad opera di Marina Panatero e Tea Pecunia.

In questa prefazione potete trovare una biografia completa di Miyamoto Musashi, oltre ad un’esaustiva introduzione alla sua opera e un breve ma approfondito compendio sulla storia della spada giapponese e sulla storia dei samurai.

La figura di Miyamoto Musashi è una figura affascinante i cui insegnamenti sono giunti a noi attraverso i secoli mantenendo intatte la loro verità ed attualità.

Tra questi troviamo l’importanza di non lasciarsi sopraffare dalla paura che non vuol dire non provare alcuna paura, ma piuttosto imparare a governarla.

Tra le varie paure da superare il timore più grande di tutti resta senza dubbio quello della morte e per superarlo, secondo Musashi, è necessario passare attraverso una costante speculazione della fine.

Le pagine di Gorin no sho ci insegnano ad essere resilienti facendo nostre la resistenza, l’autodisciplina, la perseveranza e la determinazione necessarie nell’arte della spada così come nella vita di tutti i giorni.

Al termine del volume è riportato il Dokkodo, la via da seguire da soli, un brevissimo manoscritto che Miyamoto Musashi terminò pochi giorni prima di morire e che racchiude in ventun precetti la sua eredità spirituale.

Un’ultima parola vorrei sperderla per ringraziare la mia amica Tea senza la quale, devo ammettere, non mi sarei mai avvicinata a questo tipo di letteratura perdendomi così tanti insegnamenti validi e preziosi.

 

 

 


4 commenti:

  1. Risposte
    1. Grazie a te per avermi spinto ad uscire dalla mia comfort zone di letture ;-)

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  2. Il libro dei cinque anelli è citato diverse volte ne L'ideale della Via di Aldo Tollini che lessi qualche tempo fa.

    Sembra un'opera molto interessante, come altre che affrontano il tema delle Vie durante l'epoca di mezzo in Giappone.

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    1. Non ho mai letto il libro di Aldo Tollini. Come sai è un mondo per me abbastanza sconosciuto al quale mi sto avvicinando piano piano.
      Mi fa strano però pensare a cosa accadeva in Italia nel momento in cui veniva scritto il libro di Musashi; è un po' il discorso che facevamo l'altro giorno sulla definizione di "medioevo"...

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